
Potrebbe riaprire a breve lo storico negozio Tenucci in via Fillungo. La lunga e dibattuta vicenda relativa alla nota attività cessata con il fallimento della società Fernando Tenucci, dopo un’inchiesta della finanza per una presunta evasione da cui Umberto Tenucci e la moglie sono stati assolti per la parte penale (Leggi), si è arricchita, oggi (10 aprile) di un ulteriore ed importante capitolo. Proprio questa mattina, infatti, era fissata l’asta per lo storico negozio di via Fillungo – per una base di 880mila euro all’incanto – e, ad aggiudicarsi l’ambito fondo, crocevia dell’alta moda lucchese, italiana ed internazionale per decenni, è stata Elisabetta Elisabetta Pierallini, figlia di Pierluigi, fondatore di Tagetik, azienda lucchese di software, e moglie di Giorgio Tenucci, figlio di Umberto, che ha guidato con successo la storica attività del centro storico, che per oltre un secolo ha scandito i tempi dell’alta moda lucchese.
A confermarlo è lo stesso Pierluigi Pierallini, che si è detto molto soddisfatto del “regalo” che la figlia si è fatto, proprio il giorno dopo aver partorito il suo terzogenito, Vittorio.
“Sono contento anche dei vincoli che sono stati posti sul negozio e sull’arredamento – ha affermato Pierluigi Pierallini – vincoli che consentiranno di mantenere inalterata la preziosa immagine storica che da sempre contraddistingue il ‘Tenucci’. Qualunque attività si voglia avviare in quel fondo – sottolinea Pierallini – se ne dovranno rispettare le caratteristiche architettoniche, storiche e artistiche, perché non dobbiamo dimenticare che buona parte del successo del commercio tradizionale lucchese discende proprio dalla bellezza dei negozi tradizionali, un valore che a Lucca, più che altrove, ha trovato la sua massima espressione”.
Ormai è cosa fatta anche se il Comune di Lucca ha il diritto di prelazione sull’immobile e potrebbe, in linea teorica, esercitarlo nei prossimi due mesi, anche se Palazzo Orsetti non sembra interessato all’affare.
La vicenda giudiziaria, che aveva scosso profondamente la città e che oggi è definitivamente archiviata, con l’archiviazione della posizione di Umberto Tenucci nella causa penale, si era però sviluppata nel pignoramento dei beni mobili di proprietà della società, da parte di Equitalia e, quindi, nell’asta del fondo.
Come conferma il curatore fallimentare Massimo Romiti – nel cui studio si è tenuta la vendita all’incanto – questa mattina si sono presentati diversi soggetti ma ad avere la meglio è stata Pierallini. Il progetto di fondo è quello di donare nuova linfa ad una storia lunghissima, iniziata nel 1860, l’anno in cui il capostipite della famiglia Tenucci, Ferdinando, decide di fondare una cappelleria in piazza san Michele. Il fondo chiuso – ferita aperta che ancora non si rimargina, nell’immaginario lucchese – contiene beni mobili per un valore di 20mila euro (cifra che si ricava, per lo più, dal pregio degli arredi in legno ed in vetro). L’offerta minima per partecipare all’asta, stamani, doveva essere di almeno 660mila euro ma sarebbe stato offerta una cifra superiore
C’è, in tutto questo, anche un altro aspetto da valutare: quello, per l’appunto, del diritto di prelazione vantato dal Comune di Lucca, in ragione di un atto sottoscritto nell’ormai lontano 1986. “Dubito fortemente – prosegue Romiti – che il Comune intenda esercitarlo. Ad ogni modo, per farlo avrebbe 60 giorni di tempo, trascorsi i quali l’aggiudicatario odierno, se il Comune resterà inerte, potrà trasferire il prezzo di vendita ed ottenere il decreto di trasferimento da parte del tribunale. Va anche detto – precisa e conclude – che il Comune potrebbe dichiarare fin da subito che non è interessato ad esercitare la prelazione, facendo così risparmiare settimane di tempo che potrebbero essere preziose”.
Con la prospettiva, come si diceva, che a quel punto la società aggiudicataria innesti nuovamente nello storico fondo l’attività di abbigliamento, ricollocando alla direzione lo stesso Umberto Tenucci. Il commerciante è pronto a tornare al timone.