Legislazione sul gioco d’azzardo, la posizione del Movimento 5 Stelle

11 aprile 2018 | 09:39
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Legislazione sul gioco d’azzardo, la posizione del Movimento 5 Stelle

Essere il partito nettamente più votato non è bastato al Movimento 5 Stelle per ottenere una percentuale sufficiente a formare il nuovo governo senza scendere a compromessi. Battuto dalla coalizione del centro-destra, Di Maio e i pentastellati proveranno comunque a far valere le posizioni spiegate in campagna elettorale sulle questioni più importanti per lo Stato, tra cui il gioco d’azzardo.

Il Movimento 5 Stelle punterà forte sull’uniformità normativa del settore (leggi anche Lotta all’azzardo cuore della nostra proposta sociale). Gli esponenti del partito si sono dichiarati insoddisfatti dell’operato del precedente governo, con Gentiloni che non è riuscito ad attuare la riforma prevista da Renzi. Si parlava di un taglio del 32% delle slot machine sul territorio italiano, per scendere dalle 420.000 di inizio 2016 a poco più di 280.000 entro questa primavera. Inutile dire che i numeri sono ben differenti, e mostrano solo un lieve calo dovuto al mancato rinnovo delle licenze. La proposta di legge elaborata nel 2017 dai 5 Stelle procede a un netto taglio nei confronti di quanto operato dal precedente governo. La critica principale è stata portata alla concessione delle autorizzazioni, che sarebbe stata effettuata senza utilizzare un controllo serrato.

Come si legge in questi giorni sul sito www.gamingreport.it, la linea di intervento contro la diffusione dell’azzardo prevede quindi un maggiore controllo da parte degli enti locali, che avranno più libertà nell’emanazione delle leggi. Nel frattempo comunque si punterà a fornire una normativa che possa ridurre l’offerta a livello nazionale, e tutelare i comuni “no-slot”. Uno dei maggiori controsensi della situazione attuale è la possibilità di trovare due comuni confinanti con regole completamente differenti, con tutti i vantaggi del caso per chi lascia maggiore libertà agli esercenti. Di sicuro un punto importante sarà il divieto assoluto della pubblicità, diretta e indiretta, che viene considerato uno dei maggiori fattori di avvicinamento al gambling. Il numero di concessioni sarà limitato, così da tenere sotto controllo l’offerta.

Ulteriore prevenzione dovrà essere effettuata con il lavoro nelle scuole e in incontri pubblici, organizzati dalle regioni. Questa strada d’altronde è già stata percorsa dal governo Gentiloni, che ha stanziato 45 milioni di euro per potenziare l’assistenza delle regioni. Altro argomento su cui insisterà la riforma, qualora dovessero passare le idee dei 5 Stelle, è il distanziometro, applicato in alcune città. L’estensione all’intera nazione sarà un passaggio fondamentale per la lotta alla ludopatia.

Il progetto anti-azzardo del Movimento 5 Stelle ha quindi l’ambizione di tenere vivo il settore dell’azzardo, senza arrivare al proibizionismo ma limitando l’offerta. Bisognerà tuttavia capire quanto costerà allo Stato italiano questo ridimensionamento. Al di là dei costi del piano d’azione, non bisogna dimenticare che l’industria gambling porta all’erario circa 10 miliardi di euro all’anno. Soldi che difficilmente possono essere recuperati da finanziatori, o ottenuti con una spallata al settore. Inoltre, l’azzardo fornisce lavoro a più di 100.000 italiani, e inevitabilmente i tagli arriverebbero a interessare i dipendenti. Per di più limitare il comparto legale rischierebbe di fornire un assist all’illegalità, con le mafie locali che non aspettano altro per tornare su un mercato propizio. Tutti problemi che dovranno essere presi in considerazione, appena l’argomento gambling tornerà d’attualità nel nuovo governo.