Capobianco (Conflavoro): “Dalla manovrina soluzioni insufficienti”

22 giugno 2017 | 09:24
Share0
Capobianco (Conflavoro): “Dalla manovrina soluzioni insufficienti”

“Un piccolo passo verso quanto richiesto nei mesi passati, che non soddisfa”. Inizia così la nota di Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro Pmi, in merito alla ‘manovrina’ del governo da cui, a detta dello stesso presidente, “arriva qualche segnale positivo, ritenuto però insufficiente, per le piccole e medie imprese”. 

“Primo tema da sempre caro a Conflavoro – prosegue Capobianco – quello dei voucher, sostituiti dai libretti famiglia e dal contratto di prestazione occasionale utilizzabili dalle imprese fino a 5 dipendenti a tempo indeterminato con una retribuzione oraria di 9 euro ed entro un tetto unico di 5mila euro complessivi. Avevamo chiesto – spiega – un intervento ‘riparatore’ dopo l’abolizione dei voucher per riuscire a regolare tutte quelle prestazioni o stagionali o veramente occasionali che non potevano essere incardinate in un contratto standard. La soluzione migliore sarebbe stata forse quella di tornare alla precedente previsione, magari più controllata al momento dell’emissione dei buoni lavoro, ma quello che è arrivato è un piccolo segnale di attenzione nei confronti delle problematiche relative all’occupazione che interessano una parte delle migliaia di microimprese in Italia, per quanto condito da troppe complicazioni operative, mentre non si svincola dai limiti assurdi il contratto di lavoro a chiamata, come pure era stato propugnato da tanti, autorevoli esperti”.
Positivo anche il commento sulla riduzione da 90 a 65 giorni dei rimborsi Iva: “Tempi più rapidi significa – dice Capobianco – per le aziende più certezze nel recupero del credito. Ed è interessante anche l’eliminazione del passaggio intermedio degli agenti di riscossione, che significa meno burocrazia. Da tempo Conflavoro Pmi sta facendo una battaglia sul tema dell’Iva, soprattutto quella relativa alle fatture non riscosse, che spesso rischia di rappresentare un doppio costo per le aziende: da una parte il mancato incasso del debitore moroso, dall’altro l’obbligo di pagare l’Iva sulla stessa fattura in attesa di rimborsi con un meccanismo lento e macchinoso. Ma continua a non risolversi il problema dei pagamenti della Pa.”.
Sempre in questo ambito può rappresentare una semplificazione anche il meccanismo per la definizione agevolata delle controversie tributarie con l’Agenzia delle entrate: “Per essere in regola, evitare sanzioni ed interessi di mora – spiega il presidente – basterà pagare gli importi indicati nell’atto impugnato in primo grado e gli interessi di ritardata iscrizione a ruolo per controversie con l’Agenzia delle entrate entro il 24 aprile del 2017. Un’occasione, per qualche imprenditore, di risparmiare rispetto alle richieste fiscali. Anche se resta l’oppressione di troppe tasse, troppi adempimenti, troppe complicazioni inutili”.
Un cenno, infine, sull’addio agli studi di settore: “Il passaggio agli indici sintetici di affidabilità fiscale e il regime premiale previsto – conclude Capobianco – è tutto da verificare. Non vorremmo che questo sistema, si dimostri troppo complesso e nasconda quindi dei rischi per le imprese e i liberi professionisti di un ulteriore aggravio di una tassazione già eccessivamente pesante”.