Sviluppo sostenibile, Conflavoro: ‘Governo aiuti le Pmi’

La politica si faccia portavoce delle istanze espresse dai giovani e dagli adulti che oggi (27 settembre) hanno partecipato alla manifestazione per il clima Friday for future, e metta le aziende nelle condizioni di operare un concreto sviluppo sostenibile. È questa la posizione espressa da Conflavoro Pmi Lucca e dal suo presidente, Roberto Capobianco: “I contenuti della protesta sono universali poiché toccano il bene comune – sottolinea – e non vanno quindi ridotti a mera propaganda. Quello sui cambiamenti climatici è un grido d’allarme che gli scienziati lanciano, pressoché inascoltati, da decenni. Ma ora la politica non può più restare a guardare e rimandare il problema”.
“Vero è – afferma Roberto Capobianco – che alcuni paesi, emergenti o meno, accomunati da un’economia oggettivamente molto inquinante, stanno continuando a fare orecchie da mercante sul problema. Ma è altrettanto vero che il cambiamento dobbiamo farlo noi per primi. Non deve essere imposto dall’alto, ma dai cittadini comuni e dal nostro sistema produttivo. Nel primo caso penso alla spontanea e bellissima campagna di quest’estate di sensibilizzazione alla raccolta di plastica abbandonata nei boschi e nelle spiagge. E nel secondo caso penso alle nostre piccole e medie imprese che possono e vogliono, questo è certo, affrontare uno sviluppo più eco-sostenibile, spesso impossibile e non a causa loro”. “Si parla da tempo di economia circolare – prosegue il presidente di Conflavoro Pmi – green economy, riduzione dei rifiuti: ci manca forse qualcosa a livello tecnologico per arrivare a questi obiettivi? Assolutamente no e lo sappiamo tutti. E allora il nostro governo per primo deve fare in modo di ascoltare le nuove esigenze dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese. Non solo quelle dei grandi gruppi, ma soprattutto delle imprese più piccole, che hanno bisogno di aiuti, incentivi, ecobonus maggiori e variegati, sostegni economici e sgravi fiscali per svoltare la propria esistenza a giusto beneficio dell’ambiente e dunque della società tutta”. “Inutile girarci intorno – conclude Roberto Capobianco – il punto è solo e soltanto questo: la volontà del popolo e del sistema produttivo è necessaria ma purtroppo non basta, serve che la politica ascolti queste esigenze e si adoperi a favorire la proliferazione di una società più verde agendo direttamente sul tessuto economico. Ma deve farlo subito, a partire dalla manovra in lavorazione”.