
Chiusura dello stabilimento di Monsagrati e conferma della procedura di licenziamento per le 38 persone che vi lavorano. Non ha avuto esiti positivi l’incontro di questo pomeriggio (26 novembre) a Firenze convocato dal consigliere per il lavoro, Gianfranco Simoncini. Al tavolo sono intervenuti anche il sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti, il consigliere regionale Stefano Baccelli, rappresentanti della Provincia e del Comune di Lucca, di Confindustria e della proprietà. La proprietà si è però detta disponibile a valutare la possibilità della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. Una vera e propria doccia fredda per i lavoratori e per le istituzioni che in questi settimane si erano adoperati per sventare la chiusura di Nora Spirale.
L’azienda ha ribadito che non ci sono le condizioni per ritirare la procedura di licenziamento e la conferma dei posti di lavoro perché il sito di Monsagrati deve essere chiuso, pur confermando la propria disponibilità a ricollocare almeno 15 lavoratori nello stabilimento in Provincia di Trento. Sempre l’azienda, dopo ampia discussione e confronto, ha deciso di prendersi un periodo di riflessione per valutare se accogliere la richiesta di cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività.
In attesa delle decisioni dell’azienda e di un eventuale nuovo incontro, il consigliere Simoncini, ha spiegato che l’auspicio, in questa fase, è che possa essere accolta la richiesta di cassa integrazione, in modo da avere un anno di tempo per studiare, con politiche attive da parte della Regione e con l’intervento di eventuali nuovi imprenditori, ipotesi di nuova reindustrializzazione dell’area dove sorge l’attuale stabilimento.
Immediata la reazione del consigliere regionale del Pd, Stefano Baccelli: “Trovo inaccettabile – ha detto – l’indisponibilità dimostrata da parte dell’azienda al ritiro dei licenziamenti, fatto che abbiamo sollecitato in modo forte a tutti i livelli istituzionali. Troverei addirittura vessatorio nei confronti di lavoratrici e lavoratori della comunità di Pescaglia e del nostro territorio e delle stesse istituzioni, un ulteriore eventuale indisponibilità dell’azienda a contribuire per l’attivazione della cassa integrazione in deroga. Sarebbe, quest’ultima, un’opportunità fondamentale per dare ai dipendenti dodici mesi di ossigeno sotto il profilo economico, nonché uno strumento assolutamente necessario per poter attivare percorsi di reindustrializzazione e progetti di politiche attive del lavoro, quelli che la Regione ha già dichiarato di esser pronta a mettere in campo. Una situazione, quindi, sempre più delicata e complessa ma che proseguiremo a seguire con la massima attenzione perché lavoratrici e lavoratori non devono in alcun modo essere lasciati soli in questo frangente così complicato”.