Yen si rafforza, ma occhio allo scandalo Abe

20 marzo 2018 | 16:19
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Yen si rafforza, ma occhio allo scandalo Abe

Chiusura in calo per Borsa di Tokyo, complice uno yen forte e i timori di una guerra commerciale con la Cina. Fomentata anche dai dazi doganali voluti da Trump. Quest’ultimo, infatti, ha chiesto al governo cinese di ridurre di 100 miliardi di dollari il surplus commerciale che vanta verso il suo Paese. Ieri Wall Street ha chiuso la seduta mista.

Sul mercato giapponese sta ancora pesando uno scandalo riguardante il premier Shinzo Abe, dello scorso anno, riguardo la vendita di un terreno statale. Il Nikkei è così retrocesso di un -0,58% a quota 21.676,51 punti. Ma malgrado questo calo, ha chiuso questa settimana con un rialzo dell’1%. In generale, hanno chiuso n rosso tutti i mercati asiatici. Seppur in misura inferiore: Shanghai -0,54%, Sensex indiano -0,94%, Singapore -0,06%, Hang Seng -0,34%.

La situazione macroeconomica del Giappone
La produzione industriale nipponica è stata valutata al ribasso, dato che nel mese di gennaio ha registrato un -6,8%. Ancor più di quel -6,6% che era stato stimato all’inizio. Trattasi della discesa più forte da marzo 2011, quando si verificò la tragedia dello Tsunami. Secondo gli analisti, comunque, siamo dinanzi solo ad un incidente di percorso, collegato all’estrema volatilità con cui sono misurati in tempo reale i ritmi dell’assemblaggio.

Cambio USD/JPY
Comunque, il cambio dollaro yen ha fatto registrare un rialzo dello 0,4% a 105,88 per dollaro. A detta degli analisti, tale movimento è legato all’indiscrezione riportata dal Washington Post, riguardo il licenziamento per opera del Presidente degli Stati Uniti del suo consigliere per la Sicurezza H.R. McMaster. Tuttavia, la portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, ha smentito categoricamente questa voce. Comunque, a prescindere se si tratti o meno di una boutade, il team di Trump dovrebbe perdere altri pezzi, con le dimissioni di Gary Cohn, consulente economico del Presidente, e del Segretario di Stato, Rex Tillerson.

Ma ha avuto anche un suo peso la notizia del New York Times, riguardo il fatto che il procuratore speciale Robert Mueller ha intimato alla Trump Organization di consegnare una lista di documenti, tra cui alcuni riguardanti la Russia. Sulla vittoria di Trump, infatti, ci sono sospetti che abbiano pesato gli Hacker del Cremlino. Ma non ci sono mai state prove concrete a riguardo. In realtà, qualche mese prima delle elezioni, si disse qualcosa del genere anche per quelle italiane. Con Putin che avrebbe aiutato Salvini e i Cinquestelle.

Cambio Yen/Yuan
Un’altra notizia importante riguarda però anche la Banca centrale cinese, la quale ha deciso di svalutare lo yuan dello 0,3% nei confronti del dollaro. Il ribasso più consistente verificatosi da una settimana a questa parte. Nello specifico, la PBoC ha fissato il cambio tra il dollaro americano e la valuta di Pechino a 6,3340 rispetto a quota 6,3141 di ieri.

Lo scandalo del terreno che coinvolge Shinzo Abe
Intanto lo Yuan potrebbe subire un contraccolpo dallo sviluppo della vicenda che riguarda il Premier Shinzo Abe, e la vendita di un terreno. Due giorni fa, il ministero dell’Economia ha diffuso i risultati di un’indagine interna secondo cui alcuni funzionari hanno cancellato dai documenti relativi alla vendita del terreno. il nome di importanti membri del partito di Abe, e soprattutto di sua moglie Akie. Il Premier nipponico ha incolpato i funzionari del ministero, ma si sospetta che i nomi siano stati cancellati dietro pressioni politiche.

Per Abe è un duro colpo, visto che il prossimo settembre in Giappone si voterà. E lui, Premier uscente, punta alla riconferma ma con una maggioranza parlamentare più ampia. Abe e il suo Partito Liberal Democratico (Pld), da anni stanno cercando di far ripartire l’economia e modificare la Costituzione giapponese per permettere la creazione di un corpo militare nazionale, al momento esplicitamente vietato.

Il terreno di cui si parla si trova alla periferia di Osaka ed è di 9mila metri quadri. Nel 2016 il ministero delle Finanze decise di cederlo ad una fondazione ultra-conservatrice chiamata Moritomo Gakuen, che gestisce un asilo nido di Osaka. Le cui lezioni e programmi didattici sono impregnati di nazionalismo e negazionismo (non si fa riferimento, ad esempio, alle atrocità commesse dall’antico impero giapponese soprattutto a danno dei cinesi). L’istituto lo ha pagato 134 milioni di yen, che corrispondono a circa un milione di euro. Ma si tratta di un decimo del prezzo di mercato.

Dunque una bomba giudiziaria a pochi mesi dalle elezioni, che potrebbero spegnere i sogni di gloria di Abe e del suo partito.