Etichettatura della pasta, Tar dà via libera. Esultano gli agricoltori Coldiretti

28 novembre 2017 | 09:20
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Etichettatura della pasta, Tar dà via libera. Esultano gli agricoltori Coldiretti

Pasta con etichetta: il Tar del Lazio ha bocciato ricorso dei pastai contro il decreto dei ministri delle politiche agricole Maurizio Martina e dello sviluppo economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta. Esulta Coldiretti da sempre impegnata sulla trasparenza e l’etichettatura d’origine dei prodotti a tutela delle imprese e del consumatori. Esultano 200 imprese agricole della provincia di Lucca specializzate nella produzione di frumento.

“Con questa decisione si accolgono le richieste dell’81 per cento degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola – ha commentato Maurizio Fantini, direttore Coldiretti Lucca – Non possiamo quindi che essere soddisfatti perché è stato riconosciuto il primato dell’informazione dei cittadini rispetto a meri fini economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli italiani e delle imprese agricole”.
Il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali. “Il nostro paese – sottolinea ancora Fantini – è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40 per cento della produzione nazionale. Anche in Toscana vengono coltivati circa 110mila ettari a grano dei quali 90mila seminati a grano duro e circa 20mila quelli in cui si coltiva il grano tenero. La nostra provincia contribuisce, anche se in piccola parte, al primato. Sono circa 200 le imprese agricole che coltivano grano in aree in cui se non vi fosse questa coltivazione resterebbero incolte per una superficie di 600 ettari. Noi continueremo la nostra battaglia, edificando nuove filiere, da soli o con l’industria pastaria lungimirante”.
Per informazioni anche www.toscana.coldirett.it e pagina ufficiale Facebook e Twitter.