Le coop artigiane vincono il secondo round con l’Inps

14 luglio 2017 | 12:26
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Le coop artigiane vincono il secondo round con l’Inps

Una cooperativa artigiana ha la stessa dignità giuridica di una ditta artigiana individuale? Ovviamente sì per Confcooper Service, il Centro servizi amministrativi per le cooperative che da due anni ha intrapreso una battaglia al fianco dei suoi soci contro la sezione lucchese dell’Inps che invece, dal 2014, non considera più le cooperative di artigiane allo stesso modo delle “attività tradizionali”, arrecando, si sostiene, un grave danno ai soci a cui non vengono più richiesti i contributi a fini pensionistici. Adesso però, la Corte d’Appello di Firenze ha sconfessato questa posizione, costringendo l’Inps (che aveva presentato ricorso dopo aver perso anche in primo grado) non solo al pagamento delle spese processuali ma anche di un’ingente compensazione. Confcooper ha voluto organizzare un incontro al palazzo delle Cooperative per fare fronte comune con i propri associati e valutare eventuali azioni legali contro l’Inps, in attesa di capire se l’ente di previdenza farà ricorso in Cassazione.

Ma perché questo cambio di rotta da parte dell’Inps di Lucca? A rispondere a questa domanda sono stati Roberto Guidotti e Andrea Breschi, rispettivamente presidente e direttore di Confcooper Lucca. “A nostro avviso – afferma Breschi – si tratta meramente di una questione di soldi: perché i contributi che deve versare un artigiano sono inferiori rispetto a quelli del normale lavoratore dipendente. L’Inps di Lucca, inspiegabilmente, a partire dal 2014, ha smesso di accettare le richieste di iscrizione nel proprio registro degli artigiani per le persone che lavorano in cooperativa in nome di non meglio precisate direttive da Roma mentre prima le accettava normalmente. Questo fatto è molto grave se si pensa che in altre province come Modena o La Spezia, per citare due esempi vicini, questa distinzione non viene fatta e che la stessa legge di stabilità del 2016 riconosce la bontà del lavoro delle cooperative artigiane. In questo momento di crisi, alcune realtà che avrebbero la possibilità di crescere, portando lavoro e benessere, sono frenate da una frazione di un ente statale che contraddice le stesse leggi dello Stato”.
Le cooperative artigiane a Lucca sono molto diffuse (anche per quanto riguarda l’imprenditoria giovanile e femminile) in diversi settori e danno lavoro a più di duemila persone. Dal 2014, queste importanti realtà sono state messe in difficoltà dalla decisione dell’Inps di non riconoscere come legittima l’essenza stessa della cooperativa artigiana.
“Alcune cooperative, dietro nostro consiglio, si sono ribellate a questa scelta facendo ricorso ed hanno avuto ragione – prosegue Breschi – ma altre non hanno avuto la stessa forza e si sono viste costrette a cambiare la loro natura e ad assumere lavoratori dipendenti, altre invece purtroppo hanno chiuso. C’è poi chi, come alcune realtà della Garfagnana, ha aggirato l’ostacolo andandosi ad iscrivere a Modena”.
Il “caso lucchese” potrebbe fare giurisprudenza a livello nazionale, soprattutto se, come pare probabile, l’Inps dovesse rinunciare a fare ricorso in Cassazione: “Il problema è che non esiste una direttiva nazionale omogenea – conclude Roberto Guidotti –: siamo in contatto con altre province italiane che seguono con attenzione la nostra vicenda. Il nostro obiettivo era quello di tutelare la dignità delle cooperative e sia la legge che il giudice ci hanno dato ragione. Noi siamo pronti e disponibili per un confronto aperto e franco con l’Inps per uscire da questa situazione di impasse che non fa bene a nessuno. Fino a questo momento però non abbiamo avuto nessuna risposta dall’altra parte. Qualora questa situazione non dovesse sbloccarsi ci troveremmo costretti ad agire per vie legali”.
Quello che è stato messo in dubbio dall’Inps lucchese è il comma 114 della legge di stabilità del 2016, in cui si dice che i soci della cooperativa hanno diritto ad una retribuzione attraverso una busta paga, con tassazione identica a quella del lavoratore dipendente, e di godere delle detrazioni dell’artigiano. Si tratta di un chiarimento importantissimo dato che, in alcune regioni, l’Inps sta compiendo sistematiche azioni contro le cooperative artigiane ritenendo i soci-lavoratori sempre e comunque soggetti a un rapporto di lavoro subordinato, con conseguenze in ambito previdenziale.
Sviluppi decisivi in questa vicenda sono attesi entro la fine del mese, quando scadranno i termini per il ricorso in Cassazione.

Luca Dal Poggetto