
Promozione dello sviluppo economico e produttivo a sostegno dell’attività di impresa, anche attraverso la razionalizzazione delle società tecnologiche operanti in Toscana. Coinvolto anche il polo tecnologico di Lucca In-Tec. La legge che prevede la valorizzazione del raccordo tra il sistema produttivo e il sistema della ricerca attraverso le infrastrutture per il trasferimento tecnologico – parchi scientifici e tecnologici, incubatori di impresa, laboratori di ricerca industriale, laboratori di prove e test, dimostratori tecnologici – promuovendo e incentivando la razionalizzazione delle relative società di gestione operanti in Toscana e partecipate da amministrazioni pubbliche, è stata approvata a larga maggioranza con l’astensione della Lega.
La proposta di legge è stata illustrata in aula da Antonio Mazzeo del Partito demmocratico. “La Regione Toscana – ha detto Mazzeo – persegue da anni una politica di sostegno al trasferimento tecnologico e l’obiettivo che ci eravamo posti era far sì che i luoghi dell’innovazione diventassero attrazione di investimenti per dare servizi migliori alle imprese”. Il sistema sarà sviluppato con il supporto della Regione Toscana e su iniziativa dei comuni e delle province. Con la legge si prevede la creazione di un fondo regionale con una dotazione di oltre un milione distribuita su tre annualità (106 mila per il 2019, 756 mila per il 2020, 280 mila per il 2021). Sarà infatti costituito un fondo per il trasferimento tecnologico, finalizzato all’erogazione di incentivi economici al soggetto gestore risultante dal processo di razionalizzazione di almeno tre società di gestione di infrastrutture tra il polo di Navacchio, Pontedera and Tecnologia – Pont-Thec, Pontlab, consorzio Polo tecnologico Magona, Lucca Innovazione e Tecnologia In-Tec. “Il fondo regionale triennale – ha spiegato Mazzeo – concederà incentivi al soggetto gestore nella forma del conferimento di capitale o del prestito partecipativo al soggetto gestore, la sottoscrizione di partecipazione al capitale è subordinata ad alcune condizioni: che almeno tre dei soggetti decidano di gestire insieme il trasferimento tecnologico, la permanenza dell’amministrazione pubblica nella compagine societaria per almeno tre anni dalla data di concessione del prestito e che venga data la possibilità ad altri soggetti di aderire”. Voto favorevole da Sì-Toscana a sinistra è stato espresso da Tommaso Fattori. “Il tema della ricerca e dell’innovazione – ha detto il consigliere regionale – è una questione cruciale. Un fatto è certo, è irrazionale avere tutti questi poli dell’innovazione in Toscana, è una frammentazione oggettiva. Riteniamo utile provare a incentivare un processo di fusione e di coordinamento anche se devo dire è lecito diffidare che l’incentivo possa essere sufficiente”. Sì anche dal Movimento 5 Stelle. “Riteniamo importante il tentativo di razionalizzazione del sistema di gestione dei poli tecnologici – ha precisato Irene Galletti – e in generale, qualsiasi razionalizzazione che porti a un taglio dei costi e ad un miglioramento del sistema. Resta però la questione se lo strumento legislativo possa essere adatto a superare una problematica sfaccettata come la presenza di vari soggetti all’interno delle compagine di questi poli mentre alcuni hanno affinità tematica o anche geografica, altri non sono legati, in particolare quello della Magona al settore chimico o Lucca Innovazione e tecnologia srl al cartario, rappresentativi del settore economico del proprio territorio”. L’astensione della Lega è stata espressa da Luciana Bartolini. “Si dà un prestito al soggetto aggregante – ha affermato la consigliera regionale – ma non si prevedono incentivi per gli altri e poi, si stabilisce che l’aggregazione deve avvenire entro 90 giorni, troppo pochi”. La proposta della giunta recepisce un atto di indirizzo del consiglio regionale, una mozione approvata dal consiglio nel dicembre 2015 che chiedeva impegni per un soggetto unico gestore delle infrastrutture di trasferimento tecnologico finanziate con risorse regionali.