
Scontro Conflavoro – sindacati, l’associazione di categoria risponde alle nuove polemiche della Uiltec: “Il calzaturificio – spiega Conflavoro – non è stato sanzionato per aver utilizzato un contratto illegittimo: chiunque sostenga questo fa opera di disinformazione e non dice la verità”. Come è ben noto, il contratto collettivo moda artigianato di Conflavoro è del tutto legittimo e non contiene alcuna clausola in violazione delle norme di legge. Anche la disciplina del lavoro intermittente o a chiamata – oggetto della ispezione presso il calzaturificio – rispecchia banalmente quella legale, senza deroghe o variazioni. È sufficiente leggere l’articolo 87, comma 2, pagina 41 del contratto moda artigianato, visibile da tutti sul sito conflavoro.it per rendersi conto che la previsione contrattuale collettiva è in linea con le norme di legge in materia”.
Conflavoro Pmi ribadisce quindi con forza come i propri contratti collettivi non siano lesivi della dignità dei lavoratori e come le retribuzioni previste siano perfettamente in linea con quelle di settore, e anzi sono riconosciuti diversi istituti migliorativi già ricordati nel precedente comunicato. “Ma la Uiltec – commenta Conflavoro – questo, evidentemente non lo sa o non è interessata a comunicarlo, affermando che ‘non ci appare necessario spendere tempo a comparare i contratti collettivi sottoscritti dalla Uiltec con quelli sottoscritti da Conflavoro’. A quanto pare preferisce utilizzare il proprio tempo a inviare comunicati stampa con falsità volte a danneggiare l’immagine di Conflavoro Pmi. Per Conflavoro comparare i contratti non è mai uno spreco di tempo, come non lo è stare al fianco delle imprese e dei loro lavoratori, allo scopo di affrontare con oggettività un periodo di crisi profondissima, specie nel settore calzaturiero in questione, e trovare le soluzioni migliori per uscirne. Per Conflavoro è preminente inoltre la massima tutela degli imprenditori. Garantisce infatti la propria vicinanza e concretezza anche per quanto concerne l’iter di eventuali contenziosi, al fine di vagliare ogni possibile strada legale atta a chiarire senza ombra di dubbio la posizione degli imprenditori coinvolti”.
“La Uiltec, che si permette di invitare Conflavoro a usare toni pacati quando per prima strumentalizza la triste situazione e lancia accuse infondate – conclude Conflavoro – prima di definirli illeciti dovrebbe quantomeno leggere i contratti collettivi di Conflavoro-Confsal, riconosciuti come qualitativi dalla comparazione fatta dal Cnel e pubblicati nel notiziario dell’archivio contratti numero 31. Tornando al caso in specie, mai nel verbale di accertamento dell’ispettorato di Lucca è dichiarata la illiceità del contratto collettivo sottoscritto da Conflavoro. Una tale affermazione, fra l’altro, sarebbe contro i principi previsti nostra Costituzione all’articolo 39: la libertà sindacale e l’autonomia collettiva. La circolare 3 dell’ispettorato nazionale del lavoro, se fosse applicabile, troverebbe grossi problemi di applicazione anche nei contratti sottoscritti da Uil, Cgil e Cisl e altre associazioni datoriali del commercio, turismo e pubblici esercizi e dell’industria, le quali hanno ‘dichiarato’, vista la mancanza di una legge sulla rappresentatività, iscritti inferiori di altre sigle datoriali. Conflavoro, pertanto, si riserva di agire a difesa della propria posizione e delle proprie imprese associate e ha già affidato ai propri legali di fiducia incarico di tutelare gli interessi dell’associazione”.