
Incrociano di nuovo le braccia domani (1 agosto) e il 2 gli addetti della vigilanza privata e dei servizi fiduciari in attesa del nuovo contratto nazionale del settore scaduto nel 2015. Per i soli addetti alla vigilanza dei siti aeroportuali lo sciopero è differito per l’intero turno del 6 settembre.
La mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs per “sollecitare un avanzamento dei negoziati, allo stato al palo nonostante le proteste degli ultimi mesi e le sollecitazioni alle associazioni imprenditoriali di settore Univ, Anivip, Assiv e delle imprese cooperative Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi sul necessario rinnovo contrattuale nel comparto dei servizi in appalto particolarmente esposto al dumping contrattuale”.
“Il negoziato avviato ormai da più di 3 anni – spiegano le sigle – non ha ancora sciolto i nodi in ordine a incremento salariale, cambio di appalto, bilateralità, contrattazione di secondo livello, classificazione del personale e salute e sicurezza, temi sui quali i sindacati hanno presentato una concreta proposta di riforma. Ulteriori distanze si sono registrate negli ultimi incontri sul tema dell’orario di lavoro. I sindacati hanno respinto fermamente le proposte articolate dalle imprese volte per lo più alla definizione di un sistema orario flessibile, privo di regole, ad appannaggio esclusivo delle imprese”.
Sono circa 15.000 in Toscana i lavoratori interessati allo sciopero (70.000 in Italia), 5.000 settore vigilanza privata, 10.000 addetti ai servizi fiduciari.
“La vertenza a livello nazionale riguarda circa centomila addetti – spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs della provincia di Lucca -. Le trattative si sono interrotte a causa dell’intransigenza delle Associazioni datoriali, che chiedono alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore sacrifici insostenibili. Si chiede di ridurre il trattamento di malattia ed il periodo di comporto anche per l’infortunio; si pretenderebbe una flessibilità a tutto tondo, con turni di 6 giorni a settimana fino a 13 ore di lavoro al giorno per diverse settimane all’anno; si vorrebbe ridurre il riposo giornaliero a piena discrezione dell’azienda; si chiede di gestire il riposo settimanale spostandolo anche di oltre 14 giorni. E di aumento salariale non se ne parla. Ricordiamo che il settore è già caratterizzato da condizioni di lavoro di forte stress, i turni ruotano su 365 giorni all’anno di giorno e di notte. Sono innumerevoli i rischi del mestiere, se pensiamo che gli addetti sono anche incaricati di pubblico servizio e presidiano siti sensibili come tribunali, stazioni, porti e aeroporti, dovendo fare i conti anche con la criminalità organizzata, il terrorismo e la microdelinquenza”.