Banco Bpm, aumentano raccolta diretta e utili

3 agosto 2018 | 16:33
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Banco Bpm, aumentano raccolta diretta e utili

Via libera alla semestrale 2018 del gruppo Bpm, di cui fa parte anche la Cassa di Risparmio di Lucca. I risultati sono incoraggianti con utili in crescita che per i primi sei mesi dell’anno si sono attestati a 353 milioni di euro.

Ma vediamo più nel dettaglio. Il margine di interesse si attesta a 1.180,1 milioni di euro. Il dato non è pienamente confrontabile con quello del precedente esercizio, in quanto – a seguito dell’applicazione dell’Ifrs 9 – il margine di interesse è influenzato dalla riclassifica positiva del cosiddetto “reversal” dovuto alle riprese da attualizzazione delle sofferenze che, precedentemente, erano registrate fra le rettifiche nette su crediti e dalla riclassifica negativa dovuta al calcolo degli interessi su posizioni deteriorate basato sul valore al netto delle rettifiche e non sul valore contrattuale. Al netto di tali riclassifiche, complessivamente positive per 128,9 milioni euro, il margine si attesta a 1.051,2 milioni rispetto al dato di 1.032,2 milioni del primo semestre 2017 (+1,8%). La contribuzione del secondo trimestre è di 585,0 milioni che, al netto degli effetti riferibili all’introduzione dell’Ifrs 9, risulta in crescita dell’1,9% nel confronto con il primo trimestre 2018.
Il risultato delle partecipazioni valutate al patrimonio netto è positivo per 76,0 milioni in flessione rispetto al dato di 81,9 milioni rilevato nel corrispondente periodo dello scorso esercizio, con una contribuzione del secondo trimestre di 33,4 milioni, in calo rispetto ad 42,6 milioni registrati nel primo trimestre, per effetto del minor contributo registrato nel trimestre dalle società del comparto assicurativo, imputabile anche alla riduzione della quota di interessenza partecipativa. Nell’ambito di tale aggregato l’apporto principale è fornito dal credito al consumo veicolato dalla quota partecipativa detenuta in Agos Ducato per 62,7 milioni.
Le commissioni nette ammontano a 927,5 milioni, in calo del 9,0% nel confronto con il primo semestre 2017 che registrava commissioni nette pari a 1.019,4 milioni. Questa flessione è prevalentemente imputabile al comparto dei servizi di intermediazione, gestione e consulenza, che si riduce di 68,0 milioni in valore assoluto rispetto al dato del primo semestre 2017 principalmente per il negativo trend di mercato che ha caratterizzato soprattutto i mesi di maggio e giugno per effetto delle note turbolenze connesse ai titoli di stato italiani e ai mercati azionari internazionali e per la riorganizzazione della rete commerciale con anche il passaggio da un modello di consulenza “di prodotto” a un modello “di portafoglio”, che ha richiesto opportune attività di training. Inoltre il confronto annuale risente dell’attività di collocamento di prodotti di risparmio gestito e gestioni patrimoniali, particolarmente intensa nel primo semestre 2017 dopo il rallentamento di fine 2016 legato alla fusione.
Gli altri proventi netti di gestione ammontano a 154,2 milioni e includono la plusvalenza, pari a 113,6 milioni, realizzata a seguito della cessione ad Anima Sgr dei mandati di gestione in delega degli attivi assicurativi svolti per conto delle joint venture assicurative legate alla rete bancassurance dell’ex Banco Popolare. Al netto di tale componente, l’aggregato è pari a 40,6 milioni, con una contrazione rispetto a 44,7 milioni del primo semestre 2017.
Il risultato netto finanziario è pari a 109,5 milioni rispetto a 100,2 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio. Tale risultato è influenzato da maggiori utili da cessione che derivano dalla strategia del Gruppo volta a ridurre l’esposizione in titoli governativi italiani. Anche per tale comparto il confronto con i dati dello scorso esercizio non è pienamente omogeneo a seguito dell’introduzione dell’Ifrs 9; in particolare è stato registrato a conto economico un componente positivo di 28,1 milioni dovuto all’effetto valutativo di alcuni strumenti che in precedenza era rilevato esclusivamente nel patrimonio netto.
In virtù delle dinamiche descritte, il totale dei proventi operativi ammonta quindi a 2.447,3 milioni di euro.
