Nuovo codice del commercio, sì a limiti ai temporary

Codice del commercio: il Consiglio regionale della Toscana ha avviato, in chiusura di seduta, l’esame della proposta di legge che procede al riordino della normativa e domattina (7 novembre), sarà oggetto del confronto in Aula e della definitiva votazione. Il complesso articolato del nuovo testo di legge è stato illustrato dal presidente della commissione Sviluppo economico, Gianni Anselmi (Pd).
Un testo frutto di un “approfondito lavoro svolto in commissione sulla proposta originaria della giunta regionale, che aveva presentato un impianto già molto buono, largamente misurato e condiviso con il tessuto sociale”. Quello che sarà sottoposto all’approvazione del Consiglio nella mattinata di domani, ha proseguito Anselmi, consentirà di “mettere a disposizione dei territori regionali una normativa di assoluta consistenza, che colloca la Toscana in una posizione non di retroguardia in materia di governo delle attività commerciali. La migliore dimostrazione della qualità del nuovo testo legislativo – ha osservato il presidente – è comunque ciò che induce all’interno della società: lavoro, qualità, opportunità per le imprese, tutela per i lavoratori ed equilibrio dei luoghi dove il commercio si fa e dove le persone ne fruiscono”.
Il nuovo codice disciplina l’intera materia, individuando in due settori merceologici, alimentare e non, gli ambiti nei quali può essere esercitata l’attività commerciale, sia all’ingrosso che al dettaglio, e includendo anche le manifestazioni fieristico-espositive. Il riassetto normativo complessivo si è reso necessario per garantire organicità e coordinamento alle disposizioni e inserire gli adeguamenti necessari, anche in seguito alle recenti norme nazionali che introducono novità nel settore della stampa quotidiana e periodica e nella distribuzione di carburanti e che prevedono un adeguamento regionale.
In particolare, il nuovo Codice introduce alcune innovazioni come l’obbligo di applicazione dei contratti collettivi di lavoro nazionali; sul commercio in sede fissa, per le medie e grandi strutture di vendita si prevede l’insediabilità solo in aree per commercio al dettaglio, con l’obbligo di contestualità tra autorizzazione amministrativa e titolo abilitativo edilizio; per le grandi strutture, invece, la decisione è demandata alle valutazioni di sostenibilità. Si introduce la disciplina dei temporary store, intesi come esercizi di vicinato per attività di vendita, della durata non superiore a 90 giorni, anche effettuate da aziende di produzione di beni, interessate alla vendita diretta dal produttore al consumatore e alla promozione del proprio marchio, anche in occasione di eventi particolari e per la medesima durata dell’evento.
Sulla qualificazione e valorizzazione dei luoghi del commercio: si delineano percorsi di promozione e sostegno della rete commerciale in aree comunali o di particolare interesse per valore e pregio o, viceversa, per fragilità commerciale o degrado urbano. Si concede ai comuni la possibilità di intervenire su queste aree con percorsi di rigenerazione urbana o programmi di qualificazione della rete commerciale. Ai Comuni è data anche la possibilità di prevedere esenzioni o riduzioni dei costi dei servizi e della fiscalità.
Per la somministrazione di alimenti e bevande: si disciplina la somministrazione temporanea durante sagre, fiere, manifestazioni a carattere religioso, culturale, tradizionale, politico, sindacale, sportivo o di eventi locali straordinari, sottoponendola a Scia, vietando che l’attività possa essere affidata in gestione a soggetti diversi dagli organizzatori. Definite le sagre come manifestazioni per la promozione delle tradizioni enogastronomiche regionali e dei prodotti alimentari tipici, nelle quali si privilegiano la stagionalità e la filiera corta dei prodotti, si prevede la possibilità, per i Comuni, di promuovere la collaborazione tra organizzatori e imprese del territorio.
Relativamente al commercio su aree pubbliche: si introduce l’obbligo, per il Comune, di utilizzare procedure di evidenza pubblica per individuare i soggetti cui affidare l’organizzazione e la gestione di mercati, fiere o fiere promozionali. Per le attività economiche che si svolgono su area pubblica si prevede un’apposita disciplina per le attività commerciali, quali edicole, chioschi e simili, che si svolgono su area pubblica previa concessione comunale. Si è introdotto un inasprimento delle misure sanzionatorie in caso esercizio abusivo del commercio su aree pubbliche.
Sui centri commerciali naturali: si prevedono programmi di azione finalizzati alla qualificazione e promozione di luoghi e attività, predisposti dai Comuni con le associazioni imprenditoriali del commercio e gli organismi di gestione del centro commerciale naturale.
Sulla distribuzione di carburanti: i principali obiettivi sono l’aumento dei punti di rifornimento dei carburanti eco-compatibili, per ridurre le emissioni di CO2, per tutelare l’ambiente e per razionalizzare il sistema di distribuzione anche al fine dell’incremento della concorrenzialità del mercato dei carburanti e la diffusione al consumatore delle relative informazioni.
La legge tende alla semplificazione dei procedimenti. Si individua nello Sportello unico per le attività produttive l’unico punto di accesso per richiedere informazioni sui procedimenti amministrativi e si prevede l’istituzione di centri di assistenza tecnica alle imprese e se ne definiscono le funzioni.
