Bar e ristoranti, tegola dei costi per la sicurezza. Dall’incontro Sna: “Per molti più conveniente restare chiusi”

Imprenditori a confronto con i politici sull’emergenza economica tra la richiesta di protocolli chiari e liquidità a fondo perduto
Serve più coraggio da parte del governo per aiutare davvero lavoratori autonomi ed imprese a ripartire: semplificazione burocratica, celerità ed accesso al credito senza procurare indebitamenti, gli ingredienti della ricetta per ripartire. Sono le riflessioni e gli spunti al centro di Coronavirus, l’economia reale incontra la politica, il momento voluto oggi (30 aprile) dallo Sna, il sindacato nazionale degli agenti di assicurazione (sezione provinciale di Lucca) con l’obiettivo di creare un ponte diretto tra le realtà imprenditoriali del territorio – da settimane in evidente sofferenza a causa dell’imperversare del Covid19 – ed i rappresentanti delle istituzioni in Parlamento.
All’appuntamento, che vedeva invitate a partecipare tutte le categorie economiche, gli ordini professionali ed il settore dello sport, hanno preso parte gli onorevoli Massimo Mallegni (Forza Italia), Riccardo Zucconi (Fdi) e Umberto Buratti (Pd).
Enrico Torrini, presidente Sna provinciale, rileva in apertura come “il lockdown non sia ancora finito, nemmeno per il 4 di maggio. Ci sono dei settori che stanno anche pensando di non riaprire, al termine di questa tragedia. Per questo motivo – argomenta – abbiamo voluto instaurare un confronto con i nostri esponenti in parlamento”.
È notizia di oggi lo scostamento di bilancio per 55 miliardi di euro, in modo da gestire l’emergenza Covid: “Andranno a coprire tutte le misure di contrasto al coronavirus – commenta Zucconi – e soltanto in parte quelle inerenti alle misure di finanziamento, con specifico riferimento ai prestiti bancari. È inoltre in arrivo il decreto maggio, ma su tutte queste misure si registrano carenze”.
Per Mallegni mancano voti importanti in senato: “La maggioranza non c’è più, Matteo Renzi ha fatto un avviso di sfratto al governo Conte. Le misure adottate? Grazie al voto del centrodestra abbiamo lo scostamento di bilancio, lo abbiamo fatto pensando alle famiglie ed alle imprese. I 55 miliardi per noi sono comunque insufficienti, noi ne chiedevamo almeno 100, indicando nel dettaglio coperture e distribuzione”. Mallegni ricorda, ancora, come “gli ammortizzatori sociali non siano ancora stati erogati e rimaniamo preoccupati circa la mancanza di una liquidità vera per le imprese, senza nuovi indebitamenti”. Sul fronte riaperture: “Le aziende devono riaprire, ma senza spade di Damocle come la responsabilità civile per gli imprenditori circa la salute dei propri dipendenti in termini Covid. Inoltre – parla del comparto in cui lavora – sappiamo che le imprese che operano nel turismo non avranno incasso nelle prossime settimane. Inoltre – propone – vorremmo che Cassa depositi e prestiti possa entrare nel capitale sociale delle imprese, con la possibilità anche di rilevarle”.
Il tema, secondo Umberto Buratti, è anche quello inerente alla territorialità: “Parliamo di non soltanto di grandi aziende, ma anche dei piccoli autonomi che stabilmente lavorano nei piccoli Comuni. Adesso dobbiamo lavorare per abbattere gli ostacoli della burocrazia, semplificando i processi per accedere al credito”.
Stefano Francesconi (Confindustria Toscana Nord) evidenzia come questo non sia il momento per fare polemiche. “Deve prevalere il buonsenso – dice – ma il punto della liquidità è fondamentale. Le aziende che sono state chiuse fino ad oggi per 45 giorni, una situazione inedita e insostenibile. Se entro la metà del mese di maggio – ammonisce – non arriveranno risposte concrete, sarà un grande problema”.
Per il mondo dell’associazionismo sportivo e del terzo settori parla Pierluigi Ferrenti (Aics): “Per quanto riguarda lo sport serve – indica – la prosecuzione dei bonus per i collaboratori sportivi anche a maggio. In questo processo devono essere difese le piccole associazioni, quelle che non godono di bilanci strutturati. Inoltre – aggiunge – servono sgravi di imposta per i locatari”. Per il terzo settore, invece, Ferrenti rileva come “non sia stato fatto nulla. Associazioni di volontariato, onlus e simili sono davvero alla canna del gas. Il rischio è quello che chiudano per non riaprire più”.
