Sindacati in piazza per i diritti dei pensionati

17 maggio 2019 | 10:44
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Sindacati in piazza per i diritti dei pensionati

Scendono in piazza uniti per difendere i diritti dei pensionati e delle nuove generazioni. Cgil Spi, Fnp Cisl e Uil partiranno anche dalla provincia di Lucca (circa 300 le persone al seguito) per prendere parte alla grande manifestazione nazionale – Dateci retta il nome – fissata per il prossimo 1 giugno, in piazza san Giovanni.
A parlare dell’appuntamento, oggi (17 maggio, nella sede Cisl di viale Puccini) sono stati Roberto Cortopassi (segretario generale Cgil Spi provincia di Lucca), Guido Carignani (segretario territoriale Uil pensionati) e Massimo Santoni (segretario generale Fnp Cisl pensionati – Toscana nord).
Sul tavolo ci sono i temi della tutela delle pensioni, il diritto all’autosufficienza e quello di curarsi, così come la riduzione delle tasse e l’aspirazione legittima ad un invecchiamento attivo ed in salute.

I pensionati, viene specificato, “sono stanchi di essere visti come ladri del futuro”.
Carignani osserva che la manifestazione nasce proprio da questa esigenza: “Siamo stanchi di essere additati per quello che non siamo, stanchi che si peschi sempre dalle pensioni per finanziare progetti come quota cento, stanchi di avere un potere d’acquisto che non è adeguato al costo della vita. Questo governo – evidenzia – ci ha raffigurato come gli avari di Moliere, affermando che ci lamentiamo per pochi spiccioli: beh, 3 miliardi e 600 milioni di sforbiciate in tre anni non ci sembrano poca cosa”.
Secondo i sindacati è necessario ricostituire il montante come base di calcolo per chi ha subito il blocco, bisogna aumentare la platea dei beneficiari della 14esima ed è importante separare il concetto di previdenza da quello di assistenza. Gli anziani, viene precisato da Carignani, “non sono ostacolo alle nuove generazioni, ma vero aiuto per le famiglie di oggi, sempre più in difficoltà. Portarci allo scontro generazionale è una cosa ignobile”.
Per Cortopassi è necessario manifestare “perché questa mancanza di rispetto, verso noi e verso i pensionati di domani, ci indigna. In Italia – affronta alcuni dei nodi più dolorosi – la mancanza di una legge sulla non autosufficienza costringe molte persone a lasciare il lavoro per prestare assistenza ai propri cari: vogliamo che questo venga riconosciuto come un lavoro a tutti gli effetti, con conseguente diritto alla pensione. Non solo: in Toscana abbiamo i ticket sanitari più alti del Paese, una vera tassa sulla salute che pesa sempre di più in funzione di quanto sei malato”. Anche per questo, viene suggerito, è necessario ripristinare i livelli essenziali di assistenza sanitaria ed investire di più sulla medicina del territorio, sulle cure intermedie e sulla domiciliarità.
Spunti, questi, che in vista del 1 giugno verranno consolidati in tre assemblee pubbliche in provincia di Lucca: il 20 maggio a Capannori (alle 9,30 nella sala dei gruppi consiliari); il 23 maggio a Castelnuovo (alla sede dell’Unione dei Comuni, alle 9,30); il 24 maggio in Versilia, nella sede della Croce Verde di Lido di Camaiore (sempre alle 9,30).
“Questa – rammenta Santoni – è la seconda manifestazione dopo quella del 9 febbraio: da allora non c’è stata contrattazione con il governo, per cui torniamo in piazza. Come sindacati dobbiamo fornire risposte alla gente sui problemi reali: solo in provincia di Lucca siamo arrivati a tutelare il 76 per cento della popolazione tramite la contrattazione con gli enti locali”. Uno scenario dal quale, per il momento, resta fuori Viareggio: “Ma speriamo – argomenta Santoni – di poter intervenire anche su quel fronte al più presto”. Altra nota dolente è quella relativa alle tasse: “Siamo i pensionati che pagano di più in Europa e non può continuare così. Le risorse, semmai, devono essere recuperate con la lotta all’evasione fiscale”.
I sindacalisti colgono l’occasione per lanciare anche un appello “contro la regionalizzazione del sistema scolastico, perché distrugge quello che esiste e non consente di fare passi avanti per arginare la crisi culturale ed educativa che ci attanaglia” e, anche in vista delle imminenti europee, richiamano alla necessità di “un’Europa che forse deve migliorare su alcuni aspetti, ma dalla quale non possiamo prescindere”.