Dumping e contrattazione, Conflavoro Pmi porta le istanze a Montecitorio

31 gennaio 2019 | 17:24
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Dumping e contrattazione, Conflavoro Pmi porta le istanze a Montecitorio

Due richieste ben precise: norme chiare sulla rappresentatività sindacale e una contrattazione collettiva nazionale che sia finalmente di qualità per tutti e in grado di debellare il fenomeno del dumping. Sono stati questi i temi affrontati ieri (30 gennaio) a Montecitorio da Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro Pmi e Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal. I dirigenti delle due organizzazioni, cofirmatarie di ccnl, sono stati ricevuti dall’onorevole Andrea Giaccone che guida la commissione Lavoro alla Camera dei deputati. “Un incontro costruttivo e proficuo – sottolinea Roberto Capobianco – poiché l’onorevole Giaccone si è dimostrato pienamente cosciente della situazione indefinita e contorta che sta vivendo la libertà sindacale italiana. Si tratta di un problema grave che tocca tutte le parti sociali ed è importante che, insieme a Conflavoro Pmi, anche Confsal sia stata ricevuta”.

Per Capobianco le questioni inerenti a libertà sindacale e contratti di qualità sono parallele e da trattare come un unico tema. “Il Cnel del professor Treu, secondo un parametro legato alla qualità degli accordi, si sta adoperando per tagliare gli oltre 900 contratti collettivi presenti in Italia. Conflavoro Pmi – ricorda Capobianco – appoggia in pieno questo iter e anzi ne chiedeva da anni la trattazione. Lo abbiamo ribadito anche all’onorevole Giaccone: è necessario innalzare il livello degli accordi, ma facendo un’analisi ampia del panorama contrattuale italiano e coinvolgendo tutte le associazioni maggiormente rappresentative. In questo senso le due questioni sono inscindibili tra loro e la libertà sindacale responsabile sarebbe, nei fatti, finalmente riconosciuta così come impone la Costituzione”.
Ma per arrivare a questo è dunque palese che serva stabilire dei parametri – tra cui, appunto, ccnl di qualità – che garantiscano un vero pluralismo in materia a tutela anche delle nuove organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. “Il concetto attuale di comparazione è fuori dal tempo – conclude Capobianco – ma non lo dice Conflavoro Pmi né lo dice Confsal. Lo evidenzia la realtà dei fatti. Il mondo del lavoro è cambiato e il monopolio sindacale di sigle che esistono da un secolo, a cui si era nei fatti costretti a iscriversi, non può essere il riferimento per il presente delle imprese e dei lavoratori del nostro Paese. Figuriamoci per il futuro. Confidiamo dunque che le nuove norme sulla rappresentatività sindacale tengano conto dei cambiamenti in corso e dell’esigenza di pluralismo richiesta dal sistema lavoro. L’onorevole Giaccone ha senz’altro compreso in modo cristallino la situazione e confidiamo trasmetterà una volta in più ai suoi colleghi legislatori le istanze delle piccole e medie imprese e dei loro lavoratori, così come io e il segretario Margiotta gliele abbiamo chiaramente riportate durante l’incontro”.