La Toscana tra le regioni con la più alta spesa in gioco, ma il nuovo aumento del PREU preoccupa la filiera

25 ottobre 2019 | 15:12
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La Toscana tra le regioni con la più alta spesa in gioco, ma il nuovo aumento del PREU preoccupa la filiera

La Toscana è una delle regioni con la più alta raccolta di denaro in gioco pubblico, arrivata a 4,8 milioni di euro, con una vincita di oltre 3,7 milioni di euro ed una spesa complessiva che va oltre il milione di euro. La spesa pro capite, come sottolinea un articolo pubblicato dalla nostra redazione nel febbraio scorso, è pari a 1304 euro, con Prato che è la provincia con la spesa più alta di 2948 euro pro capite, seguita da Massa Carrara con 1492 euro. Bene anche Pistoia (1325) e Livorno (1255), così come Firenze (1188) e Arezzo (1108). Lucca, invece, secondo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è la terza città in Toscana per spesa media nell’azzardo, con una cifra a testa di 1.403 euro, la più alta della media regionale.

Numeri che proiettano la Toscana tra le regioni dove la spesa è maggiore, nonostante proprio qui sia stata adottata la prima dura normativa anti-ludopatia che, giustamente, viene rivendicata con orgoglio da tutto il consiglio regionale. E le iniziative di contrasto al gioco, certamente, non mancano. Su tutte uno studio settoriale che ha coinvolto 83 comuni toscani, denominato GAPS (Gambling Adult Population Survey), condotto in collaborazione tra Regione Toscana e Cnr di Pisa, che ha fatto emergere il dato, per i più preoccupante, dell’aumento dei giocatori d’azzardo nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 64 anni (ma la diminuzione, significativa, è tra gli studenti di 15-19 anni, ndr). E poi il fatto che Leonardo Falco, prefetto di Lucca, ha infatti avviato una collaborazione con IMT, per una iniziativa contro il gioco d’azzardo, definito “una piaga del territorio”.

E sempre azioni di contrasto, poi, non mancano a livello nazionale. Difatti, nel Documento Programmatico di Bilancio 2020, la premessa per la Legge di Bilancio per il prossimo anno, Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha ufficializzato l’aumento del PREU applicabile sugli apparecchi da intrattenimento. Il Decreto è diventato legge ed introduce urgenti disposizioni in materia fiscale (ivi comprese misure di contrasto al gioco illegale) ed istituisce un Registro Unico per gli operatori della filiera, con il blocco garantito ai soggetti che operano, da ogni luogo, senza concessione.

L’aumento del PREU, il terzo in un anno dopo Decreto Dignità e precedente Legge di Bilancio, porterà una cifra stimata dal MEF tra i 530 e i 580 milioni nelle casse dello stato nel corso del prossimo anno. Il PREU va chiaramente a gravare, dal prossimo 10 febbraio, sulle AWP e le VLT, laddove nel primo caso la percentuale di prelievo passerà dall’attuale 21,6% al 23% e nel secondo dal 7,9 al 9%: per lo Stato una ghiotta occasione da 499 milioni subito, cento in più, a pieno regime, nel prossimo biennio. Su AWP e VLT la raccolta, inoltre, prevederà ulteriori incrementi, alcuni dei quali già definiti, altri in via di adozione in vista di gennaio 2021. L’aumento, che scatterà nel prossimo febbraio, è fissato, tra due anni, all’1,32% per le AWP e all’1,07% per le VLT, mentre nel 2021 l’aumento è rispettivamente pari a 1,25% per AWP e 1% per VLT.