Nautica, Chelini (Confindustria): “Necessario realizzare l’asse di penetrazione per collegare il porto all’Aurelia”

Il neopresidente del comparto chiede capannoni con altezza adeguata e di risolvere il problema dell’insabbiamento
“Appena assunto il ruolo di rappresentante del settore della nautica in Confindustria Toscana nord mi sono confrontato con i colleghi circa le maggiori criticità che incontriamo ogni giorno nel nostro lavoro“. Lo dichiara in un intervento Gabriele Chelini, presidente della sezione nautica di Confindustria Toscana nord. Secondo il presidente infatti la maggiore criticità sta nel far uscire dal cantiere le navi, in particolare via terra,per via di alcuni disagi come la mancanza di un asse di penetrazione.
“Ricordo – dice – che nautica significa nella sola Viareggio una consistenza totale, compreso l’indotto, di 700 imprese e 5mila addetti eche le esportazioni dal cluster viareggino di navi e imbarcazioni sono aumentate nel 2019 del 4,2 per cento sul 2018 (quando erano cresciute del 15,6 per cento), per un totale di 692 milioni di euro, ovvero l’85 per cento dell’export toscano del settore e il 16 per cento di quello italiano. La produzione di imbarcazioni nel 2019 ha chiuso con un aumento del 4,7 per cento (media dell’anno) rispetto al 2018, con un più 10,7 per cento tendenziale nel quarto trimestre”:
“La risposta, concorde, alla mia domanda è stata che è difficile fabbricare barche, ma ne sappiamo fare di bellissime e ammirate da ogni parte del mondo; ma altrettanto difficile per noi è farle uscire dal cantiere e prendere il mare o raggiungere le vie di comunicazione terrestri – continua il presidente Chelini – Questo è il motivo per cui, da oltre venti anni, chiediamo la realizzazione dell’aasse di penetrazione, necessario per collegare il Porto di Viareggio, una delle infrastrutture principali della costa toscana, alla variante Aurelia e, di conseguenza, all’uscita dell’autostrada. Altre sono le esigenze che avvertiamo e che sono dovute alla nostra accresciuta capacità di costruire grandi imbarcazioni: poter dotare i cantieri di capannoni con altezza adeguata (20 metri al gancio) e risolvere il problema dell’insabbiamento del porto di Viareggio, che non consente di accogliere le barche più grandi, permettendo le loro manovre”.
“Sono tre richieste secche – afferma – che da tempo avanziamo e che non hanno ad oggi avuto tempestive risposte; i tempi sono quelli, spaventosi, della pianificazione urbanistica che presuppone la responsabilità di operare a monte scelte strategiche e determinanti per il futuro del territorio. Noi, per parte nostra, aspettiamo finché, pur con tutte le difficoltà esposte potremo continuare a lavorare: non possiamo però non osservare quanto avviene a pochi chilometri da noi, sulla medesima costa e in una regione a noi vicina. Miglio Blu a La Spezia è un progetto che investe circa 5 milioni di euro tra adeguamenti infrastrutturali e formazione, fornendo gli strumenti operativi alle grandi aziende del settore, nella logica virtuosa del distretto. Lì le scelte sono state fatte e realizzate e oggi se ne colgono i frutti”.