Il Consorzio risponde ai consiglieri di minoranza: “Chiedono decisioni che sono già state prese”

L’ente guidato da Ridolfi: “L’obiettivo è quello di migliorare l’attività del Consorzio, o invece è quello di fare di tutto per metterlo in difficoltà?”
Il Consorzio di Bonifica Toscana nord risponde ai consiglieri di minoranza: “Chiedono all’amministrazione consortile decisioni che già sono state assunte”, dichiara l’ente dopo le ultime dichiarazioni di Angelini, Casali e Bertola.
“Se partecipassero alle assemblee consortili, invece di disertarle puntualmente – inizia così la nota ufficiale con cui il Consorzio 1 Toscana Nord risponde all’intervento di Angelini, Casali e Bertola – Fortunato Angelini e gli altri consiglieri di opposizione saprebbero che oggi chiedono all’amministrazione consortile cose che in realtà già sono state decise. Neppure in questi momenti drammatici, quando sarebbe appunto necessaria l’unità di tutti, non si smette di strumentalizzare ogni cosa, a scapito proprio della sicurezza idraulica ed ambientale del territorio?”
“Durante l’ultima assemblea consortile – proseguono – a cui i tre consiglieri non hanno partecipato, l’amministrazione consortile ha deciso in modo prudenziale di non utilizzare al momento gran parte dei 400mila euro dell’avanzo di amministrazione, proprio per far fronte alle eventuali difficoltà, derivanti dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Non solo. È stato anche stabilito di accantonare prudenzialmente una parte importante dell’intero bilancio del 2021; è stato sottoscritto un accordo per l’eventuale cassa integrazione, che dovrà essere posta in essere per i periodi di minore attività consortile, con possibili ulteriori economie; i ruoli sono già stati dilazionati in più emissioni e ritardati di un anno, proprio per andare incontro ai consorziati in questa delicato momento”.
“Dall’opposizione arrivano continui messaggi, fortemente contraddittori tra loro – evidenzia la nota –. Prima i tre consiglieri chiedono conto delle ragioni della presenza di residui attivi, e quindi invitano l’amministrazione a spicciarsi ad emettere i ruoli; adesso domandano di ritardare le emissioni. Prima chiedono spiegazioni sullo scoperto di cassa, che è naturale e fisiologico a fronte proprio del rinvio delle emissioni; adesso auspicano che il contributo non venga richiesto ai consorziati, impedendo di fatto al Consorzio di effettuare i lavori sul territorio e di pagare i propri dipendenti. Prima cercano di impedire che si tenga l’assemblea consortile e che sia approvato il piano dei lavori; adesso chiedono di concentrarci solo sui lavori e di non assumere ingegneri o responsabili della sicurezza, indispensabili proprio per effettuare i lavori in sicurezza”.
“Inoltre, auspicano di bloccare le convenzioni, in virtù delle quali tantissime associazioni collaborano col Consorzio per il presidio dei corsi d’acqua – conclude la nota – Attività istituzionale fondamentale per la sicurezza dei cittadini. Addirittura, dicono, il Consorzio dovrebbe rinunciare a difendersi dai ricorsi legali. La domanda, viene da dire, nasce spontanea: l’obiettivo di questi tre consiglieri è quello di migliorare l’attività del Consorzio, o invece è quello di fare di tutto per metterlo in difficoltà?”.