Sul punto Mallegni evidenzia come “il terzo settore non sia previsto all’interno dei provvedimenti. C’è inoltre un problema enorme sulla disabilità, rispetto alla quale ancora non si sta facendo nulla”. Poi, sul tema mascherine: “Devono essere messe a disposizione della comunità gratuitamente, su questo non si può discutere”.
Poi sull’intervento odierno del senatore Marcucci su fb: “Sinceramente – rileva Mallegni – mi preoccupa questa mancanza di dialogo all’interno della maggioranza, essere guidati in questo modo francamente ci terrorizza”.
Samuele Cosentino, ristoratore ed esponente di spicco di Confcommercio Lucca, confessa un certo sgomento rispetto al dibattito in corso: “Sento ancora parlare di interventi rivolti al futuro, ma c’è bisogno adesso. Noi abbiamo anticipato la cassa integrazione per i nostri dipendenti, che ancora la stanno aspettando. Per quanto ancora potremo andare avanti? Siamo in forte ritardo su ogni fronte. Non ci sono ammortizzatori sociali, mancano linee di credito da parte delle banche. Non è questo il momento di fare polemica e di dire che il governo deve andare a casa: a casa ci andiamo noi, perché nessuno arriva a fine mese, siamo allo stremo. Servono interventi a minuti, non tra qualche giorno. Ricordatevi che dove lo Stato non arriva, arriva qualcun altro”.
Mallegni, tuttavia, parla di “distinzione di ruoli e responsabilità tra noi e il governo. Anche io sono un imprenditore e so bene cosa si prova”, mentre Zucconi ricorda di avere tre ristoranti, due bar ed un albergo chiuso. “Bisogna riaprire in ogni provincia in base al grado di pandemia e sulla scorta di chiari e semplici protocolli di sicurezza”.
La dottoressa Carla Saccardi, per l’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Lucca, prova a introdurre ulteriori proposte: “Un’idea – spiega – potrebbe essere quella di ricorrere alla transazione fiscale per le aziende. Si potrebbe cioè immaginare di spalmare i debiti aziendali in un arco temporale molto ampio, nell’ordine dei vent’anni. Questo – prosegue – farebbe respirare gli imprenditori, facendo riscuotere di più allo Stato”.
Federico Lanza (Federmoda Confcommercio Lucca) esprime perplessità circa le nuove normative che verranno applicate dal 4 maggio: “Assurdo – afferma – che gli imprenditori debbano assumersi la responsabilità di un’insorgenza Covid per i propri dipendenti”. L’altro tema rovente è quello degli affitti: “Abbiamo incassi azzerati e proprietari che chiedono il canone di locazione. La possibilità per un’impresa di andare avanti non può essere lasciata alla loro sensibilità”. Dubbi vengono espressi anche in ordine alle “norme inerenti alla sanificazione”.
Interrogativi che permangono anche per i titolari di attività di ristorazione in genere: “La tassazione era già insostenibile prima – dichiara Sandra Bianchi, titolare de L’angolo dolce – e in mancanza di provvedimenti rapidi e concreti saremo costretti a chiudere”.
Un tema che Mallegni affronta affermando che “questo governo pensa all’assistenzialismo, al posto della gestione dell’emergenza. Oggi – affonda – abbiamo visto che esiste una possibilità che il Governo cada: forse sarebbe un modo per cambiare le teste che gestiscono questa emergenza”.
Francesca Pierotti direttore di Confesercenti Lucca, interviene rapidamente per ricordare che “adesso servono protocolli chiari per la ripartenza ed un supporto reale al credito, a fondo perduto”, mentre il vicepresidente dell’ordine degli ingegneri di Lucca, Paolo De Santi, chiede una svolta “in materia di appalti, per dare nuova linfa al comparto”.
Lorenzo Treggi, dell’ordine dei commercialisti, parla di pressione per la categoria: “Servono risposte concrete, altrimenti per tutte le categorie commerciali potrebbe essere più conveniente rimanere con le saracinesche chiuse”.
Cosa si può fare a breve, dunque, oltre la cortina fumosa delle parole? “Serve – conclude Mallegni – un’iniezione di liquidità a fondo perduto da parte dello Stato, subito. Perché non usiamo i 12 miliardi di euro al mese, usati per gli ammortizzatori sociali, non li utilizziamo per le imprese? Cosa dobbiamo fare? Continuare ad alzare la voce, è l’unico modo di farsi sentire dalla maggioranza”.