Cna: “Tasse in calo per artigiani e piccole imprese”

18 settembre 2019 | 14:31
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Cna: “Tasse in calo per artigiani e piccole imprese”

Pressione fiscale in calo su piccole imprese e artigianato ma fino al 31 luglio le imprese lucchesi continuano a lavorare per pagare le tasse. Questo il responso di Comune che vai, fisco che trovi 2019, ricerca annuale realizzata dalla Cna. Dai dati emerge come il peso complessivo del fisco (Total tax rate) per artigiani e piccole imprese finalmente sia arretrato. L’aliquota fiscale totale media sui profitti delle piccole imprese quest’anno scenderà al 59,7% contro il 61,2% del 2018 tornando quasi ai livelli del 2011, quando era al 59%. A Lucca le imprese lavoreranno 213 giorni, con un reddito mensile che rimane all’imprenditore di 1.732 euro.

In Toscana ben quattro capoluoghi di provincia superano questa media: Firenze, Grosseto, Livorno e Pisa. Il rapporto 2019 dell’Osservatorio Cna analizza il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 141 comuni del Paese, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia e di regione. I calcoli sono effettuati su un’impresa tipo: una ditta individuale manifatturiera, con un laboratorio di 350 metri quadri, un negozio di 175, 5 dipendenti, ricavi per 431mila euro ed un reddito d’impresa di 50mila euro/anno.
La pressione fiscale più alta si registra a Firenze (66,5%), poi Grosseto (65,3%), Livorno (60,3%), Pisa (59,8%), Siena (59,4%), Pistoia (58,7%), Lucca (58,4%), Prato (58%), Massa (57,4%), Carrara (57,3%), Arezzo (55,4%).
L’Osservatorio CnA sulla tassazione delle Pmi calcola anche, città per città, il “tax free day”, cioè il giorno dell’anno nel quale una piccola impresa smette di lavorare per pagare tasse, imposte e contributi, e comincia a produrre reddito per il titolare; è un modo semplice per capire fin dove arriva in dodici mesi la mano del fisco sulle piccole imprese. A Lucca le imprese hanno iniziato a lavorare per sé dal 31 luglio.
“Questi dati fanno capire – ha detto il presidente della Cna di Lucca, Andrea Giannecchini – che la crescita della pressione fiscale sulle piccole imprese non è ineluttabile. Ma il percorso virtuoso è solo alle prime mosse. Qualche passo in avanti è stato compiuto e sono state, infatti, trasformate in legge alcune importanti proposte della Cna: l’introduzione del regime forfettario di tassazione del reddito d’impresa, l’introduzione del regime di cassa per la determinazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata, l’abrogazione degli studi di settore”.
“A incidere sulla riduzione del peso del fisco – dice Giannecchini – è soprattutto l’innalzamento al 50% della deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, vale a dire i capannoni, i laboratori, i negozi, vitali per un’impresa, per l’imprenditore come per i suoi dipendenti. La Legge di bilancio 2019 che l’ha prevista ha anche fissato al 2023 la sua totale deducibilità. Per rendere evidente l’immediato impatto di questo provvedimento, se fosse partita da quest’anno la totale deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, il Ttr medio nazionale si sarebbe fermato al 57,2%, che significa -2,5% rispetto al dato attuale”.