“Trasferimenti senza preavviso”, sciopero a Mediaworld

5 aprile 2019 | 20:00
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“Trasferimenti senza preavviso”, sciopero a Mediaworld

Domani (6 aprile) i lavoratori del Mediaworld di Lucca incroceranno le braccia per due ore in sostegno a tre colleghi che l’azienda ha deciso di trasferire al centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio. Una decisione, sostiene la Filcams Cgil, presa “senza preavviso né una parola, ma soltanto attraverso la consegna brevi manu della comunicazione e in totale assenza di un confronto sindacale preventivo, che abbia dato indicazioni su una situazione di criticità particolare del negozio di Lucca”.

“Peraltro – sostiene Massimo Dinelli, responsabile organizzativo Filcams Cgil della Provincia di Lucca – il negozio di Lucca non ci risulta tra quelli indicati come insostenibili in alcuna delle comunicazioni formali tra le procedure aperte dall’azienda Mediamarket spa a livello nazionale, come invece accaduto per tanti altri punti vendita. Dobbiamo constatare inoltre che le relazioni sindacali a tutti i livelli si sono rotte da tempo, dopo le note vicende legate alle chiusure di Grosseto e Milano stazione centrale e al trasferimento fisico della sede amministrativa, nonostante l’intervento di mediazione tra le parti posto dal Mise tali vicende hanno portato a trasferimenti e licenziamenti del personale e ad altre iniziative unilaterali tra le quali la cancellazione del riconoscimento della maggiorazione domenicale scesa dal 90% al 30% minimo sindacale previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro”.
“Sul territorio – insiste Dinelli – i metodi sono gli stessi, assenza di confronto e provvedimenti presi senza tener conto delle esigenze dei lavoratori, i quali si sono rinuniti in assemblea dove dopo un dibattito acceso è stato deciso di mobilitarsi. Lo sciopero è stato indetto per le ultime due ore del turno di Sabato 6 Aprile. La decisione è determinata non solo per la solidarietà ai colleghi colpiti dal provvedimento ma anche per dare un segnale chiaro all’azienda che i lavoratori sono stufi di accettare interventi unilaterali che ricadano così negativamente sulla pelle delle persone e delle loro famiglie, perché quando trasferisci un lavoratore part time definitivamente ad oltre 60 chiloemtri, a parità di stipendio, e senza alcun rimborso spese per il viaggio e per il tempo impiegato, in realtà stai mascherando un licenziamento”.
“Nel frattempo – conclude Dinelli – al di là delle ulteriori iniziative collettive di lotta che verrano messe in campo, come Filcams-Cgil garantiremo tutte le forme di tutela necessaria ai lavoratori trasferiti anche col supporto dell’assistenza legale, fino a contestare il provvediemnto davanti al giudice del lavoro, qualora l’azienda non ci convochi nell’immediato, non ci dia informazioni precise sullo stato di salute del punto vendita, revocando i trasferimenti e trovando soluzioni condivise coi lavoratori per il nostro tramite”.