
Subito l’asse nord sud per permettere alle imprese di lavorare. È l’appello, preoccupato, della Confartigianato imprese di Lucca, che certifica, contemporaneamente, il momentaneo fallimento dello spostamento della movimentazione delle merci su rotaia.
“Come Confartigianato – spiega la nota – ci pare superfluo ricordare che in Italia, anche per la conformazione morfologica del territorio, la maggior parte della movimentazione delle merci avviene su gomma. La percentuale stimata è pari all’88 per cento e può sembrare molto alta, ma ci sono nazioni, come l’Inghilterra, la Germania ed altre ove tale percentuale è ancora più elevata. Nel nostro paese ciò è, in parte, ascrivibile alle scelte fatte in passato per le quali ci portiamo dietro una rete ferroviaria poco efficiente ed uno scarso sviluppo dell’utilizzo del trasporto via acqua. Purtroppo molti dei disagi attuali, dovuti al fatto che mezzi pesanti circolano su una rete viaria costituita da strade piccole, spesso mal manutentate e per di più situate all’interno di centri abitati sono la conseguenza di scelte, imputabili a Stato, Regione e Provincia che, per oltre 50 anni non hanno effettuato investimenti importanti sulle infrastrutture viarie del nostro territorio, in modo da consentire al traffico pesante e non, di aggirare le città e i centri abitati”.
“D’altra parte – prosegue parlando della situazione lucchese – se ci riferiamo a ciò che succede a livello locale, i regolamenti urbanistici dei vari Comuni che si sono susseguiti nel tempo, hanno consentito la costruzione di abitazioni disseminate qua e là a “macchia di leopardo”, spesso con una una commistione tra insediamenti produttivi ed abitativi che crea al contempo, difficoltà alla circolazione dei tir per la consegna o il ritiro delle merci e disagi ai cittadini che risiedono nei dintorni. Qualche anno fa sono state prese delle misure per cercare di incentivare, per certe tipologie di attività il trasporto su rotaia tant’è che sono stati realizzati i tronchetti ferroviari a Porcari, a Ponte a Moriano, a Diecimo, a Piano di Coreglia, a Fornaci di Barga, a Castelnuovo Garfagnana per il trasporto dei prodotti delle cartiere, dei molini, di zincherie eccetera ma, ahimé, sono falliti miseramente infatti sono, per gran parte inutilizzati per i costi eccessivi richiesti per effettuare il servizio dalle Ferrovie con buona pace dei cittadini che hanno visto risorse economiche sprecate inutilmente. Ci domandiamo se prima di realizzare queste infrastrutture non fosse stato utile stilare un accordo, preventivo, con Ferrovie Italiane”.
“Cerchiamo ora di capire ciò che sta succedendo oggi – entra nel vivo l’associazione di categoria – C’è un progetto e ci sono buona parte delle risorse necessarie per realizzare un asse di collegamento tra la statale del Brennero, ad ovest del Ppnte Carlo Alberto Dalla Chiesa, con la rotonda di Antraccoli per poi proseguire, tramite un tracciato collocato più a sud, ad est verso il casello del Frizzone e quindi con la A11, ad ovest creare una strada che porta all’ospedale San Luca e lì si ferma. Purtroppo, ancora una volta, ci sono state obiezioni da parte del sindaco di Capannori per il quale il tracciato di quest’asse è un “troiaio”, termine da lui usato, e non accetterà mai una cosa del genere per una serie di motivazioni che non stiamo ad elencare. Facciamo però presente che questo asse era fortemente voluto dal suo predecessore per ridurre il traffico pesante su viale Europa a Marlia tanto, che da diversi anni, su quella strada, nonostante alcuni interventi di miglioramento fatti dall’allora presidente della Provincia, Stefano Baccelli, vige, in alcune fasce orarie, il divieto di transito ai tir. Non solo, ma su viale Europa, a breve, si vogliono installare le telecamere per “colpire i furbetti che infrangono questi divieti”, quasi come se gli autotrasportatori si divertissero ad andare su e giù per viale Europa e non lo facessero per erogare un servizio che è parte essenziale della loro attività. Il sindaco di Porcari metterà anche lui delle telecamere per vietare il transito dei tir in via Bernardini e via Avvocato Del Magro (nella zona ci sono circa 5 abitazioni con una decina di famiglie e alcune grosse aziende industriali), ma sembra che gli autotrasportatori potranno passare pagando un pedaggio. Ma via pare che sia normale dover sottostare ad un altro balzello e tutto questo solo per poter continuare a lavorare? Sembra poi che l’amministrazione di Lucca, voglia istituire sulla circonvallazione, a protezione delle mura, fasce orarie di divieto di transito, anche in questo caso naturalmente per i tir”.
