ProGest, scatta lo stato di agitazione

I sindacati dichiarano lo sciopero dopo una ulteriore richiesta di cassaintegrazione
E’ stato di agitazione tra i lavoratori di Pro Gest. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil prevedono un primo sciopero per l’intera giornata di mercoledì (8 aprile).
In Provincia di Lucca, sono due le società che fanno parte del gruppo trevigiano: la Og Pro Gest di Altopascio (già Ondulati Giusti), che lavora nel comparto del cartone ondulato, e la Tolentino Srl, che ha rilevato dal fallimento le 3 unità produttive della Papergroup Spa, operante invece nel comparto del tissue.
“L’azienda – spiegano Simone Tesi di Slc Cgil e Fabio Guerri di Fistel Cisl – ha deciso, recentemente, di fare ricorso alla cassa integrazione, interessando, su Lucca, più di 250 dipendenti. La causale, ovviamente, è quella di questi tempi, covid-19″.
“Al di là delle valutazioni sulla bontà del ricorso agli ammortizzatori sociali – si spiega – più comprensibile nella divisione ondulato, dove si assiste ad un calo della domanda per tutto ciò che non rientra nella filiera della distribuzione alimentare e farmaceutica, meno in quella del tissue, dove la domanda di prodotti (fazzoletti, carta igienica, asciugatutto) è alta e tale rimarrà nei prossimi mesi, tanto che l’azienda richiede gli straordinari – quello che stupisce e lascia contrariati è l’approccio dell’azienda alla questione. Il Gruppo, infatti, non intende anticipare la misura dell’integrazione salariale, chiedendo il pagamento diretto da parte dell’Inps”.
“Ciò determina, ovviamente – sostengono i sindacati -, una mancata retribuzione per i periodi di assenza in Cigo, in quanto il pagamento è posticipato, rispetto alla normale retribuzione. Sono gli unici nel settore, a livello nazionale, a farlo. Anche le aziende più piccole, frequentemente, anticipano il trattamento, ben conoscendo le difficoltà alle quali espongono i loro dipendenti”.
“Inoltre, con circolare interna – aggiungono i sindacalisti -, viene comunicato che tutte le assenze dall’inizio della Cigo, sia per riduzione del lavoro, che per ferie, permessi e malattia saranno tutte imputate all’integrazione salariale e, quindi, a carico dell’Inps. Come sindacati, abbiamo ricordato che gli ammortizzatori sociali non sono uno strumento per ridurre l’impatto dei costi economici e che l’Inps, più volte, ha chiarito laddove prevale la retribuzione a carico del datore di lavoro piuttosto che l’integrazione salariale. Quindi, ancora, ci sarebbe una secca perdita di salario e una mancata retribuzione, cercando di gravare sulle casse dell’Istituto. Questo non lo possiamo consentire e sarà oggetto di controllo scrupoloso con conseguenti segnalazioni all’Ente competente”.
“A questo quadro, già di per sé sufficiente a giustificare una mobilitazione, poiché l’azienda rifiuta di rivedere la sua posizione – concludono i sindacati -, si aggiunge anche la difficile gestione dei rapporti sindacali che, anche in questa fase, caratterizzata dall’emergenza sanitaria, non è migliorata. La messa in pratica delle misure stabilite dal protocollo sulla sicurezza sottoscritto da sindacati e aziende ha incontrato molte difficoltà, determinate da un approccio sufficiente del tutto inadeguato alla gravità della situazione. Solo insistendo e facendo pressioni sull’azienda, arrivando anche a fare uno sciopero, abbiamo ottenuto una correzione di rotta, sulla quale, però continuiamo a vigilare, con frequenti attriti, per migliorare la gestione e adottare le opportune misure”.
Rincara la dose Massimiliano Bindocci di Uil Toscana nord: “Una situazione che è sempre stata complicata dopo l’acquisizione del gruppo Zago dei due stabilimenti ex Paper Group, con diverse problematiche”.