Commercio, ok a nuovo codice: limiti ai temporary

7 novembre 2018 | 15:06
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Commercio, ok a nuovo codice: limiti ai temporary

La Toscana vara il nuovo testo unico del commercio. La proposta di legge di riordino del sistema è stata approvata oggi (7 novembre), con i voti favorevoli di Pd e Art.1/Mdp. Astenute tutte le opposizioni.
Il Consiglio ha approvato anche l’ordine del giorno collegato, primo firmatario Simone Bezzini (Pd), per la concertazione locale e non solo. In particolare si impegna la Giunta a continuare nel sostegno ai centri commerciali naturali anche prevedendo una semplificazione delle procedure e degli adempimenti richiesti per l’ammissione al contributo; a favorire l’insediamento e il mantenimento degli empori polifunzionali; ad attuare misure di sostegno ai Comuni che decidono percorsi innovativi di tutela, valorizzazione, promozione e sostegno delle attività economiche in particolari aree del proprio territorio, come quello di Lucca.

Tra l’altro nel nuovo codice vengono introdotti limiti ai temporary store, prevedendo l’obbligo di una Scia e più poteri di controllo ai Comuni.
Tornando all’ordine del giorno esso affronta anche il nodo delle casistiche di esclusione dall’applicazione dell’imposta di pubblicità per la cartellonistica degli impianti di distribuzione carburante. In questo senso si chiede alla Giunta di attivarsi presso il Governo per fare chiarezza anche attraverso azioni di “carattere interpretativo”.
La concertazione regionale e in particolare quella locale in materia di commercio, verranno affrontate attraverso un intervento normativo specifico che sarà predisposto di concerto con la commissione sviluppo economico.
Tra gli emendamenti approvati a maggioranza dal Consiglio, quello proposto dall’assessore Stefano Ciuoffo e riferito all’articolo 47 (definizioni), è volto a “garantire una maggiore chiarezza nelle definizione di sagra”; quello con primo firmatario Gianni Anselmi (Pd) è relativo all’articolo 127 (decadenza del titolo abilitativo per l’attività commerciale su aree pubbliche). La modifica approvata non è altro che una misura di raccordo con quanto previsto all’articolo 116 (sanzioni per l’attività di commercio su aree pubbliche) ed elimina la sanzione di decadenza del titolo nel caso di violazioni di minore entità, per la quali “non si ravvisa il criterio di proporzionalità fra violazione e sanzione”.
Il nuovo Codice toscano è stato infine arricchito di un articolo (129 bis) proposto dal Movimento 5 stelle. L’emendamento votato si riferisce alla “clausola valutativa” e dispone che il Consiglio eserciti il controllo sull’attuazione della legge.
In sede di dichiarazione di voto il presidente della commissione Sviluppo economico Anselmi ha parlato di un testo “serio”. “La storia del commercio in Toscana è quella di una regione da sempre innovativa. Abbiamo lasciato una traccia e abbiamo impresso strumenti efficaci”. Anselmi ha anche ribadito la posizione del gruppo sulla questione edicole, sollevata dalla consigliera del Movimento 5 stelle Irene Galletti tramite un emendamento poi respinto dell’Aula. “Espungere una categoria dicendo che ci penserà poi il Governo non è praticabile. Non ci trascinerete in una competizione su chi è più appassionato alle edicole” ha detto Anselmi ricordando che il Movimento ha scelto di astenersi sulla mozione di sostegno alla rete di vendita. Dal canto suo la consigliera Galletti ha motivato l’emendamento parlando di “sostegno alla pluralità”. “Nei piccoli Comuni le edicole sono un presidio sociale e hanno una rilevanza particolare. Più dell’offerta dovremmo favorire la domanda” ha concluso.
Il nuovo codice disciplina l’intera materia, individuando in due settori merceologici, alimentare e non, gli ambiti nei quali può essere esercitata l’attività commerciale, sia all’ingrosso che al dettaglio, e includendo anche le manifestazioni fieristico-espositive. Il riassetto normativo complessivo si è reso necessario per garantire organicità e coordinamento alle disposizioni e inserire gli adeguamenti necessari, anche in seguito alle recenti norme nazionali che introducono novità nel settore della stampa quotidiana e periodica e nella distribuzione di carburanti e che prevedono un adeguamento regionale.
In particolare, il nuovo codice introduce alcune innovazioni come l’obbligo di applicazione dei contratti collettivi di lavoro nazionali; sul commercio in sede fissa, per le medie e grandi strutture di vendita si prevede l’insediabilità solo in aree per commercio al dettaglio, con l’obbligo di contestualità tra autorizzazione amministrativa e titolo abilitativo edilizio; per le grandi strutture, invece, la decisione è demandata alle valutazioni di sostenibilità. Si introduce la disciplina dei temporary store, intesi come esercizi di vicinato per attività di vendita, della durata non superiore a 90 giorni, anche effettuate da aziende di produzione di beni, interessate alla vendita diretta dal produttore al consumatore e alla promozione del proprio marchio, anche in occasione di eventi particolari e per la medesima durata dell’evento.
Sulla qualificazione e valorizzazione dei luoghi del commercio: si delineano percorsi di promozione e sostegno della rete commerciale in aree comunali o di particolare interesse per valore e pregio o, viceversa, per fragilità commerciale o degrado urbano. Si concede ai comuni la possibilità di intervenire su queste aree con percorsi di rigenerazione urbana o programmi di qualificazione della rete commerciale. Ai Comuni è data anche la possibilità di prevedere esenzioni o riduzioni dei costi dei servizi e della fiscalità.
Per la somministrazione di alimenti e bevande: si disciplina la somministrazione temporanea durante sagre, fiere, manifestazioni a carattere religioso, culturale, tradizionale, politico, sindacale, sportivo o di eventi locali straordinari, sottoponendola a Scia, vietando che l’attività possa essere affidata in gestione a soggetti diversi dagli organizzatori. Definite le sagre come manifestazioni per la promozione delle tradizioni enogastronomiche regionali e dei prodotti alimentari tipici, nelle quali si privilegiano la stagionalità e la filiera corta dei prodotti, si prevede la possibilità, per i Comuni, di promuovere la collaborazione tra organizzatori e imprese del territorio.
Relativamente al commercio su aree pubbliche: si introduce l’obbligo, per il Comune, di utilizzare procedure di evidenza pubblica per individuare i soggetti cui affidare l’organizzazione e la gestione di mercati, fiere o fiere promozionali. Per le attività economiche che si svolgono su area pubblica si prevede un’apposita disciplina per le attività commerciali, quali edicole, chioschi e simili, che si svolgono su area pubblica previa concessione comunale. Si è introdotto un inasprimento delle misure sanzionatorie in caso esercizio abusivo del commercio su aree pubbliche.
Sui centri commerciali naturali: si prevedono programmi di azione finalizzati alla qualificazione e promozione di luoghi e attività, predisposti dai Comuni con le associazioni imprenditoriali del commercio e gli organismi di gestione del centro commerciale naturale.