
E’ stato presentato questa mattina (16 luglio) l’iter per il nuovo ponte sul Serchio. Il bando di gara europeo per i lavori, aperto dai 30 ai 60 giorni, sarà pubblicato entro settembre. L’assegnazione è prevista per l’aprile del prossimo anno e a maggio-giugno, nelle intenzioni dei tecnici della Provincia, dovrebbero iniziare i lavori, della durata di due anni, con chiusura prevista entro il maggio 2022, termine ultimo per non perdere i finanziamenti europei. Una notizia accolta con entusiasmo dal presidente di Confindustria Toscana nord Giulio Grossi che ne approfitta anche per ricordare il nodo non ancora del tutto risolto degli assi viari.
“L’avanzamento del processo che condurrà alla realizzazione del nuovo ponte sul Serchio è una buona notizia – afferma Grossi -. Vogliamo leggerlo anche come un buon auspicio per l’altra e ancor più importante opera di cui il territorio lucchese ha assoluta necessità, cioè gli assi viari. I passi avanti decisivi fatti per il ponte sono dovuti in primo luogo alla positiva sinergia che si è creata fra le amministrazioni interessate: quella stessa sinergia che sembra profilarsi, e vogliamo sperare che si sostanzierà, per gli assi. Le aziende sono giustamente esasperate per le carenze infrastrutturali che ostacolano il traffico industriale, costringendo i mezzi a percorsi difficili e lunghi per estensione e tempi di percorrenza – prosegue – basti pensare agli effetti delle limitazioni al traffico su viale Europa e alla situazione sulla strada provinciale Romana, da Porcari ad Altopascio. L’assenza intorno a Lucca di un sistema di tangenziali, che quasi tutte le altre città toscane hanno, è veramente una grave e inspiegabile pecca che non si meritano né l’industria, né il turismo, gli altri settori e i cittadini lucchesi”. Sul tema si esprime anche il presidente di Ance Toscana nord e delegato per le infrastrutture di Confindustria Toscana nord, Stefano Varia. “La realizzazione di queste opere è necessaria per fornire al territorio lucchese una dotazione infrastrutturale efficiente – spiega Stefano Varia -. Ma per arrivare in maniera compiuta a questo obiettivo non occorrono solo opere di portata rilevante come gli assi viari o il ponte sul Serchio, ma anche altri interventi di minore entità. Manca completamente la manutenzione delle strade del territorio provinciale e continuiamo ad avere una carente viabilità di accesso a molte zone industriali come quelle di Carraia e di Salanetti. Le normative nazionali non facilitano la vita delle stazioni appaltanti, anzi talvolta sembrano pensate appositamente per scoraggiarle, come ho avuto modo di osservare anche recentemente a proposito del cosiddetto Sblocca-cantieri. Tuttavia se le amministrazioni locali sono determinate nel perseguire vere politiche di sviluppo e sono disponibili, quando è necessario, a collaborare fra loro, sono sicuro che i risultati arriveranno – conclude -. Pur fra molte difficoltà è possibile potenziare le infrastrutture e nello stesso tempo rivitalizzare il settore dell’edilizia, che continua a soffrire per mancanza di investimenti”.