Fase due, Federazione italiana barman: “Ripartire dalla qualità e dalla professionalità”

L’associazione di categoria torna a proporre la necessità di un patentino per la professione
Qualità e professionalità come strumento per la ripartenza. E’ questa la proposta di Federico Salvetti, segretario nazionale di Federazione italiana barman, rispetto alla fine del lockdown e alle aperture previste nel corso della fase due. Un’occasione anche per far fare un salto di qualità alla figura del barman. L’associazione di categoria e importante centro di formazione professionale, fa infatti il punto della situazione su problemi ed opportunità relative al settore in vista della ripresa lavorativa.
“Tutti ritengono che la ricchezza più importante dell’Italia sia il settore turistico, dove l’accoglienza ed il food and beverage rappresentano il comparto più importante per sviluppare il settore – spiega Salvetti -. Da anni Federazione italiana barman oltre a tutte le iniziative svolte, porta avanti un progetto per differenziare e regolamentare il settore della somministrazione alcolici: l’istituzione di un patentino da barman. Fib propose già in occasione della sua audizione in senato un contratto di lavoro dedicato alla somministrazione, che non rientri nel contratto generalizzato del settore turistico, e per mantenere uno standard qualitativo elevato e per tutelare la salute dei fruitori un vero e proprio patentino da barman. Tutti coloro che sono addetti a tale somministrazione devono avere le competenze ed un baglio deontologico tale da non arrecare danno alla salute degli individui“.
“Gran parte dei locali invece – va avanti il segretario nazionale Fib -, per motivazioni economiche, scelgono ragazzi inesperti e che svolgono la nostra professione senza la necessaria passione né competenza e solo come secondo lavoro o a chiamata. Dopo la crisi che stiamo attraversando sarà ancora peggio per questo è necessario non aspettare oltre e ripartire dalla qualità e dalla certificazione della professionalità. Se non andiamo in questa direzione i locali non danno un servizio con standard elevati e perdono soldi con dosi di somministrazione sempre più ampie, il fruitore del servizio rimane scontento oppure viene educato a bere alcol in modo pericoloso, mentre il professionista che ha studiato, si è documentato ha svolto meeting con colleghi si troverà soppiantato ed anacronistico, pertanto o si adatterà ad una performance mediocre a basso costo o deciderà di cambiare completamente l’ambito lavorativo. Federazione italiana barman, ha l’obbligo pertanto di difendere il nostro settore ed i nostri colleghi e di proporsi nuovamente come interlocutore serio presso le istituzioni governative ed amministrative”.