A Italgas la maggioranza di Toscana Energia: sindacati in trincea

5 ottobre 2019 | 07:45
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A Italgas la maggioranza di Toscana Energia: sindacati in trincea

E’ di questi giorni la notizia che Italgas ha ottenuto l’autorizzazione dell’autorità per la concorrenza in merito all’acquisto delle quote azionarie di maggioranza di Toscana Energia. Tale passaggio, a seguito della modifica dello statuto e dei patti parasociali avvenuta nel giugno del 2018, consentirà a Italgas di designare la maggioranza dei componenti del consiglio di amministrazione e, attraverso l’eliminazione dell’obbligo della maggioranza qualificata per le decisioni strategiche contenuta nelle modifiche sopra richiamate, di decidere in piena autonomia in tema di programmazione e di scelte per il territorio, relegando i sindaci dei comuni serviti ad un ruolo marginale e di mera rappresentanza.

Per questi motivi, nell’estate del 2018, le organizzazioni sindacali di categoria, a seguito delle assemblee dei lavoratori, avevano messo in atto una serie di iniziative informando i sindaci e la cittadinanza dei rischi che si correvano con questa operazione di privatizzazione del servizio distribuzione gas.
“Risulta inoltre incomprensibile – attaccano i sindacati – come oggi i comuni di Lari, Calcinaia, Casciana Terme, Palaia e Buti abbiano venduto il 2% circa delle azioni per poco più di 15 milioni di euro quando circa un anno fa i comuni di Massarosa, Camaiore, Campi Bisenzio, Dicomano, Pietrasanta, Vicchio e la Provincia di Pisa ne avevano chiesti, dopo la perizia di un advisor finanziario indipendente, circa 70 milioni per il 3%, in quella che appare come una competizione al ribasso, controproducente per gli stessi interessi pubblici”.
I sindacati continuano a ritenere profondamente “sbagliate e penalizzanti per il territorio sia la scelta dei comuni di vendere – si legge in una nota -, operazione che sembra assumere la valenza di un semplice anticipo dei dividendi futuri che sarebbero comunque spettati a quegli stessi comuni (Toscana Energia ha raggiunto nell’ultimo esercizio un utile netto di 41 milioni) – sia quella degli altri comuni, a partire dai capoluoghi Firenze e Pisa, di permettere tale operazione attraverso la modifica dei patti e dello statuto e non esercitando il diritto di prelazione di cui disponevano”.
Altro motivo di forte attenzione per il sindacato e i lavoratori, che sembra confermare le preoccupazioni già espresse nell’ultimo anno nei confronti dei sindaci, le voci che si sono diffuse in merito allo spostamento di alcune funzioni e centri decisionali fuori dalla Toscana.
I sindacati si rammaricano nel constatare come “i segnali di allarme lanciati dai lavoratori e dal sindacato siano rimasti inascoltati ma continueranno comunque nell’iniziativa di vigilanza e di contrattazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali, della qualità del servizio per i cittadini e per il necessario presidio territoriale, continuando a richiamare la parte pubblica alle proprie responsabilità”.