Operai morti, chiesto un tavolo dal prefetto

7 settembre 2017 | 13:13
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Operai morti, chiesto un tavolo dal prefetto

Il prefetto di Lucca, Maria Laura Simonetti, convochi un tavolo istituzionale dopo l’incidente sul lavoro che ha provocato la morte di due operai. La richiesta arriva dal segretario di uil Cst Toscana Nord, Giacomo Saisi.
“Ancora troppi incidenti nel mondo del lavoro della nostra provincia, per ultimo il dramma che ha visto la morte di due lavoratori che stavano allestendo l’illuminazione per la processione di Santa Croce. Alla luce di quest’ultimo evento – scrive – la Uil chiede al prefetto di Lucca che nel più breve tempo possibile venga aperto un tavolo di lavoro istituzionale con tutti i soggetti interessati, tavolo che porti ad una applicazione rigida delle norme di sicurezza. Non c’è più tempo da perdere, troppi sono gli infortuni e troppi purtroppo quelli mortali”.

“Mentre nelle grosse aziende si nota uno sforzo significativo – aggiunge Saisi -, nelle aziende medio piccole c’è ancora molto da fare, per riuscire ad imprimere la cultura della sicurezza come valore aziendale, è evidente che quando vengono meno queste norme si espongono i lavoratori a situazioni di grave rischio, ci vuole una maggior consapevolezza e sensibilità da parte dei datori di lavoro che devono destinare più risorse e impegno per garantire ai propri dipendenti la dovuta formazione e informazione. La sicurezza sui luoghi di lavoro non è un costo ma un enorme valore aggiunto. Nei luoghi di lavoro sono diminuiti i controlli e i sopralluoghi da parte degli organi competenti, ma non ci possiamo nascondere solo sotto una richiesta di più vigilanza perché il vero problema è culturale, ed è parere di chi scrive che si dovrebbe avere la possibilità di iniziare la formazione dagli studenti, si deve partire dalle scuole introducendo progetti legati alla sicurezza sul lavoro perché la cultura della sicurezza non si trasmette ad una persona di 50 anni ma deve essere impressa nel nostro essere sin da prima dell’inizio della vita lavorativa. Resta il nodo dolente di certe forme contrattuali, che magari favoriscono i dati sull’occupazione ma portano precarietà e una flessibilità sul lavoro che limita le attuali norme di sicurezza, facendo si che i lavoratori per tutelare il proprio posto di lavoro spesso sono costretti a tacere situazioni ai limiti della legalità. Identico e correlato argomento da affrontare con serietà e determinazione è quello legato agli appalti pubblici e privati che vengono banditi al massimo ribasso, perché le aziende per una maggior competitività tagliano i costi destinati alla sicurezza , violando o, nel migliore dei casi, aggirando proprio le regole sugli stessi appalti. Su queste problematiche serve una sollecita e corale risposta, altrimenti saranno solo discorsi caduti nel vuoto e non si arriverà mai a niente e al prossimo dramma saremo qui a fare i soliti proclami”.