Calzaturificio Petrini, Filctem Cgil: “Situazione insostenibile”

Calzaturificio Petrini di Segromigno, allarme dalla Filctem Cgil di Lucca. La storica azienda manifatturiera della tradizione lucchese, che conta 22 dipendenti, viene da mesi di cassa integrazione.
“Oggi la situazione è ancora più ingarbugliata – dice Franco Galeotti, segretario generale della Filctem Cgil di Lucca – dato che per alcuni di quei mesi di inattività, non abbiamo nessuna certezza di ammissione o di respingimento da parte dell’Inps. Non che l’istituto dovesse comunicarlo a noi, questo è chiaro, è il traccheggio da parte della direzione che avanzando ipotesi di ricorsi al Tar, pagamenti a pezzi e bocconi, anticipi e ritardi, non è mai stata chiara e soprattutto non ci è mai stato dimostrato con atti concreti, documentazione che abbiamo anche più volte richiesto”.
“Abbiamo anche verificato che l’azienda – prosegue Galeotti – ha perfino cambiato il proprio ‘status’, passando dalla condizione di industria calzaturiera a quella di azienda artigiana, modificando il sistema contributivo verso gli istituti previdenziali, impedendo di fatto ai lavoratori di poter fruire degli ammortizzatori sociali utili a contrastare un’eventuale perdita del posto di lavoro, come la cassa integrazione straordinaria o il contratto di solidarietà, strumenti per i quali hanno contribuito economicamente e fino adesso anche gli stessi lavoratori, che si ritrovano di fronte ad una scelta aziendale ingiustificata e irriconoscente. L’azienda ha anche redatto i cedolini paga dei lavoratori, del mese di settembre, a zero ore lavorate, in quanto sostiene che non ci siano ordinativi da evadere, quindi senza corrispondere nessuna retribuzione”.
“Come non bastasse poi – conclude il sindacato – la notizia della cessazione l’abbiamo appresa a metà della scorsa settimana, momento dal quale attendiamo ancora di vedere i necessari atti concreti e conseguenti, visto che da allora non abbiamo ancora ricevuto una data per incontrare né la proprietà né tanto meno i professionisti incaricati di gestire tale processo, dei quali non conosciamo nemmeno i nominatavi. È evidente che l’atteggiamento tenuto dall’azienda non aiuti il prosieguo delle relazioni necessarie per gestire la situazione, ma ribadiamo il concetto che pur in un momento di crisi, prendere in giro i lavoratori non lo permettiamo a nessuno e li rappresenteremo tutti nelle sedi, sindacali e legali, per trovare la soddisfazione dei loro diritti”.