Banche, calano sportelli ma cresce il risparmio

11 aprile 2019 | 13:20
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Banche, calano sportelli ma cresce il risparmio
Banche, calano sportelli ma cresce il risparmio
Banche, calano sportelli ma cresce il risparmio

Calano gli sportelli bancari ma cresce la raccolta di risparmio in provincia di Lucca. Secondo l’analisi illustrativa dei dati sull’andamento del credito 2018, la rete degli sportelli è scesa ancora, passando dai 223 sportelli di fine 2017, ai 204 del 31 dicembre 2018. La riduzione è poi proseguita anche nei primi mesi del 2019, scendendo a 197 a fine marzo, indice del fatto che la clientela continua ad adeguarsi al nuovo contesto, con un crescente utilizzo degli strumenti informatici, come i Pos (Point of sale), gli Atm (sportelli bancomat), l’home e corporate banking, nonché il phone banking, per i quali Lucca presenta valori pro-capite elevati rispetto alle altre province toscane. Il risparmio invece, sempre secondo i dati di credito, resta un elemento di forza anche del territorio, con Lucca seconda solo a Firenze in regione. I depositi e il risparmio postale sono cresciuti del 2,9 per cento nel corso del 2018, portandosi a quota 9 milioni e 112 euro, ma facendo segnare un indebolimento nella seconda parte dell’anno. La raccolta indiretta ha invece mostrato la flessione di meno 6,6 per cento, scendendo a 5 milioni 620 mila euro a fine anno, dovuta a una diminuzione della liquidità delle imprese, con maggior ricorso ai mezzi propri e alla preferenza per la liquidità da parte delle famiglie, che registrano un clima di fiducia calante.

Si è tenuto oggi (11 aprile), alla Camera di Commercio di Lucca, l’incontro annuale per illustrare i dati del 2018 sull’andamento del credito in provincia. L’evento è stato aperto dall’intervento di Giorgio Bartoli, presidente dell’Ente camerale, che ha illustrato l’andamento attuale dell’economia nazionale e locale: “Il contesto economico in cui le imprese del nostro territorio si stanno muovendo – ha sottolineato Bartoli – si è rallentato a partire da settembre 2018 e le proiezioni economiche per il 2019 indicano un’ulteriore riduzione. Il rallentamento ha interessato maggiormente, nella provincia di Lucca, il settore manifatturiero e delle calzature. Periodo in crescita, invece, per il settore cartario e, di conseguenza, meccanico: export da 4 miliardi di euro di fattura. La brusca decelerazione dell’interscambio a livello mondiale e l’accresciuta incertezza è dovuta anche ai disequilibri commerciali creati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che hanno portato a un indebolimento della crescita dell’economia cinese, punto di riferimento mondiale per il commercio”. 
“Anche il punto interrogativo Brexit – continua Bartoli – crea tensioni dal punto di vista commerciale. La provincia di Lucca, dunque, risente di stime a ribasso dovute anche a questo contesto”.
Proseguendo l’incontro, i dati sugli andamenti creditizi registrati nella nostra provincia nel 2018 e nel primo scorcio del 2019, sono stati illustrati nel dettaglio dal dottor Giuliano Dini, già direttore della filiale di Lucca della Banca d’Italia, che ha sottolineato come “nonostante la notevole riduzione degli sportelli, il sistema creditizio locale risponde sufficientemente all’esigenza dell’economia lucchese. Il risparmio delle famiglie è cresciuto meglio della media toscana e nazionale e si avverte una crescente preferenza per la liquidità, con riduzione della raccolta indiretta. Il ricorso ai prestiti da parte delle famiglie è per l’acquisto di beni durevoli e abitativi (più 10,7 per cento). Per quanto riguarda il tessuto imprenditoriale – continua il dottor Dini -, le piccole imprese continuano ad avvertire difficoltà nel ricorso al credito, con un utilizzo delle proprie riserve di liquidità (depositi), mentre le imprese più grandi, sopra i 20 addetti, registrano andamenti positivi fino a settembre 2018, per poi flettere. Sono aumentati i prestiti vivi al manifatturiero (più 2,6 per cento) e alle imprese dei servizi (più 3,1 per cento), mentre per le costruzioni si è registrato un ulteriore calo (meno 3,5 per cento), a conferma della crisi del settore. Per le unità produttive più piccole (famiglie produttrici e artigiani), l’ammontare del credito risulta ancora in flessione (meno 3,7 per cento), a comprova delle difficoltà persistenti, mentre per le famiglie si registra un incremento di più 2,9 per cento”.
“Sull’aumento degli impieghi, invece – spiega Giuliano Dini – hanno inciso positivamente i finanziamenti a medio e lungo termine: più 1,11 per cento, con flessione solo nella parte finale dell’anno. Le erogazioni dei finanziamenti, pur con una diminuzione complessiva del 14 per cento, sono state pari a 2 milioni e 798 mila euro, importo comunque secondo solo a Firenze, soprattutto per gli investimenti in macchine, strumenti e attrezzature. In particolare – prosegue il dottor Dini, dal settembre 2018 le imprese hanno rallentato gli investimenti, in un clima di fiducia calante. continua la iminuizione delle sofferenze provinciali, scesa in maniera rilevante (meno 33,4 per cento nell’anno), soprattutto da fine anno 2017 e in linea con le direttive della vigilanza europea riguardanti i Non performing loans. Il risanamento degli attivi bancari ha determinato un contenimento delle posizioni in default, anche se il tasso di decadimento è risalito nella seconda parte del 2018″.
“Tuttavia – conclude Giuliano Dini – la qualità totale del credito a Lucca è migliorata negli ultimi anni e anche nel 2018: la somma delle posizioni in sofferenza e di quelle entrate in criticità (crediti scaduti, incagliati o ristrutturati) in rapporto al totale dei crediti si attesta al 14,4 per cento, nella media toscana e meglio di province vicine. Lucca quindi, nonostante risenta del rallentamento in campo economico, sia mondiale, che europeo e italiano, è riuscita a riprendersi dagli anni della crisi (2009-2011) e il sistema di credito locale risponde sufficentemente alle esigenze dell’economia lucchese”. 

Rebecca Del Carlo