
Doppio appuntamento oggi (16 maggio) a Prato per Confindustria Toscana Nord: l’assemblea pubblica dal titolo Infrastrutture, il coraggio delle scelte, preceduta da quella privata in cui i soci hanno espletato gli adempimenti annuali fra cui, di particolare importanza, l’elezione del presidente e del consiglio di presidenza dell’associazione. Nessuna novità sulla figura apicale: a Giulio Grossi è stata confermata la fiducia degli industriali di Lucca, Pistoia e Prato per un ulteriore biennio.
Qualche cambiamento invece nel consiglio di presidenza: come vicepresidenti, accanto al confermato Daniele Matteini subentra ad Andrea Tempestini (che a causa dei suoi impegni di lavoro non potrà replicare il mandato e al quale è andato il ringraziamento del presidente per l’attività svolta) Francesco Marini, che nel precedente mandato ricopriva la carica di consigliere delegato. Immutate le deleghe: a Marini l’internazionalizzazione, a Matteini innovazione, ricerca e sviluppo. Novità anche fra i consiglieri delegati: confermata Cristiana Pasquinelli con la delega all’education, entrano Giorgio Bartoli con la delega ai rapporti istituzionali e Fabia Romagnoli con quella alla sostenibilità. Completano la squadra di presidenza i componenti di diritto, già presenti nel precedente mandato: Stefano Francesconi, rappresentante della piccola industria, anch’egli confermato nell’assemblea odierna; Davide Trane, presidente del Gruppo giovani imprenditori; Stefano Varia, presidente di Ance Toscana Nord.
Il presidente Grossi ha esordito nel suo rinnovato incarico con l’intervento di apertura alla parte pubblica dell’assemblea. Davanti al numeroso pubblico intervenuto nell’auditorium della Camera di commercio di Prato, Grossi ha lanciato i temi che sono stati oggetto di discussione nella successiva tavola rotonda che ha visto impegnati, con la moderazione di Oscar Giannino, gli assessore della Regione Toscana, rispettivamente alle infrastrutture e all’ambiente, Vincenzo Ceccarelli e Federica Fratoni e i presidenti di Ance nazionale Gabriele Buia, di Confservizi Cispel Toscana Alfredo De Girolamo e dell’Associazione industriale bresciana Giuseppe Pasini.
Strade, autostrade, ferrovie, intermodalità, sistema aeroportuale e un focus particolare sugli impianti di smaltimento dei rifiuti: questi gli argomenti toccati da Grossi nel suo intervento. “Un territorio con infrastrutture ben sviluppate ed efficienti è più attrattivo per gli investimenti, più adeguato alle esigenze del sistema produttivo già insediato, più capace di generare ricchezza a beneficio di tutti, più interessante per i talenti che le nostre imprese vogliono intercettare per far crescere le competenze interne”: così Grossi ha sintetizzato l’importanza delle infrastrutture per il territorio. Ha aggiunto anche che da una migliore dotazione infrastrutturale può trarre vantaggio anche la sostenibilità, facendo gli esempi del traffico più scorrevole, con meno code e meno scarichi, quando strade e autostrade hanno la giusta ampiezza e un adeguato numero di corsie; dei benefici di impianti di smaltimento dei rifiuti vicini alle imprese e ai cittadini che quei rifiuti li producono, secondo le indicazioni dell’Unione europea che raccomanda impianti di prossimità per evitare trasporti che inevitabilmente impattano sull’ambiente; dei vantaggi dello sviluppo dell’intermodalità.
Le necessità infrastrutturali delle imprese sono state citate, ancor prima dell’avvio dell’intervento del presidente, in un video realizzato con le testimonianze di dodici imprenditori che, coprendo l’intero territorio di riferimento di Confindustria Toscana Nord, hanno menzionato opere richiamate poi anche dal presidente nella sua relazione. L’elenco è lungo: la terza corsia dell’autostrada A11, i cui lavori nella tratta Firenze-Pistoia dovrebbero partire entro il secondo trimestre 2020; lo sviluppo dell’intermodalità, con particolare riferimento alle difficoltà che l’Interporto della Toscana centrale sta incontrando nella sua espansione verso il Comune di Campi Bisenzio; i collegamenti su rotaia, con il raddoppio della linea ferroviaria Firenze-Viareggio per ora in corso fino a Montecatini con prospettiva di arrivare a Pescia ma non ancora oltre; il sistema aeroportuale, con la riaffermazione della necessità dell’ampliamento del Vespucci, che con il decreto ministeriale a favore del masterplan 2014-2029 appare meno remoto ma non ancora scontato. Infine, la lista infinita delle le infrastrutture viarie, dall’asse di penetrazione del porto di Viareggio agli assi viari di Lucca, ora nella fase di progettazione esecutiva; dalla tangenziale di Collodi, che potrebbe conciliare esigenze turistiche e produttive, ai tanti problemi di viabilità della montagna pistoiese; dalla strada regionale 325 al completamento della 2a tangenziale di Prato e alla soluzione, quale che sia, del problema della strozzatura del Soccorso sulla declassata.
