Cartario e tissue, Uilcom: “Dobbiamo iniziare a parlare di crisi”

23 giugno 2018 | 16:35
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Cartario e tissue, Uilcom: “Dobbiamo iniziare a parlare di crisi”

“Da un lato ci sono alcune imprese che crescono, migliorano i fatturati ed investono in tecnologie, studiano tutti i miglioramenti che la tecnologia può fornire (è stato annunciato It’s Tissue, una kermesse del meglio dell’innovazione tecnologica, dalla produzione alla logistica), migliorando la produttività per addetto e robotizzando in modo sempre più spinto; dall’altro ci sono elementi fortemente preoccupanti come la sovrapproduzione che c’è rispetto al mercato italiano sta inducendo le aziende che hanno stabilimenti in più paesi a dirottare altrove la produzione per l’estero, l’aumento vertiginoso del costo della cellulosa (legato sia al monopolio dei produttori, ed alla grande domanda cinese) sta rendendo risibili i margini, restano i problemi degli alti costi energetici, inoltre le politiche di mercato della grande distribuzione stanno creando non poche difficoltà al mondo del tissue lucchese, insomma nubi grigie all’orizzonte”. Preoccupazioni queste che arrivano dalla Uilcom settore carta che, nonostante plauda agli investimenti che le aziende fanno in nuove tecnologie, esprime perplessità per quanto riguarda l’occupazione.

“Oggi – si legge nella nota della Uilcom – anche nel distretto della piana di Lucca diverse aziende hanno dichiarato esuberi in modo più o meno palese con motivazioni diverse. Che le chiamino ristrutturazioni o contrazioni non brevi di lavoro, il problema è grosso e relativamente nuovo. Ad oggi, le aziende gestiscono la questione esuberi con trasferimenti, smaltimenti spinti di ferie e permessi, riduzione dei somministrati, dei lavoratori a tempo determinato, ci sono tagli sulle ditte esterne; ed in alcuni stabilimenti si assiste al fermo di linee di produzione in modo sporadico o strutturale. Alcune aziende hanno fatto ricorso alla cassa integrazione, mentre come è noto un gruppo cartario rischia la dichiarazione di fallimento, con uno dei tre stabilimenti che sarà certamente chiuso, rischiano il posto tutti i 149 dipendenti”.
“Abbiamo imparato dalla storia che non è opportuno fare la guerra all’innovazione tecnologica – prosegue la nota del sindacato – è il caso invece di partecipare attivamente al cambiamento in atto anche attraverso un confronto con le aziende del settore, coinvolgendo le istituzioni perché l’esistenza del distretto deve andare a vantaggio anche di chi lavora, garantendo i livelli occupazionali con meccanismi che salvaguardino le professionalità e migliorino la qualità del lavoro. Si deve iniziare a parlare di riduzione dell’orario senza toccare gli stipendi e soprattutto garantendo il personale”.
“Le nostre proposte sono principalmente tre – dicono dalla Uil -: strutturare un bacino anche per le maestranze con sistemi di garanzia occupazionale; inserire il lavoro in cartiera e cartotecnica nei lavori gravosi al fine di anticipare l’eta pensionabile; e affrontare la questione dell’orario di lavoro per lavorare meglio e meno a parità di salario. Registriamo su questo tema un ritardo delle altre organizzazioni sindacali e della politica, mentre comprendiamo che le aziende non ne vogliano parlare in modo aperto, perché affrontando i problemi di caso in caso evitano modifiche delle condizioni di lavoro e tocca sempre a chi lavora subire le soluzioni”.
“Se avessimo avuto una organizzazione di bacino non avremmo dovuto gestire in questo modo nemmeno il caso PaperGroup, dove vediamo che nonostante le difficoltà non si utilizzano ammortizzatori, non si garantisce il posto di lavoro ma si definisce intanto per alcuni un esodo poco incentivato e per altri prospettive poco rassicuranti. Anche la riduzione degli esuberi da 37 a 24 appresa nell’ultimo incontro fa capire che non c’è chiarezza ma solo voglia di alleggerire il personale e di ridurre gli incentivi. La Uilcom per questo non farà accordi con esodi e licenziamenti ‘spontanei’, né alla PaperGroup né altrove”.
“Anche sulla sicurezza verifichiamo un ritardo del settore – aggiunge la nota del sindacato – che sulla prevenzione e la gestione degli infortuni traumatici è attento, ma sugli ambienti di lavoro, le malattie professionali e lo stress da lavoro correlato è a nostro avviso in ritardo. È bene che il territorio e la politica se ne rendano conto. Se vogliamo evitare drammi, le parti sociali e chi rappresenta il territorio devono fare sistema concertando metodi e processi, altrimenti si rischiano altri casi Paper Group”.