“Ci chiediamo – contesta Confartigianato – se non siano superati tutti i limiti del buon senso e se non ci sia un accanimento contro una categoria economica, quella appunto dei trasportatori.
Ma i cittadini si rendono conto del lavoro che svolgono i trasportatori e che vita fanno? Tra le attività che espletano ricordiamo il rifornimento del carburante ai distributori, la consegna giornaliera di merci fresche ai negozi ed ai supermercati, il trasporto di merci prodotte dalle imprese locali, cartiere, officine meccaniche, altre aziende di produzione nel rispetto dei tempi di consegna e consentendo di pagare il giusto prezzo per un servizio di cui c’é assoluta necessità. Pensate che, per carenza di una viabilità alternativa i trasportatori devono, per raggiungere un’importante azienda che produce macchinari nella zona industriale di Mugnano e dà lavoro a migliaia di persone, attraversare obbligatoriamente il quartiere di San Concordio e passare sotto gli archi dell’acquedotto del Nottolini. Francamente in questo contesto ciò che più ci stupisce è il silenzio assordante da parte delle imprese industriali che si avvalgono di queste aziende di autotrasporto. Non dimentichiamoci, infatti, che se queste si fermano, anche solo per una settimana tutti noi, aziende e semplici cittadini ne risentiremo pesantemente. A meno che non ci sia l’intenzione da parte di alcuni imprenditori di delocalizzare altrove cosa che già alcuni hanno fatto. Allora pensiamo anche alla perdita di posti di lavoro che ne conseguirà e al danno che si ripercuoterà su tutta l’economia provinciale. D’altra parte i permessi dove localizzare le aziende non li abbiamo certo dati noi per cui chi li ha concessi doveva pensare anche alla costruzione delle infrastrutture adeguate per poterle raggiungere. Ci spiace sottolinearlo ma gli autotrasportatori non hanno certo vita facile. Ogni giorno sono sulle strade, hanno tutta un’altra serie di adempimenti da rispettare, a cominciare dai tempi di guida e di quelli di riposo, dall’alzarsi di notte per evitare di incorrere nei divieti di transito, dal dormire nelle cuccette sui Tir, al tornare a casa non si sa mai a quale ora o a subire multe perché hanno sforato i tempi di guida magari di un solo quarto d’ora. A noi pare che fare l’autotrasportatore non sia più un “lavoro usurante” da pensione leggermente anticipata rispetto ai lavori “normali”, ma un lavoro che una persona può fare per quindici/venti anni, ma poi devono darti la pensione perché altrimenti impazzisci”.
“Allora, ed è questo un invito al buon senso – conclide l’appello – Cominciamo a creare questo benedetto asse viario nord-sud e vediamo cosa succede. Se poi avremo dei miglioramenti sulla circolazione vedremo se costruire anche gli altri. Le imprese di Confartigianato non chiedono altro che venga loro consentito il diritto di lavorare, che è un principio sancito anche dalla Costituzione. Cerchiamo allora di creare i presupposti perché questo lavoro possa essere svolto nel modo migliore, creando meno disagi possibile ai cittadini, ma senza ulteriori ostacoli per l’autotrasportatore perché oggi è già difficile averlo un lavoro, ma se tutti si mettono contro aumenterà ancora il numero delle aziende che chiuderanno”.