
Lapideo in flessione in tutta Italia, ma il distretto apuo-versiliese va in leggera controtendenza. Anche in provincia di Lucca cala l’esportazione di lavorati e grezzi, con il distretto che tiene complessivamente soltanto grazie alla spinta apuana.
Lo raccontano i dati forniti da Istat, che ha messo a confronto i dati emersi dai primi sei mesi del 2017 con lo stesso periodo del 2018. Il calo complessivo dei lavorati è pari all’8% rispetto allo stesso periodo analizzato nel 2017 e un aumento dell’export dei grezzi (pietra, sabbia e argilla) pari al 3%. È la provincia di Massa-Carrara a fornire il maggior contributo all’export dei materiali lapidei del comprensorio.
In particolare, la provincia di Lucca segna un calo nell’export dei lavorati (pietre tagliate, modellate e finite, ndr) che passano da 69mila tonnellate a circa 55mila. Segno meno anche per l’export dei grezzi (pietra, sabbia e argilla), che passa dalle circa 17mila tonnellate dei primi sei mesi del 2017 alle circa 15 mila dello stesso periodo 2018.
Diventa quindi evidente il momento difficile che sta attraversando l’export del settore, complice sicuramente la flessione di importazioni di marmo blocchi e lastre da parte di Cina e India, da sempre principali partner commerciali con il nostro paese e che, come indicavamo nel comunicato stampa dei primi sei mesi dello scorso anno, rappresentavano la destinazione di circa il 67% dei quantitativi di marmo blocchi e lastre esportati, contro l’attuale 60,5%. Il distretto apuo-versiliese invece si mostra in controtendenza, registrando un aumento del 3% in termini di valore. Un elemento da considerare tra le cause della contrazione dell’export dei lavorati, tenuto conto della crisi generalizzata, riguarda i prodotti naturali concorrenti, che conquistano l’attenzione di Paesi che, in momenti di difficoltà, prendono il prezzo inferiore come elemento principale nella scelta tra varie possibilità di acquisto anche a scapito della qualità, caratteristica imprescindibile della pietra naturale Made in Italy che perciò mantiene prezzi coerentemente commisurati al suo valore riconosciuto a livello internazionale.