Conflavoro Pmi: “Sgravi per chi assume e più formazione”

4 febbraio 2019 | 14:48
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Conflavoro Pmi: “Sgravi per chi assume e più formazione”

“Sgravi per assumere a tempo determinato e fondi interprofessionali per formare disoccupati”. Sono questi i due punti cardine che il presidente della Confederazione delle piccole e medie imprese Roberto Capobianco ha presentato oggi (4 febbraio) a Roma durante un’audizione nella commissione lavoro del Senato sul “decretone” che ha istituito reddito di cittadinanza e quota 100.

“Concentriamoci sui piccoli imprenditori – ha detto Capobianco parlando degli incentivi per quelle aziende che assumono i beneficiari del reddito di cittadinanza – perché sono loro il vero tessuto economico del paese. La formazione del lavoratore è sempre più essenziale, sia per i giovani sia per chi deve essere ricollocato. Quel che Conflavoro Pmi propone è una decontribuzione Inps anche per chi assume fino a 12 mesi nella propria azienda. Chiaramente l’obiettivo è favorire il tempo indeterminato ma se ciò non accade non va visto come un assist alla precarietà, bensì come un’occasione pratica di formazione on the job. Giusto, inoltre, che il reddito di cittadinanza agevoli il lavoratore autonomo e le ditte individuali, ma estendiamo i benefici previsti anche a chi vuole fare impresa attraverso altre forme societarie, come srl, surl, srls, snc e sas”.
“Diamo la possibilità ai fondi interprofessionali – ha quindi sottolineato Capobianco – di formare anche le persone in cerca di lavoro. Una formazione mirata e destinata a un percorso che possa concretamente sfociare in occupazione. Ogni territorio ha le proprie esigenze, il proprio settore forte che sicuramente nessuno conosce bene come le aziende che vi operano. Coinvolgiamo dunque nel patto di formazione anche le imprese e le associazioni datoriali, non solo i centri per l’impiego. Mettiamo al centro della formazione, nell’esecuzione dei progetti specifici, chi vive il territorio ogni giorno e ne conosce opportunità e problematiche. Le imprese in primis, appunto”.
Secondo Conflavoro Pmi, però, come si legge nel documento presentato ai membri e al presidente della commissione lavoro Nunzia Catalfo, per favorire i percorsi di ricambio generazionale tramite i fondi interprofessionali è necessario rileggere in chiave moderna l’individuazione delle organizzazioni sindacali che possono sottoscrivere accordi aziendali o territoriali. Come? coinvolgendo le associazioni maggiormente rappresentative. “In sostanza, la plausibilità di un rilancio del lavoro incentrato sulla formazione e sulle effettive necessità dei territori passa dalla piena tutela del pluralismo e della libertà sindacale – si legge in una nota del’organizzazione – Due capitoli legati alla rappresentatività e che oggi necessitano ancora di una normazione chiara e al passo coi tempi, dato che il mondo del lavoro è ormai lontano dal monopolio delle sigle sindacali dello scorso secolo”.