Mercatone Uno, dichiarato il fallimento

25 maggio 2019 | 15:43
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Mercatone Uno, dichiarato il fallimento

Mercatone Uno, fine della corsa. La società che gestisce i negozi, infatti, ha dichiarato fallimento e da oggi i punti vendita sono chiusi. I punti vendita di Lucca e Altopascio erano già stati ceduti al marchio Globo e non rientrano nella vicenda.

I 55 punti vendita del gruppo Mercatone Uno erano stati ceduti nell’agosto scorso dall’amministrazione straordinaria del gruppo alla Shernon Holding, società che, tuttavia, già da febbraio ha chiesto di essere ammessa al concordato preventivo viste le istanze di fallimento presentate da alcuni fornitori, richiesta dichiarata inammissibile dal tribunale di Milano, proprio a causa dell’indebitamento.
Il tribunale, spiega l’avvocato Russo, “si è proposto di verificare la possibilità di continuare l’attività imprenditoriale sotto l’egida del curatore fallimentare, al fine di conservare il valore dell’azienda e i posti di lavoro. Questa verifica ha dato esito negativo perché i costi da affrontare per esercitare l’attività erano irrimediabilmente e notevolmente superiori ai possibili ricavi e quindi era impossibile proseguire l’attività senza arrecare gravi pregiudizi ai creditori”.
La curatela è stata quindi autorizzata a restituire l’azienda all’amministrazione straordinaria del gruppo Mercatone Uno.
Sono oltre 500 le aziende fornitrici coinvolte dalla vicenda della Mercatone Uno, che vantano crediti non riscossi per circa 250 milioni di euro. Ci sono anche problemi con la clientela che aspettava la consegna di merce dopo aver dato l’acconto.
Sul tema interviene Potere al Popolo Lucca: “A un anno di distanza dagli scioperi di protesta contro l’annuncio della vendita della Mercatone Uno, oggi ne è stata annunciata senza preavviso la chiusura. Nella notte oltre 1800 dipendenti dell’azienda hanno ricevuto la notizia via WhatsApp. Una situazione che a Lucca conosciamo bene, visto che l’anno scorso i due punti vendita di Lucca e Altopascio hanno subito la crisi dell’azienda. A tutti i lavoratori che si ritrovano oggi improvvisamente disoccupati va tutta la nostra solidarietà, senza dimenticare le oltre 10mila persone occupate nelle aziende fornitrici che vedono ora a rischio il futuro delle loro attività”.