La legge contiene la disciplina dell’attività fieristico-espositiva, la sospensione volontaria, le variazioni, il sub-ingresso e la cessazione delle attività di commercio, la disciplina degli orari delle attività commerciali, della pubblicità dei prezzi, delle vendite straordinarie e promozionali, di attività di vigilanza e le sanzioni, compreso il sequestro di beni abusivamente posti in vendita su aree pubbliche.
Il dibattito. Il nuovo testo unico del Commercio, secondo Irene Galletti (M5S), “rappresenta un tentativo di agire in un settore per quanto è possibile a livello regionale; anche se è necessario intervenire ad altri livelli in un’ottica di miglioramento generale, considerando quanto i commercianti, soprattutto i piccoli, siano stati messi in difficoltà da fenomeni come quello della globalizzazione e dall’e-commerce”. La legge, ha proseguito la consigliera, presenta lati positivi, come “aver cercato di dare spazio a nuove tipologie di commercio, per esempio i temporary shop, aver superato alcuni profili di illegittimità, aver tentato di alleggerire il peso delle pratiche burocratiche. Certo, molto dipenderà da come tutto questo si realizzerà concretamente con il regolamento attuativo”. Galletti, dopo aver annunciato la presentazione di emendamenti che introducono una clausola valutativa “per testare gli effetti della legge e consentire eventuali rimodulazioni” e per includere nella concertazione le associazioni rappresentative del territorio, ha chiesto lo stralcio della questione degli edicolanti: “argomento delicato, che il nuovo governo ha intenzione di affrontare non considerandoli più una mera categoria commerciale ma tutelandoli, come presidio per garantire la pluralità dell’informazione”.
Luciana Bartolini (Lega) ha commentato che “questa legge presenta più aspetti positivi che negativi”. Tra gli aspetti positivi ha elencato “gli incentivi allo sviluppo dei centri commerciali naturali, le esenzioni e la riduzione delle imposte ai commercianti in zone problematiche, perché la presenza di negozi costituisce elemento di sicurezza, la regolamentazione delle sagre”. Tra gli elementi negativi la consigliera ha, invece, citato “l’eccessivo spazio dato al commercio diffuso, perché ad esempio la vendita di giornali nei bar può mettere in difficoltà le edicole e la vendita ovunque di bevande e alimenti creare vere e proprie guerre”. Bartolini ha, poi, annunciato la presentazione di un emendamento per regolamentare i mercatini degli hobbisti.
“Una legge complessa, con elementi positivi e qualche problema, ma che si pone obiettivi in larga parte condivisibili”. Questo il commento di Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), che ha giudicato positivamente “il tentativo di porre argine alla grande distribuzione e alla liberalizzazione delle licenze”. Bene anche, ha proseguito, la semplificazione burocratica e il limite massimo alle dimensioni dei punti vendita, “il sostegno ai luoghi di fragilità commerciale o degradati, perché la sicurezza si fa molto di più con strumenti del genere che con altre iniziative” e “il fatto che sia stato finalmente recepito l’aumento dei punti di distribuzione di carburanti eco-compatibili, una nostra vecchia battaglia”. Perplessità, infine, sull’eccessiva liberalizzazione della vendita di periodici e quotidiani.
Per Marco Niccolai (Pd) “siamo davanti a un provvedimento importante, che sostituisce il testo unico del 2005. In 13 anni molto è cambiato, e questo nuovo testo unico è arrivato dopo un lavoro approfondito e un lungo confronto”. Niccolai ha sottolineato alcuni contenuti dell’articolato, a partire dalla “copertura normativa alla possibilità di sostenere i negozi di vicinato e funzionali in zone marginali e disagiate”, per arrivare alla “possibilità concessa ai Comuni di limitare la distribuzione di alimenti e bevande per tutelare il territorio e i centri urbani” e, infine, aver recepito che “i Comuni possano fare progetti di qualificazione della rete commerciale, per valorizzare alcune zone con produzioni di pregio, o combattere il degrado e la desertificazione”.
“Con quest’atto diamo un segnale di attenzione nei confronti di un comparto fondamentale, decisamente in difficoltà negli ultimi anni – ha detto Francesco Gazzetti (Pd) -. Il nostro obiettivo è continuare su questa strada, non ci vogliamo fermare qui, ma proporre ulteriori miglioramenti”. Anche Gazzetti ha sottolineato l’importanza del ruolo delle edicole, “presidi importanti per garantire la libera circolazione delle idee la pluralità delle informazioni”.
Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) ha sottolineato che “è stato fatto un grande lavoro di armonizzazione e sono stati fatti passi avanti rispetto alla legislazione precedente, riconoscendo il ruolo dei centri commerciali naturali, strumenti per far rivivere quartieri abbandonati o degradati”. Questo “induce a una valutazione positiva” anche se restano alcuni aggiustamenti da fare, come “la maggiore tutela degli edicolanti”, togliendo la possibilità di vendere giornali ovunque.