Le spese per il personale, pari a 879,1 milioni, evidenziano una riduzione del 3,8% rispetto a 913,4 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio, con una contribuzione del secondo trimestre di 437,1 milioni, in calo dell’1,1% nel confronto con il dato del primo trimestre, pari a 442,1 milioni. Il costo del personale risulta in calo per effetto della riduzione dell’organico (- 544 risorse rispetto al 31 dicembre 2017). Il numero totale dei dipendenti è pari a 22.719 risorse in organico alla data del 30 giugno 2018, rispetto alle 23.263 risorse a fine 2017 (erano n. 25.001 al 31 dicembre 2015). Le altre spese amministrative ammontano a 414,6 milioni, in riduzione del 3,9% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. L’aggregato non comprende gli “oneri sistemici”, rappresentati dai contributi ai fondi di risoluzione8 ed al meccanismo di tutela dei depositi, esposti, al netto del relativo effetto fiscale, in una voce separata del conto economico riclassificato.
Nel secondo trimestre 2018 le spese amministrative risultano pari a 203,1 milioni, in calo del 4,0% rispetto al dato del primo trimestre. Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali del periodo ammontano a 96,9 milioni, in calo dell’11,3% rispetto a 109,3 milioni del 30 giugno 2017, per effetto della razionalizzazione del sistema informativo del Gruppo.
Il totale degli oneri operativi risulta in calo del 4,4% rispetto al primo semestre 2017 e dell’1,8% rispetto al primo trimestre 2018. Le rettifiche nette su finanziamenti verso clientela sono pari a 686,5 milioni. Anche tale aggregato risulta impattato dall’introduzione dell’Ifrs 9 sia per le nuove modalità di determinazione della valutazione dei crediti introdotta dal nuovo principio sia per le riclassifiche che hanno avuto impatto sul margine di interesse. Tenendo conto esclusivamente di tali riclassifiche il dato relativo al primo semestre 2018 si attesta a 557,5 milioni rispetto a 647,0 milioni del primo semestre 2017. Il costo del credito, misurato dal rapporto tra le rettifiche nette di valore su crediti al netto delle riclassifiche IFRS 9 e gli impieghi netti, risulta pari a 104 b.p. in diminuzione rispetto al dato dello scorso esercizio pari a 154 b.p.9 ; il livello di rettifiche su crediti riflette un approccio valutativo rigoroso per mantenere elevati livelli di copertura finalizzato a cogliere eventuali ulteriori opportunità per l’accelerazione del processo di derisking.
Nel secondo trimestre 2018 il dato si attesta a 360,2 milioni in crescita del 10,4% rispetto a 326,2 milioni registrati nel primo trimestre per effetto dell’impatto della cessione Exodus risultato leggermente superiore alle attese a causa della situazione dei mercati finanziari. Nel conto economico del primo semestre sono state inoltre registrate riprese nette su titoli ed altre attività finanziarie per 0,6 milioni (contro rettifiche nette di 79,2 milioni al 30 giugno 2017 che si riferivano prevalentemente alle svalutazioni delle quote detenute nel Fondo Atlante e delle altre esposizioni verso le banche venete).
Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri comportano un onere pari a 45,7 milioni rispetto al dato di 9,1 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio. Nel primo semestre dell’esercizio 2018 sono stati registrati utili da cessione di partecipazioni e investimenti per 178,6 milioni riferiti quasi interamente all’impatto della citata riorganizzazione del comparto del bancassurance.
La raccolta diretta al 30 giugno scorso ammonta a 107,7 miliardi ed evidenzia un incremento dello 0,4% rispetto a 107,3 miliardi del 31 dicembre 2017. Nel confronto si registra una crescita di 3,1 miliardi della componente rappresentata dai conti correnti e depositi a vista della rete commerciale; in calo di 1,2 miliardi i certificati di deposito e altra raccolta. Prosegue inoltre il trend decrescente dei titoli obbligazionari emessi (- 1,4 miliardi) in linea con la politica finalizzata alla progressiva riduzione del costo del funding grazie alla riduzione delle forme di raccolta più onerose. Anche per quanto riguarda la provvista garantita dallo stock di certificates emessi dal Gruppo, si conferma il trend decrescente con un saldo al 30 giugno pari a 3,8 miliardi rispetto ad 4,0 miliardi a dicembre 2017 (-2,6%).
La raccolta indiretta al netto dei certificates a capitale protetto, è pari a 89,8 miliardi. La raccolta amministrata è pari a 30,6 miliardi. Nell’ambito dell’aggregato si segnala l’uscita di un cliente istituzionale, con masse amministrate pari a 4,8 miliardi, peraltro caratterizzate da una marginalità estremamente contenuta e, nel secondo trimestre, una flessione imputabile sostanzialmente all’andamento negativo dei mercati che si è riflesso sul valore dei titoli in custodia. Al netto di tali effetti, la raccolta amministrata risulta sostanzialmente il linea con il dato di fine dicembre 2017; senza tenerne conto, il comparto registra risulta in calo del 17,0% rispetto al 31 dicembre 2017 e del 4,2 % rispetto al 31 marzo 2018.