Il succo di zucchero di canna? E’ made in Porcari

24 luglio 2018 | 14:32
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Il succo di zucchero di canna? E’ made in Porcari
Il succo di zucchero di canna? E’ made in Porcari
Il succo di zucchero di canna? E’ made in Porcari

Una bevanda di pura energia naturale fatta quasi interamente di succo di canna da zucchero, proprio come ai Tropici. Impossibile? Invece è tutto vero: si chiama OriOra e, pensate, in Europa viene prodotta solo a Porcari. L’idea, nata da un giovane del paese, Paolo Fredianelli, grazie all’amico e socio Giulio Fazzini e ad un’azienda di Calenzano che si è occupata della produzione, piano piano sta davvero spopolando.

Ma come mai proprio un gusto così particolare in bottiglia? Tutto nasce da un viaggio in Marocco fatto poco più di un anno fa: “Ero là con le mie sorelle – ha spiegato Paolo – quando un giorno ci hanno fatto assaggiare questa spremuta. Solitamente quando si viaggia si assaporano gusti particolari, aromi a cui non siamo abituati, ma quello era un gusto semplice, un sapore che il mio palato aveva sempre conosciuto. Per noi fu un’incredibile scoperta – racconta – perché siamo da sempre abituati a vedere lo zucchero di canna in bustina o utilizzato per la distillazione dei super alcolici. Berlo e sentirne anche le particolari proprietà è stato fantastico, talmente fantastico che, una volta tornati a casa, abbiamo deciso di prepararlo e tenercelo in frigo”.
Qui però l’amara scoperta: dopo un po’ di clic e viaggi a vuoto, infatti, i ragazzi hanno scoperto che nessuno, in Europa, aveva mai pensato di produrre e imbottigliare una bevanda simile. E da qui, grazie alla voglia di ritrovare quel gusto che lo aveva fatto innamorare, dopo una vita trascorsa a studiare nautica è partito questo nuovo e grande sogno. Un sogno, un’idea geniale che oggi è diventata un vero e proprio business: “In prima battuta, la cosa più difficile, c’è stata la realizzazione dei macchinari – ha spiegato Paolo – Non essendoci questo tipo di prodotto sul mercato è stato complesso anche trovare un’azienda capace di produrlo per noi. Per fortuna abbiamo conosciuto un’azienda metalmeccanica di Calenzano, la Max Italia Service. Con loro siamo riusciti a realizzare il primo impianto di produzione e, da fornitori, affascinati dal prodotto, sono diventati anche nostri soci”.
Affascinati, come dargli torto. La bevanda, infatti, è davvero unica: bevuta nelle zone più belle e povere del mondo come l’Africa e i paesi tropicali, questa semplice spremuta di canna da zucchero è una fonte straordinaria di calcio, antiossidanti, vitamine, fibre e sali minerali. La presenza di vitamine A, B, C, ma anche di calcio, fosforo, fluoro, magnesio, potassio e zinco conferisce ad OriOra numerose proprietà benefiche utili per ricaricarsi anche dopo lo sport o per re-idratarsi nei periodi più caldi.
“La bevanda si chiama così dal termine latino ‘Orior’, che significa sorgere, nascere – ha spiegato Paolo – Per adesso in commercio ne esistono due tipi: la Ori Gold, che è un semplice estratto di canna da zucchero, e la OriOra, un mix di lime, zenzero e, ovviamente, l’ingrediente principale: la canna da zucchero”.
Nello stabilimento di Porcari, che ricordiamo è il primo in Europa, il succo viene estratto a freddo per mantenere inalterate le sue caratteristiche principali. Processi combinati di pastorizzazione a diverse temperature stabilizzano il prodotto senza comprometterne le sue qualità organolettiche. Un prodotto unico che oltre al sapore genuino e alle sue straordinarie proprietà ha portato anche fortuna nel mondo dello sport estremo: come ricorderete, infatti, il giovanissimo campione toscano di Motocross Brando Rispoli lo scorso 22 luglio è salito sul podio con OriOra come sponsor che lo accompagnerà anche nei campionati Junores in programma il prossimo 26 agosto a Horsham. Ma se pensate che questa bevanda faccia bene solo al corpo vi sbagliate di grosso: in alcuni locali del centro storico, infatti, questa bomba di energia naturale viene usata anche per la preparazione di alcuni cocktail: l’OriOra Sunrise, ad esempio, è servito con tequila silver e succo d’arancia ma si può provare anche con Aperol e Triple sec. Insomma, un’estate tutta da bere grazie a un piccolo sogno che sta diventando grande proprio come l’elefante del suo logo. Ma adesso c’è ancora un gran bel sogno da tirare fuori dal cassetto: “Il nostro obiettivo – ha detto Paolo – è quello di puntare alla grande distribuzione nazionale, vogliamo che il nostro prodotto si trovi in ogni bar e locale d’Italia. Ma non solo: stiamo lavorando anche con l’estero, ovviamente con i paesi più caldi, ma vogliamo far conoscere OriOra in modo capillare”.

Giulia Prete