Braccini (Fiom): “Nautica in ripresa ma condizioni dei lavoratori peggiorate”

“La nautica è un settore in ripresa e vi sono oltre diecimila addetti complessivi in Toscana. La nostra Regione si contraddistingue per la produzione di mega yacht sopra i 30 metri, (il 25% dei mega yacht al mondo viene prodotto in Toscana) ma l’arretramento delle condizioni di lavoro segna un condizione inaccettabile. Nei vari cantieri nautici in Toscana figurano molti marchi di aziende tra le più importanti al mondo che producono beni di lusso unici ma le condizioni materiali dei lavoratori, per lo più appartenenti a ditte in appalto, arretrano”. Inizia con queste parole un lungo intervento di Massimo Braccini, segretario generale della Fiom Toscana che delinea un quadro non certo idilliaco delle condizioni dei lavoratori nei cantieri navali.
“Pensavamo che la crisi avesse insegnato qualcosa – insiste Braccini -, che il modello fallimentare del passato fondato sull’appalto sfrenato non fosse più attuabile, invece la situazione é andata di nuovo peggiorando. I cantieri ormai hanno pochi addetti diretti alla produzione. La crisi doveva essere anche l’occasione per far riflettere e per ricreare tutte quelle professionalità necessarie di cui tanto gli stessi cantieri lamentano la mancanza ma alla fine, una volta arrivata la ripresa, hanno inseguito la ricerca del minor costo del lavoro”.
“Nella gran parte dei cantieri nautici in Toscana – prosegue Braccini – manca il rispetto delle regole ed alla fine della catena degli appalti vi sono sempre lavoratori più deboli e sfruttati. Questo é anche il risultato di varie leggi in materia di lavoro e appalti che hanno favorito la supremazia dell’impresa a scapito dei diritti dei lavoratori e che un paese civile ha il dovere di cambiare. Le condizioni e la sicurezza nei luoghi di lavoro in un intreccio di appalti su appalti si abbassano, molti lavoratori provengono da altri paesi e non conoscono nemmeno i loro minimi diritti. Bisogna aprire presidi sindacali di fronte ad ogni area produttiva in tutta la costa, affinché ogni lavoratore trovi una risposta, sia tutelato e non lasciato solo. Vanno verificate le modalità di assunzione, le retribuzioni, le ore lavorate ed é necessario far fare verifiche approfondite, chiamando in causa anche gli enti preposti. Le responsabilità che stanno in capo alle aziende sono palesi e pesanti, ma vi sono anche responsabilità politiche ed Istituzionali. Avevamo più volte chiamato in causa la Regione Toscana e alcune amministrazioni locali affinché si aprisse un serio dibattito sul modello di sviluppo distorto in un settore importante e soprattutto che opera su concessioni demaniali, in modo da affrontare una discussione strategica e con una visione di tutta la costa ma non è mai arrivata nessuna concreta risposta. Anzi, laddove vige l’autorità portuale regionale come nel porto di Viareggio, con la responsabilità anche della stessa amministrazione comunale, si é andati a frazionare la più importante area demaniale, tanto che, come Fiom, abbiamo dovuto ricorrere al Consiglio di Stato”.
“Nel corso degli anni – conclude il segretario generale dei metalmeccanici toscani – vi sono sempre stati declini e rinascite ma se mancano le idee non si va da nessuna parte. La storia di un certo modello produttivo è inesorabilmente fallita, la sua riproposizione in peggio mette a rischio il futuro stesso del settore. Tuttavia, non esiste che aziende che operano su beni pubblici perseguano un indirizzo fondato sull’arretramento delle condizioni di lavoro e siano lasciate fare, non solo perché é un’ingiustizia sociale, ma anche perché non vi è una prospettiva per modelli produttivi deformati. La nautica in Toscana non si può riempire la bocca solo con il salone Nautico, perché se il settore non é fondato sulla qualità delle imbarcazioni, sulle professionalità e sui diritti dei lavoratori, non ha futuro. Restando aperti a qualsiasi tipo di confronto e richiamando ognuno alle proprie responsabilità. Noi continueremo a batterci al fine di favorire uno sviluppo nell’interesse collettivo, dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori”.