Mcc Label, dipendenti in agitazione per l’integrativo

E’ braccio di ferro tra sindacati e rappresentanti dei lavoratori e Mcc Labell – ex Guidotti centro stampa – di Lucca per la contrattazione di secondo livello. E’ stato infatti aperto lo stato di agitazione sindacale all’azienda, già leader nel nostro paese, specializzata nella produzione di etichette di altissima qualità per il settore vini e liquori e per il mercato dell’olio di oliva a livello internazionale, entrata, da qualche anno, a far parte della grande multinazionale americana (la Mcc Label, appunto).
“La vertenza è stata avviata – spiegano la Rsu e la Slc Cgil -, visto il muro fatto dall’azienda alla richiesta, da parte della rappresentanza sindacale e del sindacato, dell’apertura di un tavolo per la contrattazione di secondo livello. Siamo già al secondo sciopero articolato su più turni e la giornata, con tanto di presidio dei lavoratori di fronte ai cancelli. Il successo, evidenziato dal numero delle adesioni, testimonia un clima cambiato tra i dipendenti: molte le discussioni tra i lavoratori, dentro e fuori le assemblee, sulle aspettative comuni, l’indisponibilità ad accettare ancora altri no, da sempre espressi, ogni qualvolta veniva avanzata una richiesta, anche la più modesta, senza spiegazioni convincenti – ritengono i sindacati -: ogni volta la risposta era di una crisi che veniva annunciata, in un calo di lavoro che saltava fuori, nella possibilità che ci potessero essere dei licenziamenti. E ogni volta si assistiva ad investimenti sui macchinari, all’incremento del numero dei dipendenti. Non è possibile rifiutare sempre e comunque il tavolo sindacale, per una contrattazione aziendale che da sempre, ovunque, tiene insieme le esigenze delle aziende con le legittime aspettative delle maestranze di veder migliorata la propria condizione lavorativa e retributiva. La contrattazione aziendale non ha mai prodotto guasti, ha sempre portato dei benefici ad entrambe le parti. Siamo determinati ad andare avanti e a far capire che il capitale umano non è solo una spesa, ma un fattore decisivo che le aziende devono avere interesse a far crescere e valorizzare. Questi scioperi portano con sé la richiesta di una risposta finalmente diversa”.