Lucca Pistoia, 40mila pendolari. Legambiente: sì raddoppio

A raccontare quanto succede alle ferrovie italiane è il rapporto Pendolaria di Legambiente che, dal 2008, analizza, per regione, la situazione del trasporto ferroviario in Italia. Secondo Pendolaria 2018, la Toscana è in una buona posizione rispetto alle altre regioni e viaggia a due velocità: da un lato troviamo una regione virtuosa rispetto alle altre, con una certa continuità negli stanziamenti, innovazione del servizio e aumento quantitativo dell’offerta di linee. Dall’altro, permane il disagio per l’incuria in alcune stazioni abbandonate o per i cantieri infiniti nel nodo Av di Firenze, dove ci si attarda su un progetto di sottoattraversamento che appare esoso e sempre più insostenibile. Tra le linee pendolari più frequenti troviamo la linea Firenze-Lucca-Pistoia, con 40mila viaggiatori al giorno. Visto l’alto numero, Legambiente ritiene fondamentale per i passeggeri il raddoppio della Pistoia-Lucca. L’opera procede in linea con il cronoprogramma sia per la parte Pistoia-Montecatini, finanziata dalla Regione con 237 milioni di euro e da Rfi con 213 milioni, ma anche nel tratto Montecatini-Lucca, per il quale sono previste risorse statali. Il raddoppio consentirà di incrementare la capacità di traffico della linea aumentando regolarità e puntualità e riducendo i tempi di viaggio fra Firenze e Lucca.
Guardando ad un quadro generale, i flussi di pendolari su treno sono in costante aumento in tutto il territorio regionale, arrivati a 234mila al giorno sulle ferrovie toscane, mentre il totale dei pendolari della sola area fiorentina secondo Istat ammonta a circa 182mila. L’offerta è aumentata soprattutto nella fascia alta, quella delle tratte ad Alta velocità. Basti pensare che tra Firenze e Bologna sono attivi 162 treni che sfrecciano a 300 kilometri orari nei due sensi di marcia ogni giorno (erano 152 lo scorso anno, 142 due anni fa, mentre erano solo 18 nel 2002). Su una media italiana del 15,4, l’età media dei treni, secondo il rapporto di Legambiente, è di 11,8 e circa il 12,2 per cento supera i 15 anni di età, dato rassicurante visto il 67,9 per cento della Sardegna e il 65,6 per cento della Campania. Il numero dei passeggeri dei treni aumenta ovunque, segnando un nuovo record rispetto al 2017.
“In un Paese in cui nell’ultimo quindicennio si è ancora una volta premiata la gomma, investendo il sessanta per cento delle risorse destinate dallo Stato ai trasporti, in nuove strade e autostrade, parlare di mobilità su rotaia e, in particolare, del servizio ferroviario regionale per i pendolari pare un gesto di sana ostinazione – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana -; in questo contesto, il boom dell’alta velocità, specie sulla dorsale Milano-Firenze-Napoli, rappresenta un’ulteriore linea di frattura rispetto ai bisogni e alle criticità delle linee locali, che sono quelle che i pendolari frequentano ogni giorno. La Toscana certamente vive una situazione migliore rispetto a molte altre regioni del Centro/Sud, ma nell’ultimo biennio dobbiamo comunque registrare una lieve flessione degli investimenti su servizio e materiale rotabile in proporzione al Bilancio Regionale (0,46 per cento, contro l’1,1 per cento). Insomma, una situazione dignitosa, ma che abbiamo il dovere comunque di migliorare”, conclude Ferruzza.
Elevando lo sguardo sullo scenario nazionale, nella legge di bilancio ci sono alcune misure puntuali, positive, per intervenire nelle città e sulla rete ferroviaria. Secondo Legambiente, però: “Se il ministro Toninelli volesse davvero rilanciare il trasporto ferroviario pendolare dovrebbe aumentare le risorse, perché quelle attuali sono di oltre il 20 per cento inferiori al 2009, e rischiano di ridursi ulteriormente se non si sblocca la clausola di salvaguardia nella legge di bilancio. Il Ministero delle Infrastrutture deve poi esercitare un vero e proprio ruolo di controllo sulla rete, per evitare che continuino tagli e disservizi in alcune Regioni, specie del Mezzogiorno. Nel bilancio dello Stato – sottolinea ancora Legambiente – già esistano le risorse per realizzare un salto di qualità nel servizio ferroviario. Il problema è indirizzare le rilevanti risorse disponibili, in maniera diversa rispetto ad oggi, ridisegnando con chiari obiettivi le entrate legate ai trasporti (accise, Iva, tariffe autostradali, ecc.) e le voci di spesa (sussidi all’autotrasporto, servizio ferroviario, nfrastrutture). In particolare per rilanciare il trasporto ferroviario servono risorse per: potenziare il servizio ferroviario regionale e, per garantire che il numero di treni sulla reteaumenti servono almeno 500 milioni di euro all’anno da destinare al fondo per il Tpl e il trasporto ferroviario regionale per potenziare il servizio laddove è ancora carente; rilanciare gli investimenti infrastrutturali davvero utili alle città, garantendo che almeno 2 miliardi di euro all’anno dei fondi introdotti con le Leggi di Bilancio 2018 e 2019 per gli investimenti dello Stato siano indirizzati a nuove linee di tram e metropolitane nelle città; acquistare nuovi treni per potenziare il servizio regionale e intercity, aggiungendo agli investimenti previsti almeno 600 milioni di euro all’anno per continuare il rinnovo del parco regionale circolante”.