Scuola e lavoro, al Polo tecnologico i risultati del ‘modello toscano’

L’assessora regionale Cristina Grieco parlerà dei numeri e delle prospettive provinciali
Il futuro della comunità si gioca sul sistema delle politiche educative e del lavoro. Per questo Regione Toscana ha messo in piedi un modello che mira alla ripresa dell’ascensore sociale, puntando sui nidi, il dialogo tra i due mondi paralleli e complementari e a strategie mirate in vista anche dell’approvazione di un Piano donna. Prospettive e risultati che saranno presentati, nei loro dettagli provinciali, anche a Lucca il 28 febbraio al Polo tecnologico dall’assessora regionale all’istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco.
“Il nostro impegno in questi ultimi 5 anni – spiega Cristina Grieco – ha avuto come obiettivo quello di promuovere l’uguaglianza delle condizioni di partenza e lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno. Educazione e accesso al mercato del lavoro sono gli strumenti più potenti per ridurre le diseguaglianze e creare opportunità di realizzazione personale e professionale. La Toscana ha raggiunto risultati importanti su questi fronti ed altri arriveranno in futuro, infatti abbiamo confermato le attuali linee di intervento in vista della prossima programmazione delle risorse europee, alle quali aggiungere azioni mirate per raggiungere le pari opportunità uomo/donna in tutti i campi, compresi l’ingresso nel mondo del lavoro e la retribuzione. Vareremo un vero e proprio ‘Piano donna’ con sostegno alla genitorialità, adeguata presenza nei percorsi di formazione scientifici, tecnologici o digitali, una più equa divisione dei compiti di cura. Abbiamo quindi deciso di raccogliere in una pubblicazione di fine legislatura tutti i dati sulle politiche regionali in materia di educazione, istruzione, formazione e lavoro, perché siamo convinti dell’importanza del render conto ai cittadini di come abbiamo investito le risorse, per quali azioni e con quali risultati”.
Il primo fronte su cui la Toscana ha agito è stato quello degli asili, investendo per garantire nidi di qualità accessibili a tutti, in modo da favorire le pari opportunità nel mondo del lavoro e offrire ai piccoli una solida base per ogni apprendimento ulteriore, per l’integrazione sociale e lo sviluppo personale. “In Toscana più di un bambino su tre è già accolto nei servizi per la prima infanzia – spiega Grieco – ma l’impegno della Regione per garantire nidi di qualità è confermato e questa tematica è stata inserita tra le priorità anche del prossimo ciclo di programmazione delle risorse europee, per fare sì che nessuno resti escluso dai servizi a causa dei loro costi”. Per favorire l’accesso del maggior numero possibile di bambini ai servizi educativi per la prima infanzia e garantire uno standard pedagogico elevato la Toscana ha investito quasi 54 milioni di euro. La Toscana ha investito inoltre nei processi di istruzione e formazione dei giovani, raggiungendo ottimi risultati dato che tra il 2014 ed il 2018 la percentuale di abbandono scolastico è scesa nella regione dal 13,8 per cento al 10,6 per cento. Nel 2019 la Regione ha inoltre sostenuto l’inclusione di circa 2000 studenti disabili che frequentano le scuole secondarie con interventi per il trasporto scolastico e l’assistenza socio educativa. Ha inoltre destinato alle famiglie di 30 mila 500 studenti delle scuole secondarie 300 euro a studente per le spese relative ai libri, al materiale didattico ed al trasporto scolastico.
Per quanto riguarda i percorsi di istruzione e formazione professionale 21 mila ragazzi hanno conseguito una delle 22 qualifiche professionali, valide a livello nazionale e spendibili nel mercato del lavoro. Sono stati investiti 7,4 milioni di euro nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento per costruire alleanze scuola-lavoro che hanno coinvolto 30 mila ragazzi. Garanzia Giovaniha preso in carico circa 100 mila ragazzi dal 2014 ad oggi e ne ha inseriti 80 mila nel mercato del lavoro. La transizione dalla scuola al lavoro rappresenta un momento critico per i giovani per questo la Regione sostiene i tirocini non curriculari e l’apprendistato. A questo si aggiungono Giovani sì e la formazione 4.0 a cui la Toscana ha destinato oltre 50 milioni di risorse e il sistema Trio.
Il tasso di disoccupazione in Toscana nel 2018 si attesta al 7,3 per cento contro il 10,1 per cento del 2014. Sceso sotto il 10 per cento il tasso di disoccupazione femminile. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile in Toscana nel 2014 ammontava al 35,7 per cento ma nel 2018 è arrivato al 22,9 per cento.
“Al centro delle politiche regionali abbiamo collocato il rapporto dei cittadini con il mondo del lavoro – continua Grieco – chiamando tutte le parti economiche e sociali a costituire le necessarie alleanze per progettare insieme i percorsi formativi utili per un avvicinamento più qualificato al mondo del lavoro, pensando ai giovani ma anche a disoccupati e lavoratori precari. Visti i risultati positivi degli scorsi anni, abbiamo inoltre deciso di prevedere una nuova misura per i disoccupati che non beneficiano del reddito di cittadinanza e che potranno partecipare ad un percorso di assistenza intensiva alla ricollocazione, con incentivi alle imprese che eventualmente effettueranno l’assunzione”.
“Abbiamo creato un vero e proprio ‘modello toscano’, che per la formazione ha tre principali caratteristiche: l’orientamento al risultato, ossia all’occupabilità delle persone formate; l’alleanza formativa tra istituzioni scolastiche, università, agenzie formative e imprese, per la coprogettazione degli interventi formativi e l’inserimento occupazionale degli allievi; l’investimento nelle filiere formative strategiche, collegate alle filiere produttive tipiche di ciascun territorio – ha ricordato l’assessora -. Questo modello mette al centro la concertazione degli interventi con le parti sociali e, di conseguenza, la Commissione regionale permanente tripartita, sede del dialogo e del confronto su questi temi. In materia di lavoro, l’obiettivo prioritario verso il quale la Regione Toscana ha scelto di puntare è duplice: da una parte il mantenimento dei livelli occupazionali ed il sostegno al reddito, dall’altra il rafforzamento e la qualificazione dei percorsi di transizione e di inserimento nel mondo del lavoro. Va in questo senso la riorganizzazione della rete regionale dei servizi al lavoro, che conferma la governance pubblica del sistema, con la centralità dei Centri per l’impiego e dell’agenzia regionale toscana per l’impiego nata in seguito alla legge regionale 28/2018″.
“Un aspetto di particolare rilevanza è stato in questi anni, e lo sarà ancor più nel prossimo futuro, quello di qualificare ulteriormente i servizi erogati alle imprese, con la consapevolezza che un maggior collegamento con il sistema produttivo è condizione imprescindibile per rendere ancora più incisivo il ruolo dei centri per l’impiego in termini di incrocio tra domanda e offerta di lavoro e per ridurre il problema del disallineamento che comprime sia lo sviluppo delle imprese, sia la possibilità di incremento occupazionale – prosegue l’assessora -. Tale impegno trova riscontro nel numero crescente di aziende che si sono rivolte ai centri per l’impiego della Toscana in questi anni, dal numero di offerte di lavoro intercettate e dagli esiti in termini occupazionali. I dati ci dicono che i Centri per l’impiego toscani hanno dato risposta a oltre 22 mila, e hanno intercettato altrettante offerte di lavoro, con livelli di soddisfazione per il servizio superiori all’80 per cento. L’obiettivo per il prossimo futuro è quello di allineare i nostri servizi per il lavoro agli standard europei”.