
No alla Cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. La risposta dell’azienda Spirale di Monsagrati è arrivata a stretto giro, dopo la sollecitazione della Regione tramite Confindustria.
Il consigliere del presidente per il lavoro Gianfranco Simoncini ha presto atto con rammarico della scelta dei vertici aziendali che affermano di preferire la strada degli incentivi all’esodo dei lavoratori, rendendo così più difficile l’uscita dalla crisi, con la ricerca di soluzioni imprenditoriali alternative e la ricollocazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
L’auspicio di Simoncini è ora che, con la prosecuzione della trattativa fra sindacati ed azienda, si possa trovare un equilibrio che riduca al minimi i costi sociali per i lavoratori e il territorio.
Sul tema anche il consigliere regionale e presidente della commissione ambiente e infrastrutture, Stefano Baccelli: “Sollecitazioni su sollecitazioni, attese inspiegabili, lungaggini e giri di parole, e poi, oggi, una risposta inaccettabile e disumana che non viene incontro neanche a quell’aspetto che ritenevamo almeno il minimo accettabile per l’impresa”. “La nostra priorità è sempre stata arrivare al ritiro dei licenziamenti. – prosegue Baccelli – Solo in seconda istanza a tutti i livelli istituzionali abbiamo fatto presente l’esigenza di attivare la Cassa straordinaria, indispensabile per la Regione per mettere in campo politiche attive per il lavoro, nonché per favorire un eventuale interessamento di nuovi soggetti e ipotizzare per il futuro una nuova reindustrializzazione. Progetti che con questa scelta andranno in fumo. E non possiamo permetterlo, perché ne va del futuro dei dipendenti di questa azienda e delle loro famiglie, vittime di scelte manageriali illogiche, controproducenti e contrarie alla dignità del lavoro. Altrettanto incredibile ed ingiustificabile è la decisione del Mise di non aver attivato un tavolo istituzionale sulla questione, nonostante le sollecitazioni arrivate anche in questo senso da tutti i livelli. Continueremo comunque a fare pressione perché anche a livello nazionale si smuova un interessamento che riteniamo doveroso su una vicenda che sta assumendo contorni sempre più drammatici. E’ inaccettabile che un intero territorio e questi lavoratori siano messi in ginocchio da un’operazione di delocalizzazione mascherata da crisi aziendale”.
Salta anche la convocazione del tavolo al Mise: “Niente convocazione del tavolo al ministero dello sviluppo economico – commenta il sindaco andrea Bonfanti – Da una parte l’azienda Spirale ha deciso di non riconoscere ai dipendenti e al territorio il tempo per trovare soluzioni, dall’altra il ministero guidato da Di Maio ha ritenuto che non ci fossero i presupposti per discutere di questa vergognosa delocalizzazione. Insomma per loro va tutto bene così. Ne prendo atto, sapendo bene chi ha combattuto sinceramente insieme al sottoscritto per il bene di queste 42 famiglie e di un territorio intero e chi invece ha solo fatto passerella davanti alle telecamere e poi non si è più fatto vivo. Ognuno poi risponderà alla propria coscienza, di fronte ai lavoratori e ai cittadini che hanno seguito con partecipazione questa vicenda. Sono deluso e arrabbiato. In parti uguali”.
Deluso anche il consigliere delegato al lavoro, Roberto Guidotti: “A quanto pare – commenta – sembrerebbe che ancora una volta a vincere sia l’arroganza. Noi che abbiamo seguito passo passo questa vicenda siamo ancora convinti che avrebbe dovuto avere un finale migliore, le mille promesse sono sparite come una bolla di sapone, molti hanno fatto la passerella sulla pelle di questi lavoratori che fino all’ultimo giorno hanno dato (a mio avviso anche troppo) dimostrazione di attaccamento al proprio posto di lavoro, posto di lavoro che il 20 dicembre svanirà come neve al sole. A quanto pare sembrerebbe che ancora una volta abbia prevalso la ragione del potere economico e che il nuovo che avanza sia uguale al vecchio. Nonostante le promesse a vario livello anche il ministero ha ritenuto questa vicenda non di loro interesse. Ora più che mai la parola spetta ai lavoratori e alle proprie famiglie, le loro decisioni saranno le nostre decisioni ma se loro lo vorranno noi saremo al loro fianco fino alla fine”.