Un’attenzione particolare è stata prestata al capitolo rifiuti, definiti da Grossi, “un problema così grave e impellente da farci rischiare il fermo di molte delle nostre produzioni”. Prima ancora di toccare il nodo cruciale degli impianti di smaltimento, il presidente di Confindustria Toscana Nord si è soffermato sulle opportunità, esistenti sul piano tecnico ma difficilmente concretizzabili sul piano normativo, di ridurre il volume dei rifiuti (250mila tonnellate nell’area Confindustria Toscana Nord solo fra cartario, lapideo e tessile, cui si aggiunge un milione di tonnellate di scarti dell’edilizia) favorendo il riutilizzo. “Come imprese – ha dichiarato Grossi – guardiamo con grande favore alla possibilità di sottrarre gli scarti di lavorazione al ciclo dei rifiuti, riutilizzandoli nella produzione, secondo quelli che sono anche gli indirizzi comunitari. Incrementare la quota di riutilizzo sarebbe un vantaggio per l’economia e per l’ambiente: si limita il ricorso a materiali vergini, ci sono meno rifiuti da smaltire e quindi meno impianti di smaltimento da realizzare. Questa è l’economia circolare. In questo modo, una parte degli scarti di produzione potrebbe avere lo status di sottoprodotto ed essere riutilizzata direttamente; la stessa positiva evoluzione potrebbe riguardare anche materiali già classificati come rifiuti, ma recuperati sulla base di apposite norme, cosiddette end of waste'”.
Propositi virtuosi, questi, che si scontrano da un lato con la normativa sull’utilizzo dei sottoprodotti, che lascia ampi spazi di interpretazione ed è guardata in Toscana con grande diffidenza dagli enti autorizzatori e controllori; dall’altro, con il blocco a livello nazionale, per una sentenza della Cassazione, della normativa “end of waste”. Su entrambi gli aspetti Grossi ha richiesto la collaborazione della Regione Toscana, nel primo caso per una revisione dei propri orientamenti, nel secondo per promuovere assieme alle altre Regioni un’azione di pressione verso il Ministero dell’ambiente affinché restituisca alle Regioni il potere di autorizzare gli impianti di recupero. Mancano, inoltre, ha sottolineato Grossi, agevolazioni e incentivi che facciano decollare il riutilizzo di prodotti riciclati, da sgravi dell’Irap a benefici sulla fiscalità nazionale.
Sul piano tecnico, cominciare a riutilizzare, o allargare il riutilizzo già in atto, di molti materiali sarebbe possibile: dagli scarti del settore lapideo, alle terre e rocce da scavo (per le quali, in mancanza della norma che detti i criteri di recupero, la Regione ha bloccato tutte le autorizzazioni ordinarie agli impianti dedicati), fino agli abiti usati, si potrebbe fare molto di più se le normative consentissero percorsi più agevoli.
“Pur essendo per noi fondamentale la politica del riciclo, si deve tuttavia avere l’onestà intellettuale di ammettere che non tutti gli scarti possono essere riciclati o recuperati a livello di materia. I rifiuti si generano inevitabilmente, per quanto virtuoso possa essere il ciclo produttivo”, ha ricordato Grossi, sottolineando la mancanza di impianti di smaltimento finale, in particolare di impianti per il recupero di energia. Ha poi menzionato le difficoltà di raccogliere l’invito della Regione Toscana a realizzare gli impianti da parte di privati, viste le opposizioni delle amministrazioni locali che potrebbero essere superate solo attraverso l’individuazione, a livello regionale, di aree idonee e non sindacabili.
Per i progetti privati in corso di autorizzazione l’associazione auspica un buon esito, chiedendo alla Regione di trovare il modo di superare la contrarietà degli enti locali. Confindustria Toscana Nord ha formulato oggi alla Regione Toscana anche un’altra proposta. Rivolgendosi direttamente agli assessori presenti, il presidente Grossi ha detto: “Facciamoli insieme alcuni impianti di smaltimento dei rifiuti. Facciamoli insieme noi privati e voi istituzioni pubbliche toscane, dalla Regione ai Comuni passando per le Province. Facciamoli insieme perché voi pubbliche amministrazioni avrete fra poco il problema di smaltire i rifiuti solidi urbani che già adesso collocate con fatica e costi crescenti per contribuenti. Proviamo a fare sinergia tra rifiuti urbani e rifiuti speciali.” I precedenti di gestione pubblico-privata dei termovalorizzatori ci sono in altre aree d’Italia; in ambito diverso dai rifiuti, a cominciare dalla depurazione, anche l’area Confindustria Toscana Nord può vantare gli esempi positivi di Gida e Aquapur.
Il presidente Grossi ha citato anche la nuova campagna di mobilitazione Ance Nastri Gialli – Blocca il degrado e ricordato che dalla stessa Ance è venuto lo stimolo per il decreto Sblocca cantieri, sulla cui efficacia – nell’attuale formulazione, diversa da quella auspicata – si è detto però piuttosto scettico. Ha annunciato inoltre che l’associazione varerà un osservatorio che periodicamente farà il punto sull’evoluzione delle opere di maggior interesse per il mondo industriale. A seguire l’osservatorio, come tutto ciò che riguarda il tema infrastrutture, Stefano Varia, presidente di Ance Toscana Nord, che ha la delega su questa materia nell’ambito del consiglio di presidenza di Confindustria Toscana Nord e al quale è andato il ringraziamento del presidente per il suo lavoro in generale e in particolare per contributo dato all’assemblea.
Grossi ha concluso il suo intervento esprimendo preoccupazione per la situazione economico-finanziaria del paese, all’insegna della stagnazione.