Simone Bezzini (Pd) ha spiegato che “assistiamo a un approccio positivo non usuale in questa fase, e con questo testo unico registriamo anche un segnale politico”. Cioè quello “di aver affermato che c’è un ruolo delle politiche pubbliche, che devono intervenire non in maniera ideologica e invasiva, ma con grande equilibrio, perché il mercato, a cui va dato valore, da solo produce storture e squilibri. Anche i nuovi fenomeni non devono essere demonizzati, ma dobbiamo provare a governarli”. “Con questo testo unico – ha proseguito il consigliere – si riconosce al settore del commercio un valore che va oltre il discorso puramente economico: il commercio gioca un ruolo e condiziona la progettazione del territorio”. Bezzini ha, poi, illustrato l’ordine del giorno da lui presentato assieme ad altri consiglieri del Pd, che “spinge la Giunta regionale a dare rapidamente attuazione ad alcuni articoli del testo unico, come quello sull’ulteriore sviluppo dei centri commerciali naturali, quello sugli strumenti dati ai Comuni per intervenire in aree giudicate di particolare interesse, quello per creare presidi in aree di rarefazione estrema delle presenze commerciali”.
“E’ una legge che creerà estrema confusione, evasione fiscale e lavoro nero a causa di una concorrenza fuori controllo”. A dirlo Roberto Salvini (Lega) nel suo intervento sul nuovo Codice del commercio. “Questo – continua Salvini – è l’esatto contrario di ciò di cui la Toscana ha bisogno in un momento di crisi industriale pesante, che si riflette anche nel commercio”. Per questo Salvini ha annunciato la presentazione di numerosi emendamenti per renderla ‘meno dura’. Paolo Marcheschi (FdI) ha ricordato invece “che il mercato si muove molto più velocemente del legislatore, costretto a rincorrerlo”. Tutto questo all’interno di norme nazionali ‘molto datate’.
A suo parere sarebbe stato necessario “maggiore coraggio” su alcune “zone grigie”, come appunto le sagre o le attività dell’associazionismo in genere. Non è stato, inoltre, raccolto “il grido dei sindaci sui minimarket”. Perplessità anche sull’esclusione dalla concertazione delle associazioni degli ambulanti. “La norma sui temporary store di Lucca serve solo a un Comune non dovrebbe entrare in una legge quadro regionale” ha dichiarato, infine, Marcheschi, annunciando un emendamento.
“Non mi sento di dare un giudizio negativo sul lavoro fatto. E’ stato un percorso lungo, che ha visto una concertazione importante, anche se non capillare – ha dichiarato Maurizio Marchetti (Forza Italia) –. Siamo intervenuti su una normativa esistente, introducendo elementi di liberalizzazione, che si trovano favorevoli. I centri commerciali naturali, i distributori di carburante. Non saremmo intervenuti sulla vendita dei giornali”. Marchetti si è, infine, soffermato sugli aspetti legati ala burocrazia, che ha costi e tempi importanti: “Dobbiamo lavorare per alleggerirla – ha concluso -. Su questo il Consiglio dovrebbe assumersi un impegno formale”. Un richiamo alla “centralità dell’edicola” è stato fatto anche da Roberto Biasci (Forza Italia). L’assessore regionale al commercio Stefano Ciuoffo ha sottolineato l’importanza del Codice per la Toscana, “un elemento di governo vero, un tentativo di proporre una visione organica, che crei sostenibilità, complementarietà, e dia a tutti i territori della Toscana un’opportunità, tenendo conto della loro complessa specificità”. Ecco i punti principali su cui l’assessore ha fatto alcune puntualizzazioni. Sulla concertazione ha precisato che la scelta è stata per associazioni con rappresentatività ampia e generale. Sull’articolo 12 la formulazione della Commissione ha permesso di superare “le mie perplessità sui limiti dimensionali, in una legge che non ha la possibilità di valutare la sostenibilità dei territori”, rimandando al Pit. Sull’articolo 25 viene riconosciuto il ruolo specifico dell’attività, con la necessaria flessibilità. Sull’articolo 35 ha precisato che, “in assenza di riferimenti nazionali, abbiamo introdotto alcune regole per le assegnazioni, con il riconoscimento per coloro che ci lavorano ed hanno lavorato in passato”. Sull’articolo 44, secondo comma, ha sottolineato che si assegni ai Comuni un ruolo certo nelle verifiche. Sull’articolo 50 “si dà la possibilità ai Comuni di prevedere un’autorizzazione per l’apertura di nuove attività o di limitarsi alla Scia”. Sull’articolo 52 si è intervenuti sulle sagre, che “talvolta mascherano vere e proprie attività commerciali, con una concorrenza sleale non più tollerabile”. Sull’articolo 53 c’è la valorizzazione degli alberghi che forniscono ai propri clienti un servizio aggiuntivo, colmando così la lacuna del Testo unico sul turismo. “I centri commerciali naturali sono un’esperienza positiva, che possono diventare qualcosa di più dell’esistente con il coinvolgimento delle associazioni di categoria – ha concluso Ciuoffo – mentre era necessario intervenire sulle aree di crisi, che hanno bisogno di una risposta specifica”.