Sigarette elettroniche: l’Italia sceglie la via dell’ostruzionismo

23 dicembre 2017 | 12:12
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Sigarette elettroniche: l’Italia sceglie la via dell’ostruzionismo

Nel nostro paese le sigarette elettroniche sono sempre state viste in modo poco chiaro. Non dal pubblico, che anzi gradisce in modo crescente l’uso di questi dispositivi, bensì dallo Stato. Del resto non è difficile ravvisare una sorta di “conflitto di interessi” visto che lo Stato italiano, attraverso i monopoli, si occupa di commercializzare e tassare il fumo delle sigarette tradizionali. Quindi, perché non dovrebbe farlo anche con le sigarette elettroniche?

Una visione distorta
Negli ultimi mesi abbiamo visto come lo Stato Italiano stia cercando di assimilare il fumo da sigaretta elettronica con quello tradizionale. Eppure da più parti si sono alzate le voci di coloro che hanno fatto notare come da varie ricerche la sigaretta elettronica risulti molto meno dannosa rispetto alla classica bionda. Purtroppo i legislatori non hanno saputo, o voluto, ascoltare e ora nel nostro Paese fumare una sigaretta elettronica costa il doppio rispetto che negli altri Paesi europei, alla faccia della direttiva della Comunità, datata 2014, che cerca di rendere similari le condizioni dei fumatori, elettronici e non, all’interno di tutti i Paesi dell’Europa unita. Secondo una sentenza della Corte Costituzionale infatti lo svapatore italiano dovrà pagare una tassa di 5 euro per l’acquisto di qualsiasi tipo di liquido per sigaretta elettronica, anche quelli totalmente privi di nicotina. Oltre a questo per quanto riguarda invece i liquidi contenenti nicotina in futuro potranno essere venduti solo da rivendite autorizzate, come ad esempio le classiche tabaccherie.

Perché questo ostruzionismo
L’ostruzionismo di parte del Governo per quanto riguarda l’utilizzo delle sigarette elettroniche e la loro diffusione è sicuramente correlato alla concorrenza di questi dispositivi nei confronti delle sigarette tradizionali, da cui lo Stato guadagna annualmente cifre importanti. Non è infatti possibile che questo tipo di tassazioni siano da imputare alla salvaguardia della salute dei cittadini. Da anni infatti si fanno ricerche per verificare quanto siano più o meno salubri queste sigarette; il risultato di tali ricerche è che le sigarette elettroniche non sono innocue e sarebbe opportuno che i minorenni non ne facessero uso. È anche vero però che, se utilizzate in modo corretto, sono enormemente meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali, quelle di carta e tabacco. Quindi la diffusione di questo tipo di fumo, dello svapo, potrebbe portare a diversi vantaggi dal punto di vista della salute dei fumatori, visto che lo svapatore è scarsamente esposto a sostanze cancerogene, invece presenti in grandi quantità nel fumo da sigaretta tradizionale.

I liquidi senza nicotina
Il provvedimento tocca i liquidi totalmente privi di nicotina, che fino a qualche tempo fa si erano “salvati” dalla tassazione diretta. Nessun altro Paese europeo ha questo tipo di tassazione che, lo ricordiamo, è di 5 euro per ogni flacone di liquido per lo svapo, indipendentemente dagli ingredienti che contiene. La voce dei produttori e dei rivenditori si sta facendo sentire in diversi luoghi, tra cui ovviamente anche internet. Resta da capire se tale provvedimento riguarderà anche i liquidi puri, il glicole propilenico e la glicerina, come ad esempio quelli proposti sul sito https://flavourart.com/it/compra-online/aromi/pg-and-vg-it/. Questi fluidi infatti hanno vari utilizzi, anche a livello alimentare ed erboristico, non è opportuno sottoporli alla medesima regolamentazione rispetto ai fluidi specificatamente prodotti per lo svapo. Mescolando glicole e glicerolo, con l’aggiunta di qualche goccia di aromi alimentari, si ottiene un ottimo fluido per lo svapo, ad oggi privo di tassazione, e anche di nicotina ovviamente. Forse questo resterà l’unico metodo per avere a disposizione dei fluidi per sigaretta elettronica a costi contenuti, adatti anche all’utilizzatore occasionale, che non intende spendere cifre esorbitanti per un prodotti di uso comune, che hanno un prezzo al consumo decisamente basso.