Banche toscane, Fisac Cgil Toscana fa appello al nuovo governo

29 agosto 2019 | 09:20
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Banche toscane, Fisac Cgil Toscana fa appello al nuovo governo

Primi venti di recessione in Toscana sul sistema banche. In calo il credito alle imprese, crollo degli sportelli, crescita della cassa integrazione. Questo lo scenario presentato dai sindacati. “Da Mps a Carige, il nuovo governo svolga un ruolo attivo – questo l’appello di Fisac Cgil Toscana, che continua – per il sistema bancario toscano il prossimo sarà un autunno decisivo, urge più attenzione a lavoratori, economia e cittadini”. Mentre su Fidi Toscana i sindacati ammoniscono: “Servono scelte nette”.

“La nascita probabile del nuovo Governo – spiegano i sindacati – troverà intatti i problemi del sistema del credito con le sue ricadute su lavoratori, risparmiatori, imprese. Le vicende tuttora aperte quali l’incertezza sulla privatizzazione di Mps in relazione alle intese con le autorità politiche ed economiche europee, le variabili legate alla ricapitalizzazione di Carige che impattano in modo importante sulla Toscana nord orientale e in specie le province di Massa e Lucca, i piani industriali annunciati dai più grandi gruppi, costituiscono importanti punti interrogativi, per l’Italia e per la Toscana”. “Chiediamo che il nuovo governo – proseguono Fisac Cgil Toscana – svolga un ruolo attivo, non meramente notarile o propagandistico, in difesa di una infrastruttura decisiva per lo sviluppo economico del Paese come quella del credito”. “Le principali aziende, a prescindere dai risultati finanziari positivi degli ultimi trimestri – proseguono i sindacati – visto anche la dismissione dei crediti deteriorati a società specializzate, annunciano tagli ulteriori dei costi”.
Riduzione dei dipendenti, riduzione degli sportelli e dei servizi per i cittadini. Queste le problematiche più gravose nel sistema bancario toscano, secondo i sindacati. “Nella nostra regione, in particolare – precisano – in 10 anni si sono ridotti di un terzo i lavoratori e del 27 per cento gli sportelli; questi ultimi si attestano nel 2019 a meno di 1850 (record negativo di sempre), lasciando intere comunità prive anche di semplici Atm (diminuiti in 3 anni del 5 per cento), come denunciato nei mesi scorsi da questa organizzazione”.
“Per sostenere la competizione con i colossi fintech – proseguono i sindacati – che hanno fatto recente irruzione sul mercato si sono portati avanti il taglio selvaggio dei costi e aumento della redditività con politiche commerciali sempre più spinte, nessuna redistribuzione ai lavoratori, servizi ridotti alle fasce più marginali della popolazione; il tutto e verso i quali serve, piuttosto, una politica di contenimento a partire da una fiscalità che si eserciti là dove si fanno i profitti”.
“Una questione di carattere globale – ribadiscono i sindacati – che deve vedere unità di intenti almeno a livello di Ue, con buona pace dei sostenitori delle “piccole patrie sovrane”.
In Toscana è presente un nuovo forte calo, evidenziatosi nei finanziamenti alle imprese, in contrazione dal maggio 2018 al maggio 2019 del 5,5 per cento (in valore assoluto oltre 2,7 miliardi di euro). Dopo il piccolo rimbalzo del biennio precedente torna a crollare il credito alle costruzioni (-11,6 per cento) ed ai servizi (-8,1) mentre è stabile, e tornato sui livelli del 2015, quello all’industria in senso stretto con una flessione di artigianato e piccole imprese. Attualmente è in sofferenza l’economia tipica toscana, con un sistema delle garanzie e del credito in ripiegamento. Per Fisac Cgil Toscana, in conclusione “ci sarebbe invece bisogno di una maggiore consapevolezza della fase da parte degli attori privati, e un rafforzamento degli strumenti di intervento pubblico, a partire per la nostra regione da Fidi Toscana per la quale, come sindacato, chiediamo da tempo scelte nette”.