Negozio riduce la vendita di ricariche di videogame contro ludopatia

Profitti ad ogni costo? Non se a rimetterci sono le persone, soprattutto i giovanissimi. È questa la presa di posizione forte di Davide Ianniello e Nicola Vannucchi, titolari del negozio di videogames Space One che hanno deciso di limitare la vendita di ricariche digitali per i videogiochi online. All’origine di questa iniziativa c’è il gioco Fortnite che, secondo i titolari del negozio di Sant’Anna, starebbe portando moltissimi ragazzi ad avere veri e propri problemi di ludopatia. Un’iniziativa meritoria quella di Ianniello e Vannucchi e che avviane proprio nel periodo di Natale, quando il negozio registra il picco di vendite. Un scelta che ha visto prevalere l’etica sul profitto.
Fortnite è un videogioco del 2017 sviluppato da Epic Games e People Can Fly. Il videogioco, che rientra nella categoria degli sparatutto, da la possibilità ai giocatori di ottenere ricompense e nuove armi e accessori completando alcune missioni all’interno del gioco per migliorare le loro abilità. Il gioco è caratterizzato inoltre da microtransazioni per acquistare valuta di gioco (V-bucks), che può essere utilizzata per ottenere aggiornamenti. Sono proprio queste transazioni, che richiedono l’acquisto di ricariche digitali ad aver generato il fenomeno che ha portato i titolari dello Space One a prendere questa decisione. Sono molti infatti, specie i giovanissimi, a soffrire di una vera e propria dipendenza da questo gioco e dall’acquisto di ricariche per poter fare le transazioni online.
I due titolari hanno affidato ad un lungo post sulla loro pagina Facebook alcune riflessioni: “Ultimamente, per il nostro benessere, ma sopratutto per quello di tutti i genitori che si presentano da noi, chiedendo continuamente ricariche come fossimo pusher digitali, abbiamo deciso di ridurre drasticamente questo servizio. Non lo abbiamo cancellato, attenzione, ma solo ridotto, per un motivo piuttosto semplice. Sono 20 anni che cerchiamo di vendere emozioni, sogni e divertimento, tutto quello che insomma rende magico il mondo dei videogiochi e dei videogiocatori. In questo ultimo anno però, è stata fatta leva sulle sensazioni e punti deboli più vulnerabili dell’essere umano. Rendere bimbi collezionisti fobici di indumenti virtuali o di buffe e stravaganti esultanze infatti, è diventato un costo che sembra scavalcare il piacere di giocare, ed è una cosa che noi non vogliamo accettare”.
“Madri che riportano indietro console per disintossicare il figlio da Fortnite – prosegue il post – che si lamentano delle continue richieste atte a “shoppare” senza sapere neanche cosa significhi, nonni che portano il nipotino in negozio dicendo che possono avere un qualsiasi gioco nuovo per Natale, ma che si sentono rispondere ‘voglio 70 euro di ricariche’, e mille altri aneddotti, compresi furti di carte di credito dal portafoglio dei genitori, e tanto altro che non vogliamo stare a scrivere per mero senso del buongusto. Avete presente la ludopatia? Avete in mente le scene al bar dove adulti si perdono in meandri di luci e suoni ammalianti senza permette all’utente di staccarsi? Forse non ve ne rendete conto, ma sta succedendo esattamente la stessa cosa, e noi non vogliamo più far parte di questo sistema. Ovviamente non ci riferiamo a chi, con moderazione e tranquillità, effettua i suoi acquisti consapevole che si trattino di microtransazioni”.
“Se siamo arrivati a questo punto – concludono i due titolari – è perché abbiamo veramente visto e toccato con mano l’inizio di una voragine che inizia davvero a preoccuparci. Ecco perché manteniamo fede ai principi che abbiamo fin da quando Space One ha aperto i battenti due decadi orsono. Forse guadagneremo meno ma onestamente ci sentiamo molto più soddisfatti così”.