Nautica, Fiom Cgil: “Serve un tavolo regionale per definire un protocollo unico per i lavotatori”

20 aprile 2020 | 16:53
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Nautica, Fiom Cgil: “Serve un tavolo regionale per definire un protocollo unico per i lavotatori”

L’appello del segretario Braccini in vista della ripresa delle attività lavorative

Il tavolo regionale che doveva definire un protocollo per il sostegno alle attività di sviluppo e la sicurezza nei luoghi di lavoro del settore della nautica in Toscana non è mai stato portato a compimento“. Così il segretario Fiom Cgil Massimo Braccini interviene sull’urgenza di intervenire sul mancato coordinamento tra le parti in vista di misure uniche che garantiscano diritti e sicurezza ai lavoratori.

“Abbiamo sempre ritenuto che il settore potesse rischiare un arretramento complessivo in assenza di profondi cambiamenti riguardo il modello di sviluppo – spiega il sindacato -. Con l’emergenza sanitaria connessa alla pandemia in ogni luogo di lavoro vi è più che mai la necessità di concordare con le organizzazioni sindacali importanti azioni contenitive e linee guida per far ripartire gradualmente il settore. Tuttavia, senza anche uno specifico protocollo sulla sicurezza e sui diritti dei lavoratori concordato tra regione Toscana, parti sociali, associazioni delle imprese e applicato a tutte le aziende ed agli oltre 15 mila lavoratori addetti al settore, le prospettive future saranno compromesse”.

È giunto il momento di rimettere ordine al caos della filiera della nautica adottando misure volte a garantire diritti e sicurezza uguali sia per i dipendenti diretti che per gli addetti delle ditte esterne – va avanti Braccini -. La nautica è un settore particolare, gran parte delle lavorazioni vengono svolte a bordo delle imbarcazioni in spazi ristretti. Nel corso degli anni le aziende hanno improntato modelli di sviluppo, a nostro avviso distorti, fondati sulla produzione in appalto e sub appalto, in un rapporto diretti/indiretti che non ha ragion d’essere, scelta che adesso rischia di far pagare un prezzo altissimo a tutto il settore. Molti lavoratori provenivano da altre regioni o da altre nazioni e non tutti avevano contratti regolari. Con questa emergenza tanti sono tornati alle proprie abitazioni e sarà difficile ritrovare la stessa occupazione con gli stessi lavoratori che operavano all’interno dei  cantieri nautici prima della pandemia. In un settore come la nautica bisogna fare uno sforzo in più se vogliamo contribuire a creare le prospettive per un futuro fondato sulla qualità e la valorizzazione dei lavoratori. Va ripresa la cabina di regia regionale per definire in tempi brevi uno specifico protocollo, avendo ben chiaro che i processi produttivi vanno ripensati e riorganizzati completamente”.