
Dal rapporto Monitor dei distretti della Toscana, realizzato dalla direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, emerge come il 2018 si sia chiuso con un valore di export superiore ai 16 miliardi, in crescita di 437 milioni rispetto all’anno precedente (più 2,8 per cento). Tra i diciotto distretti toscani monitorati, il distretto del cartario di Lucca, trainato dalla componente meccanica è il secondo incremento maggiore con una crescita del 16,5 per cento (più 182 milioni) dopo quello della pelletteria e calzature di Firenze: cresciuto di 488 milioni, ora supera i 4,2 miliardi (più 12,9 per cento). Bene anche la nautica di Viareggio, che ritorna ai valori di export pre-crisi (più 90 milioni quindi più 15m6 per cento), . In calo invece, rispetto all’anno precedente, il distretto delle calzature di Lucca: meno 30 milioni (meno 16 per cento).
Seguono il tessile e abbigliamento di Prato, più 34 milioni (più 1,9 per cento); nel comparto agro-alimentare i Vini dei colli fiorentini e senesi, più 30 milioni (più 4,4 per cento). Sempre con un miglioramento rispetto al 2017 si distinguono le calzature di Lamporecchio, più 10 milioni (più 8,2 per cento), la camperistica della val d’Elsa, più 8 milioni (1,3 per cento), il florovivaistico di Pistoia, più 7 milioni (più 3,1 per cento) e la ceramica di Sesto Fiorentino, più 4 milioni (12,8 per cento).
Nell’altra metà dei distretti, che segnano un calo rispetto all’anno precedente, si evidenzia la Pelletteria e Calzature di Arezzo, meno 158 milioni (meno 25,8 per cento), l’Olio toscano, meno 68 milioni (meno 9,8 per cento), l’abbigliamento di Empoli, meno 67 milioni (meno 4,9 per cento), la concia e calzature di Santa Croce, meno 34 milioni (meno 3,7 per cento), il tessile e abbigliamento di Arezzo, meno 15 milioni (meno 4,3 per cento) e il mobile imbottito di Quarrata, meno 10 milioni (meno 10per cento). Leggere flessioni per il marmo di Carrara, meno 18 milioni (meno 2,4 per cento) e l’Oreficeria di Arezzo, meno15 milioni (meno 0,8 per cento). Le esportazioni verso la Svizzera superano i 2,5 miliardi di euro, grazie a una crescita di 581 milioni (più 29,8 per cento) trainata in particolare dai poli del lusso che utilizzano questo mercato come hub logistico. A seguire si posizionano Stati Uniti (più 1,9 miliardi) e Francia (pù 1,8 miliardi) sostanzialmente in linea con il dato 2017. Se estendiamo l’analisi al lungo periodo, si evidenzia una sostanziale stabilità tra il 2008 e il 2018 della quota esportata dai distretti toscani verso i paesi emergenti (circa il 30 per cento), ma una significativa ricomposizione del peso tra i paesi emergenti vicini, che si riduce di 6 punti, a favore di quelli più lontani, che invece aumenta di 4 punti. Anche per il polo Farmaceutico toscano il quarto trimestre si caratterizza per tassi di crescita significativi (più 55 per cento) e supera i 2,5 miliardi di esportazioni dei quali circa la metà concentrati verso gli Stati Uniti e Francia.
“La Toscana è una regione di eccellenza e la crescita delle esportazioni, soprattutto nel lungo periodo, è effetto di un impegno constante di piccoli e medi imprenditori capaci di avviare strategie di sviluppo del proprio business e di guardare a mercati di sbocco internazionali nei quali il made in Italy è particolarmente richiesto – spiega Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo -. Il nostro Gruppo si propone a questi imprenditori come promotore dello sviluppo e della crescita, favorendo sbocchi commerciali e partnership su mercati lontani. Nel 2018 Intesa Sanpaolo ha erogato ben 2,2 miliardi di euro di finanziamenti alle imprese toscane, sostenendone progettualità ed investimenti”.