Confartigianato: “Infrastrutture, servono scelte coraggiose”

“Rilanciare l’economia è rilanciare il lavoro, dare futuro ai giovani puntando innanzitutto sulla loro istruzione e sulla formazione poiché il lavoro ha bisogno di competenze”. Sono parole con le quali la presidente di Confartigianato di Lucca, Michela Fucile, ha aperto ieri (24 giugno) l’assemblea generale annuale dei delegati, richiamando alcune delle questioni cruciali per il rilancio dell’artigianato, tra cui quella delle grande viabilità e degli assi viari, centrale anche nell’intervento del direttore Roberto Favilla, che ha ricordato al Comune la promessa di istituire la cosiddetta via dell’artigianato.
“Il valore artigiano del made in Italy – ha detto la presidente Fucile -, il nostro patrimonio manifatturiero potrà continuare ad esistere soltanto con il sostegno e il rinnovamento dell’istruzione e della formazione che metta a regime il sistema duale, rafforzi i percorsi tecnici di qualità e valorizzi quegli istituti professionali, che devono uscire dall’attuale status di buona pratica di nicchia. Recentemente è stato dato il via all’Istituto tecnico Carrara ad un nuovo percorso scolastico per le scuole superiori teso a qualificare giovani esperti nel campo del made in Italy. Un percorso che termina con il diploma, molto impegnativo e gratificante per i ragazzi che porterà loro a presentarsi nel mondo del lavoro preparati da un punto di vista delle conoscenze trasversali, abilità manuali, informatiche, linguistiche ed altro, in pratica un vero e proprio serbatoio da cui le imprese potranno attingere”.
Poi la questione assi: “La viabilità è una problematica molto sentita su tutti i territori – spiega Fucile -: su Lucca dove non possiamo più accettare che le Mura continuino ad essere la grande rotonda di tutta la Piana cioè l’unico snodo al traffico del territorio anche per i mezzi pesanti diretti verso la Garfagnana. Sulla Versilia con la viabilità del porto congestionato con forti ripercussioni sugli abitanti del quartiere e sulle stesse aziende della zona; stesso problema in località Montramito anche se in piccola parte risolta e infine sulla Garfagnana, con la sua alta densità di traffico su strade non adeguate alla sicurezza sia per l’autotrasporto di merci che per il traffico giornaliero. Un’opportunità di ripresa potrebbe arrivare dal recupero realmente fruibile di intere aree come la ex Manifattura Tabacchi oppure l’area del mercato del Carmine o addirittura quartieri interi che sono senza adeguata progettazione, es Campo di Marte a Lucca; oppure Torre del Lago Puccini che viene alla ribalta soltanto per il Festival Pucciniano o nell’accezione negativa sulle problematiche della sicurezza sentita anche nel cuore della città di Viareggio, ridotto a un deserto ma nel cui progetto erano previsti spazi dedicati all’artigianato e ad attività di qualità che puntano sul made in Italy. La nostra funzione di corpi intermedi è quella di dialogare con le forze politiche locali per ottenere in tutti questi territori una serie di investimenti mirati anche nella prevenzione ambientale attraverso il provvedimento del governo che dispone finanziamenti per la riqualificazione urbana. Dobbiamo stimolare la politica ad assumersi la responsabilità di essere il volano per far ripartire l’economia al fine di attrarre giovani e dare ossigeno alle nostre piccole aziende”.
“La nostra provincia – ha invece detto il direttore Favilla – potremmo definirla coma una bella e ricca signora che si trascura e si sta impoverendo. Lo dimostra il calo cui assistiamo, ormai da anni, inerente il numero di imprese e non solo artigiane. Occorre pertanto uscire da questo provincialismo facendo scelte coraggiose che rafforzino i rapporti con le province e le regioni vicine con le quali occorre fare sinergie e delineare azioni di sistema necessarie per massimizzare il potenziale di questo territorio. Ma soprattutto ci poniamo una domanda: perché un’impresa dovrebbe trasferirsi nella nostra provincia, cosa offriamo in più rispetto alle realtà vicine? Allora ci chiediamo quali sono i nostri punti di forza? Tra i vari settori ci sono sicuramente delle eccellenze quali il cartario, la nautica ed il marmo;
Abbiamo un’alta densità di imprese soprattutto nel manifatturiero. Ci sono alcuni centri di eccellenza come il Polo Tecnologico Lucchese. Una buona percentuale di aziende che esportano, un certo benessere, un patrimonio artistico e di bellezze naturali eccezionale, una scuola di Alti Studi, Imt. Accanto a questi ci sono però anche diversi punti di debolezza: infrastrutture viarie e ferroviarie ferme da oltre 40 anni; contrazione negli ultimi anni del comparto manifatturiero; scarsa attrattività da parte del nostro territorio per nuove realtà imprenditoriali; scarsa valorizzazione delle bellezze del territorio soprattutto quello montano; mancanza di una cabina di regia che sappia programmare e promuovere iniziative su tutto il territorio; scarsa presenza di imprese innovative; istituti bancari sempre meno vicini alle necessità delle aziende. Queste sono a nostro avviso alcune criticità del nostro territorio sulle quali occorre lavorare”. “Ma sicuramente – ha aggiunto Favilla – la penalizzazione più forte per le imprese è costituita dalla carenza di infrastrutture viarie. Ancora si discute, e lo si farà per tanto tempo, sull’asse nord sud, ritenuto da tutti un’opera fondamentale per allentare la morsa del traffico sul viale Europa a Capannori e lungo la circonvallazione a Lucca. Ma ancora sembra, nonostante la presentazione di un progetto e lo stanziamento di risorse, tutto ancora fermo. E ancora come si fa a pensare che il traffico pesante diretto a Mugnano debba attraversare un quartiere come S. Concordio? Rileviamo inoltre la mancanza di una cabina di regia che faccia una programmazione di tutti gli eventi che si tengono nella nostra Provincia in modo da offrire al turista una pluralità di scelta. Rivendichiamo inoltre, con forza, la promessa fatta dal sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini di creare la via dell’Artigianato con la presenza di botteghe artigiane che, certamente, sarebbero un elemento di attrazione per il turista che viene nella nostra città. Non si può negare che in questi ultimi anni sono molto aumentati i flussi turistici, ma è quel turismo di passaggio, che niente lascia alla città. Perché dunque non provare a ridare al nostro centro storico quella tipizzazione, anche artigiana, che aveva fino agli anni 50-60 del secolo scorso?”.