Riforma della prescrizione, avvocati in sciopero

24 ottobre 2019 | 10:35
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Riforma della prescrizione, avvocati in sciopero

Anche gli avvocati penalisti del foro di Lucca hanno aderito convintamente alla mobilitazione lanciata dall’Unione delle camere penali italiane per protestare contro l’imminente entrata in vigore della riforma sui tempi della prescrizione voluta dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Lo sciopero (che, nello specifico, sta vedendo gli avvocati italiani astenersi dal presenziare alle udienze) è stato proclamato lo scorso lunedì (21 ottobre) e si concluderà domani. Secondo gli avvocati infatti, non solo questa riforma è “populisita” ma rischia di ottenere l’effetto contrario a quello desiderato con processi che durano all’infinito senza certezza della pena.

A spiegare le motivazioni che hanno portato a questo sciopero sono gli avvocati Eros Baldini e Marco Treggi, rispettivamente presidente e vice presidente della Camera penale di Lucca. “La riforma della prescrizione era stata procrastinata dall’esecutivo ma a gennaio entrerà definitivamente in vigore, anche se nella stessa maggioranza ci sono posizioni diverse – afferma Baldini -. La prescrizione non è un grimaldello con cui gli avvocati ‘complici’ ottengono l’impunità per i propri assistiti ma è uno strumento di civiltà giuridica: non è accettabile che una persona venga condannata dopo tempo inenarrabile dall’inizio del processo, e questo vale non solo per i ‘presunti colpevoli’ ma anche, a maggior ragione, per gli innocenti e per le terze parti. In un certo senso si viene a creare la figura dell’ergastolo processuale”.
Secondo Baldini, per altro, la prescrizione ha un incidenza molto bassa sulle attività dei tribunali italiani: “Dati Eurispes ci dicono che solo il 10% dei processi in Italia si conclude per prescrizione e, oltretutto, sono quelli per reati minori dato che per quelli più gravi i tempi della prescrizione sono molto lunghi, anche 60 anni. Il vero problema non è quindi la prescrizione ma la durata dei processi: basti pensare che oltre il 60% dei rinvii viene causato da disfunzioni del sistema, quindi attinenti agli uffici del giudice, del Pm o a problemi di cancelleria. Questa è quindi una riforma populista e dannosa che non risolve i problemi della giustizia in Italia”.
Che fare allora? Baldini ha le idee chiare: “Noi non ci limitiamo a protestare – dice – ma abbiamo presentato anche delle proposte concrete per risolvere i problemi della giustizia: chiediamo una seria depenalizzazione dei reati, in modo che solo quelli più gravi arrivino a processo; chiediamo di rafforzare l’istituto dell’udienza preliminare che dovrebbe servire da filtro ma che oggi non funziona; chiediamo di potenziare i riti alternativi come il patteggiamento o il rito abbreviato; chiediamo infine che venga inserita la separazione delle carriere tra giudici e Pm: solo così potrà esserci effettivamente un posizione di terzietà da parte del giudice e parità tra accusa e difesa”.
Da Baldini arriva poi una tirata d’orecchie anche al ministro Bonafede: “È una persona molto cordiale ed empatica, ci ha ascoltato ma è stato irremovibile sulle sue posizioni”.
L’astensione dalle udienze non sarà l’unica forma di protesta messa in atto dagli avvocati penalisti: “L’idea è quella di fare una maratona oratoria a Roma, sotto il ministero della giustizia. In quella sede, colleghi si alterneranno a oltranza per spiegare perché questa riforma è sbagliata”.
“Tutto questo lo facciamo a tutela dei diritti primari dei cittadini, per non avere un ‘imputato per sempre’ – aggiunge l’avvocato Marco Treggi -. Se non c’è la prescrizione a mettere dei paletti, tutto diventa discrezionale e questo non è accettabile. Non esistono riforme a costo zero, si tratta di una manovra populista che noi chiediamo venga cancellata in toto. Oltretutto il ministro ha promesso processi della durata massima di 5 o 6 anni quindi a cosa serve abolire la prescrizione? La soluzione a questo problema è avere più giudici: ogni giorno ci sono tra le 50 e le 60 udienze, è un carico di lavoro insostenibile”.