Pochi infermieri e 100 in pensione, Nursind indice sciopero

Cento infermieri che oggi operano nei presidi della provincia di Lucca andranno in pensione a fine anno: un dato che preoccupa il direttivo territoriale di NurSind, che da tempo denuncia la carenza di personale. Situazione che appare aggravata dall’emergenza data dal batterio New Dehli. Queste le motivazioni espresse dal sindacato delle professioni infermieristiche nell’annunciare oggi (25 settembre) un nuovo stato di agitazione del personale addetto all’assistenza dell’Asl Toscana nord ovest, dopo quello dello scorso luglio: “Dopo gli incontri che si sono svolti alla prefettura di Pisa, lo stato di agitazione è stato temporaneamente sospeso, in attesa delle valutazioni che l’azienda avrebbe dovuto fare per dare risposte chiare e concrete. Ad oggi, nessuna risposta concreta è venuta dall’azienda e la situazione non è cambiata: nell’Asl Toscana nord ovest sono ancora oltre 400 gli operatori sanitari, fra infermieri, ostetriche ed oss, che mancano nelle varie zone territoriali delle 4 province di Lucca (Versilia), Massa, Pisa e Livorno. Limitatamente alla provincia di Lucca, che include Valle del Serchio e Versilia, la situazione è pressoché invariata dal periodo estivo, per non dire peggiorata”.
“I pochi operatori che sono stati assunti per circa 1, 2 mesi mediante agenzie interinali – spiega NurSind – sono scomparsi e gli operatori oss, che dovevano entrare in servizio da luglio, non sono mai arrivati. NurSind ha inviato il 14 settembre ultimo scorso una lettera di sollecito all’azienda per ricordare le promesse fatte il giorno 4 luglio in sede prefettizia a Pisa, al fine di riaprire urgentemente un confronto immediato ed affrontare i vari argomenti rimasti in sospeso. Purtroppo i vertici aziendali si sono eclissati, ad oggi nessuna buona nuova, anzi, ancora una volta risposte non sono arrivate”. “Tutto tace dai vertici di via Cocchi – incalza il sindacato – a discapito di chi lavora quotidianamente con professionalità e motivazione e nonostante che ogni mese si veda decurtato dal pagamento di varie indennità a causa del perpetuarsi di meri errori contabili nelle buste paga che contribuiscono ad inasprire ulteriormente il clima lavorativo. La situazione peggiorerà ulteriormente con i pensionamenti previsti entro la fine dell’anno. Si tratta di ulteriori 100 unità che verranno a mancare nelle realtà assistenziali della ex Asl 2 e 12 della provincia di Lucca. Nei reparti di tutti i presidi ospedalieri dell’azienda la situazione è preoccupante per l’enorme carico di lavoro che grava sul poco personale in servizio, già provato dal protrarsi di questa situazione che perdura da mesi. Da tempo NurSind sta denunciando che nelle nostre aziende il rapporto infermieri pazienti è inadeguato: 1 infermiere ogni 12/13 pazienti (con punte di 14/15 pazienti) a fronte di 1 infermiere ogni 6 pazienti come previsto dagli studi internazionali”. “Inoltre – prosegue il sindacato – da tempo NurSind sta denunciando che nelle nostre strutture ospedaliere la figura dell’operatore di supporto all’assistenza (oss) è minima e addirittura assente in particolari momenti delle 24 ore, perfino in reparti di base come le medicine. Recentemente il carico di lavoro del personale addetto all’assistenza viene ulteriormente aggravato dalle nuove disposizioni aziendali finalizzate ad evitare la diffusione del batterio New Delhi, che richiede un’assistenza più specifica, poiché le persone contagiate da questa malattia infettiva richiedono un isolamento e conseguentemente un accurato trattamento per prevenire la diffusione di questa nuova patologia. La situazione non è migliore nell’assistenza domiciliare, dove il personale infermieristico è ridotto all’osso e dove, anche in questo caso, c’è da affrontare l’emergenza New Delhi, che richiede nuove procedure assistenziali mirate alla prevenzione della diffusione”. “Risulta chiaro e palese – conclude NurSind – che non si può prescindere dal mantenere una dotazione organica adeguata di personale infermieristico, ostetrico ed oss per garantire la sicurezza dell’assistenza. Servono delle risposte urgenti, per dare dignità ai professionisti, che rappresentano il cuore del sistema sanitario pubblico e soprattutto risposte immediate per dare sicurezza e certezza delle cure rivolte ai cittadini. NurSind ritiene non più rimandabile un piano di assunzioni serio e dettagliato al fine di mettere in sicurezza un sistema che rischia di collassare, ma dall’azienda non arriva nessuna proposta. Tutto questo è inaccettabile e non può che determinare la riapertura dello stato di agitazione di tutto il personale e questa volta appare inevitabile la proclamazione di uno sciopero aziendale”.