Snaitech, bufera su ammortizzatori. Fim: violato accordo

E’ bufera tra i lavoratori di Snaitech per l’applicazione dell’ammortizzatore sociale. Ad alcuni dipendenti, infatti, come da accordi, è stata applicata la Fis a rotazione per massimo 26 settimane ma a scatenare la tensione è il fatto che invece molti altri dipendenti hanno ricevuto la comunicazione dell’avvio dell’ammortizzatore sociale a zero ore. Che tradotto significa che non lavoreranno fino al prossimo 31 dicembre, data in cui andrà riverificato l’accordo sottoscritto il 26 maggio scorso.
“Ancor una volta – spiega Narcisa Pellegrini, della Fim Cisl – l’azienda Snaitech non si smentisce. E fa da sola. Oggi i lavoratori interessati alla Fis hanno ricevuto la comunicazione che avvia il periodo di ammortizzatore sociale. Come Fim Cisl, organizzazione sindacale firmataria dell’accordo, abbiamo sostenuto la necessità di un ammortizzatore quale unico strumento possibile per dare una continuità di lavoro alle lavoratrici e lavoratori di Snaitech coinvolti nella ristrutturazione aziendale”.
Secondo il sindacato tuttavia il fatto che ad alcuni dipendenti venga applicata la Fis “a zero ore” sarebbe penalizzante. “Riteniamo – prosegue la Pellegrini – assolutamente inaccettabile e irricevibile che la procedura di ’cassa integrazione’ non sia stata oggetto di uno specifico e mirato accordo sindacale così come previsto dalle norme che regolamentano la materia, peraltro espressamente richiamato e previsto dal verbale d’accordo sottoscritto al ministero del lavoro il 26 maggio scorso. Il mancato accordo per la gestione, oltre che ad essere un elemento potenzialmente ostativo per la decorrenza della domanda di Fis da parte dell’inps, ha però come unica certezza la mancanza di equità salariale tra le lavoratrici e i lavoratori. Tra chi ruoterà e quindi continuerà a maturare, oltre che il salario, anche tutti gli istituti contrattuali, e chi no, che dovrà accontentarsi dei massimali di legge e con i tempi di erogazione. Snaitech rifiuta il confronto. Noi come Fim Cisl continueremo a pretendere una giustizia salariale”.